Roma, 14 mag - L'informativa del ministro Urso sulla questione dazi “sostanzialmente ha ripercorso l’atteggiamento che il governo ha avuto rispetto alla svolta americana. Una svolta che rischia di essere pesante, drammatica per le nostre imprese, per il nostro sistema economico produttivo se non gestita al meglio. Noi Moderati ha condiviso l'approccio del governo, un approccio prudente sin dall'inizio, l'unico possibile rispetto ad uno scenario in continua evoluzione. Un approccio peraltro, sollecitato dagli stessi capi delle filiere interessate, dall'automotive fino all'agroalimentare: ricordo che lo stesso presidente di Confindustria più volte ha invitato il governo italiano, l'Europa stessa ad evitare un'escalation che sarebbe stata drammatica soprattutto per l'Italia che è una grande nazione esportatrice". Così Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, commentando la situazione dazi Usa e l’informativa tenuta sul tema oggi alle Camere dal ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso. Secondo Carfagna dunque “molto bene questa cautela, che alla fine ha portato il governo italiano a sollecitare prudenza nella partita dei controdazi a livello europeo e anche ad adottare una controproposta di dazi zero, controproposta che poi è stata adottata dall'Unione europea: adesso abbiamo fino al luglio di tempo per poter arrivare ad un negoziato che possa essere soddisfacente per entrambe le parti”.
Secondo l’ex ministro d’altra parte “è ovvio che bisogna cogliere questa opportunità per riformare l'Unione europea per agire su quei limiti, su quei vincoli che rientrano nella nostra disponibilità, che a volte fanno più danni dei dazi di Trump. Penso ai vincoli normativi, regolamentari, burocratici, ideologici che spesso limitano, e anche di molto, lo scambio commerciale all'interno della stessa Unione europea, rendono difficile investire per chi dovesse essere interessato a farlo nel continente europeo”. E ancora, aggiunge Carfagna: “Penso che l’Italia per la credibilità, l'autorevolezza, la solidità del suo governo possa farsi promotrice di un'azione riformatrice dell'Unione europea per limitare e laddove possibile eliminare questi vincoli. ma soprattutto passa e debba sollecitare una risposta unitaria perché rispetto a queste sfide l'Europa vince soltanto se unita, altrimenti cessa di esistere come continente di 450 milioni di abitanti, come potenza economica e commerciale, e ritorna ad essere un insieme di 27 piccoli Stati, spesso in competizione e in conflitto tra di loro”.
(PO / Sis)
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