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direttore Paolo Pagliaro

100.000 FIRME CONTRO IL
DL 36/’25 SU CITTADINANZA

100.000 FIRME CONTRO IL <BR> DL 36/’25 SU CITTADINANZA

Oltre 110mila firme raccolte per dire "no" al DL 36/2025 Tajani e consegnate oggi a un gruppo di deputati e senatori, composto anche da Mario Borghese, Fabio Porta, e Toni Ricciardi in una conferenza alla Camera. È il frutto della mobilitazione dell'associazione Natitaliani contro il decreto che introduce restrizioni rilevanti al riconoscimento della cittadinanza italiana "iure sanguinis". "Le firme sono una vittoria, ma la situazione è triste e delicata", commenta Daniel Taddone, presidente di Natitaliani. "Questa iniziativa - ha detto - è nata proprio dalla tristezza di aver vissuto la brutta esperienza di vedere contro di noi italiani all'estero il governo della nostra Repubblica". Quella degli italo-discendenti, ha sottolineato la vicepresidente Claudia Antonini, “è una comunità di 80 milioni di persone: vogliamo buttar via il grande patrimonio umano che ha l’Italia nel mondo? Sono famiglie, nostri connazionali abbandonati: 26.000 solo in Brasile”, ha aggiunto. “Al di là del numero, questa petizione dimostra tutto il senso di la rabbia e di rivolta che c'è per questo provvedimento”, ha detto il deputato PD Fabio Porta, che ha poi citato il caso del piccolo borgo di Fiumefreddo, in Calabria: “Appena arrivato ho visto 15-20 bambini argentini e brasiliani che giocavano per strada” in un momento in cui “i nostri piccoli borghi stanno morendo: questi bambini li stanno ripopolando”. Per Porta, “l’Italia ha bisogno di tutte le energie e per questo sono contrario anche alla contrapposizione tra immigrati ed emigrati, tra ‘ius sanguinis’ e ‘ius soli’”. Sono contento perché siamo riusciti a fare squadra con tutti i colleghi eletti all’estero, di opposizione e maggioranza”, ha detto il senatore Mario Borghese. “Su una materia così delicata e globale – ha proseguito - non si può da un giorno all'altro con un decreto-legge togliere diritti a milioni e milioni di cittadini italiani che vivono all'estero. Mi auguro che ci sia un dibattito serio su questo provvedimento”. Dello stesso avviso anche il deputato Toni Ricciardi, secondo cui “noi eletti all'estero stiamo cercando di fare squadra anche con sensibilità politiche diverse, perché questa non è una battaglia politica”, ha detto, ricordando che “siamo un Paese che sfiora le 40 milioni di partenze dal 1876 ad oggi e che ha siglato oltre 200 accordi dal 1868 in poi per far emigrare donne e uomini”. Per Ricciardi, gli italiani che vivono in America Latina sono stati “criminalizzati”, ma le conseguenze di questo provvedimento “saranno devastanti in Europa: esistono già oggi in Paesi di antica presenza come la Svizzera, la Germania, la Francia e il Belgio nonni nati in quei Paesi con la doppia cittadinanza che rischiano di non poterla più trasmettere. Ci saranno realtà dove un figlio nato prima del 27 marzo è italiano e uno nato dopo il 27 marzo rischia di non esserlo più”. (13 mag-mol)

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