L'ostaggio israeliano-americano Edan Alexander (nella foto) è stato rilasciato nel tardo pomeriggio di ieri da Hamas e consegnato alle squadre della Croce Rossa prima di venire trasferito in Israele dall'esercito israeliano. È il primo ostaggio ad essere rilasciato vivo dal 22 febbraio. Era stato rapito il 7 ottobre 2023, mentre prestava servizio in una base militare nel sud di Israele. In occasione della sua liberazione, la sospensione temporanea dei bombardamenti ha offerto un raro momento di tregua agli abitanti della Striscia di Gaza. Nella mattinata erano infatti continuati gli attacchi israeliani, provocando almeno venti morti, secondo fonti mediche. Secondo la Difesa civile palestinese, almeno dieci persone, tra cui bambini, sarebbero state uccise ieri in un attacco israeliano contro una scuola che ospitava sfollati a Jabaliya, nel nord dell'enclave.
Questa mattina, inoltre, le fonti locali segnalano una nuova strage causata dal bombardamento dell’ospedale Nasser di Khan Yunis. L’esercito israeliano ha colpito questo obiettivo proprio alla fine della mini tregua concessa per la liberazione di Alxander. Secondo lo stato maggiore ebraico, “Alti funzionari di Hamas continuano a usare l'ospedale per attività terroristiche, sfruttando in modo cinico e brutale la popolazione civile all'interno e nei dintorni dell'ospedale”.
Da parte sua, Hamas ha affermato che l'attacco all'ospedale “ha causato la morte di diverso pazienti”, senza specificarne il numero, accusando Israele di aver “assassinato” il giornalista Hassan Aslih, presentato come direttore dell'agenzia di stampa palestinese Alam24, che si trovava nella struttura. “L'esercito israeliano ha bombardato il reparto chirurgico dell'ospedale Nasser di Khan Younis martedì mattina e ha ucciso il giornalista Hassan Aslih, che lavorava per diverse organizzazioni e agenzie locali e arabe”, ha detto il portavoce della Difesa civile di Gaza, Mahmoud Bassal.
Secondo le autorità di Hamas, Hassan Aslih era ricoverato presso la struttura dopo essere rimasto ferito il 7 aprile in un attacco israeliano che aveva preso di mira una tenda vicina, utilizzata dai giornalisti. Secondo la stessa fonte dell'epoca, altri due giornalisti sono stati uccisi in quel frangente: Hilmi Al-Faqaawi, che lavorava per un'agenzia di stampa, e Ahmad Mansour, un dipendente dell'agenzia Palestine Today, un organo di stampa vicino alla Jihad islamica. L'esercito israeliano ha replicato sostenendo che Aslih sarebbe invece da considerare “un terrorista che agiva sotto copertura come giornalista e capo di un'agenzia di stampa”. Secondo le autorità militari ebraiche, Aslih “ha partecipato al massacro del 7 ottobre e, durante il massacro, ha filmato e trasmesso sui social network atti di omicidio, saccheggio e incendio doloso”.
Le vittime delle ultime ore vanno dunque ad aggiungersi alle circa 53mila, la maggior parte delle quali civili non combattenti, morte dall’inizio della guerra. Inoltre, dopo diciannove mesi di conflitto, l'intera popolazione di Gaza, circa 2,1 milioni di persone, si trova ad affrontare “un rischio critico di carestia”, con il 22% della popolazione che presto si troverà in una situazione “catastrofica”, hanno avvertito le organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite in un rapporto pubblicato ieri. (13 MAG - deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)