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direttore Paolo Pagliaro

DA VIA CAETANI A CAMERA
IN SEGNO MEMORIA

DA VIA CAETANI A CAMERA <BR> IN SEGNO MEMORIA

"Oggi ricordiamo Aldo Moro e Peppino Impastato, due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d'Italia, accumunate da un tragico destino: il 9 maggio 1978, persero la vita per mano di due delle forze oscure - le Brigate Rosse e Cosa Nostra - che hanno insanguinato la nostra Nazione negli anni bui del terrorismo e della mafia". Così sui social il premier Giorgia Meloni,  nel "Giorno della memoria", dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. "Aldo Moro, uomo delle Istituzioni, rapito e ucciso da chi voleva piegare lo Stato con la violenza e l’intolleranza ideologica - sottolinea Meloni -  Peppino Impastato, assassinato per aver denunciato e sfidato a viso aperto e senza paura il potere mafioso. Due simboli, caduti per altro nel pieno di quegli 'anni di piombo' che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti: servitori dello Stato, rappresentanti delle Istituzioni, cittadini, giovani di diverse idee politiche". "Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo - conclude il premier - rinnoviamo il nostro impegno a difendere la libertà, la giustizia e la legalità. La loro eredità ci ricorda che l’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura. Onoriamo il loro sacrificio, costruendo ogni giorno una Nazione più forte, unita e libera. No alla violenza politica, di qualsiasi colore, e all'oppressione mafiosa". Stamattina, in Via Caetani, la tradizionale deposizione di una corona da parte del capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel luogo del ritrovamento del corpo di Moro: poi Mattarella ha presenziato alla commemorazione alla Camera, insieme al premier Meloni.  “La Camera dei deputati si raccoglie oggi nel ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. È una solenne ricorrenza, che richiama tutti noi a tenere viva la memoria di un passato doloroso e di riaffermare l’importanza dei valori democratici scolpiti nella nostra Costituzione” così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aprendo in aula a Montecitorio la cerimonia, per poi aggiungere: “Ricostruire la verità storica e giudiziaria di quanto accadde all’epoca non si è rivelato sempre agevole. Su alcuni tragici episodi non è stata ancora fatta piena luce. Occorre dunque insistere nella ricerca della verità”. In aula diverse testimonianze, affidate alla voce di studenti, hanno ricordato tra glia altri la strage di Gioia Tauro, il sacrificio dell’appuntato dei Carabinieri Giovanni D’Alfonso, l'assassinio del giudice Girolamo Minervini e quello di Valeria Solesin, uccisa nell’attentato terroristico al Bataclan di Parigi. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ricordato insieme i nomi di Sergio Ramelli, un giovane studente, militante del Fronte della Gioventù, assassinato cinquant’anni fa a colpi di chiave inglese e Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, due ragazzi del Leoncavallo per il cui omicidio, avvenuto nel 1978, la magistratura ha da poco riaperto le indagini. "Loro, come tanti altri - ha affermato la seconda carica dello Stato - hanno anche testimoniato che si può morire senza alcuna colpa, solo perché si professano delle idee. Ricordiamoli, riconosciamo senza riserve il loro sacrificio e quello di tanti altri giovani di ogni colore politico che hanno pagato con la vita la libertà delle proprie idee e il diritto costituzionale di poterle esprimere". "Nel ceppo che ricorda Sergio Ramelli nel giardino che il comune di Milano gli ha intitolato - sottolinea La Russa - c'è scritto: 'In nome di una pacificazione nazionale che accomuni in un’unica pietà tutte le vittime innocenti della nostra storia come monito alle generazioni future'. Non c’è dunque atto di accusa verso nessuno ma la parola 'pietà', a cui io aggiungerei la parola 'rispetto', che è doveroso nei confronti di chiunque professi un'idea, anche che non ci appartiene". (Roc)       

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