Roma, 12 mag - Il disegno di legge sulle consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025, arrivato oggi alla Camera, contiene sì la possibilità per i fuori sede di votare senza dover tornare a casa, in occasione delle amministrative e dei referendum dell’8-9 giugno, ma è un provvedimento che non è sufficiente, “perché riguarda solo le consultazioni referendarie, del 2025, in via sperimentale. E perché viene stabilito un termine per poter partecipare al voto nel Comune in cui si domicilia temporaneamente, quello di presentare la domanda 35 giorni prima della data della consultazione: il termine è già passato e quindi queste sono disposizioni che restano sulla carta. Anche perché il corpo elettorale non è stato debitamente informato di questa circostanza e di questa possibilità. È uno spot propagandistico”. Così Enrica Alifano, deputata del Movimento 5 Stelle, dopo la discussione generale iniziata oggi alla Camera per la conversione del decreto, già approvata dal Senato. L'alta criticità secondo le opposizioni è quella di aver accorpato i 5 referendum (quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza) solamente con l’eventuale secondo turno delle amministrative. Per Alifano “l'intenzione della maggioranza, a mio avviso, è quella di limitare il quorum per la consultazione referendaria, che invece dovrebbe essere allargato, visto e considerati anche i temi estremamente importanti di cui si discute e di cui i cittadini dovrebbero essere chiamati ad analizzare per esprimere la propria preferenza”. Del resto la maggioranza esplicitamente ha invitato a non partecipare al voto, ricorda Alifano, “con la dichiarazione, penso molto improvvida, del presidente del Senato che invece dovrebbe astenersi dal fare simili considerazioni proprio in virtù della carica che ricopre”.
(PO / Sis)
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