Il presidente russo Vladimir Putin ha proposto di tenere giovedì a Istanbul dei "colloqui diretti" con l'Ucraina, mentre i leader europei e gli Stati Uniti tentano di spingere Mosca ad accettare un cessate il fuoco di 30 giorni per porre fine al conflitto che dura da tre anni.

"Vorremmo iniziare subito, già giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul, dove si sono svolti prima e dove sono stati interrotti", ha detto Putin in un discorso televisivo trasmesso a tarda notte, sottolineando che i colloqui dovrebbero svolgersi "senza alcuna precondizione".

"Siamo decisi ad avviare negoziati seri con l'Ucraina", ha detto Putin, aggiungendo che questi mirano a "eliminare le cause profonde del conflitto" e "raggiungere una pace duratura e a lungo termine". “Rozzi ultimatum” definisce infine il presidente russo gli appelli arrivati dai “volenterosi”. 

La sua proposta è arrivata infatti poche ore dopo che i leader di Germania, Francia, Regno Unito e Polonia si erano schierati a fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev e avevano esortato Putin ad accettare un cessate il fuoco di 30 giorni a partire da lunedì, altrimenti avrebbe dovuto affrontare possibili "sanzioni massicce", secondo il presidente francese Emmanuel Macron.

La richiesta arriva con il sostegno della Casa Bianca dopo una telefonata congiunta con il presidente Trump, come hanno ribadito gli europei.

Poche ore dopo la proposta di Putin, Trump ha scritto sul suo social network Truth Social che si tratta di un "giorno potenzialmente grandioso per la Russia e l'Ucraina!".

"Continuerò a lavorare con entrambe le parti affinché ciò accada", ha affermato, esortando le persone a "pensare alle centinaia di migliaia di vite che saranno salvate" da questo "bagno di sangue senza fine".

'La proposta di Putin è un primo passo ma non è sufficiente” commenta Macron, mentre sono ripresi i raid sull'Ucraina allo scadere delle 72 ore di tregua dichiarata dal leader russo.