C’è il deputato di Più Europa Riccardo Magi vestito da fantasma per protestare contro il silenzio del governo sui referendum, finendo per essere espulso dall’Aula, e c’è il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che chiude la sua replica alla premier Giorgia Meloni invitando “tutti in piedi in memoria delle vittime di Gaza”. Un invito raccolto dai parlamentari del M5S, mentre Conte si è rivolto alla premier (“presidente, lei non si alza?”) tra le grida dei parlamentari: “vergogna”. E ancora la segretaria del Pd Elly Schlein che ha sventolato un grafico sul rapporto Pil-spesa sanitaria. Una cosa è certa, il premier time di Giorgia Meloni a Montecitorio, oggi, si è fatto notare. Le sue risposte hanno toccato tantissimi temi: dal Medio Oriente all’energia, dall’Europa alla sanità. Sulla situazione a Gaza, ad esempio, ha detto che “non è intenzione del governo richiamare l’ambasciatore italiano in Israele” proprio perché “sono convinta che si possa lavorare a un quadro politico che porti a un processo di pace fondato sui due stati per due popoli, partendo dal piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi”. Ha aggiunto, poi, che “non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo. Consapevoli però che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c'era un disegno da parte di Hamas che puntava all'isolamento. Sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi”. Inoltre, rivolgendosi a Conte in relazione alle posizioni espresse da quest’ultimo su ReArm Europe: “Sono affascinata dalla travolgente passione anti-militarista che nessuno aveva avuto modo di apprezzare da presidente del Consiglio dei ministri, quando ha sottoscritto un aumento delle spese militari di 15 miliardi e 22 schemi ministeriali per 9-10 miliardi e quando avete creato un fondo di 12 miliardi per il riammodernamento”. Gli attacchi all’UE non sono terminati: “Serve una decisa semplificazione del quadro normativo del Green Deal” e per il quanto riguarda l’automotive “sono state di fatto sospese le multe ai produttori di auto per interrompere quella spirale che ha visto chiudere stabilimenti produttivi e l’acquisto di quote verdi da parte di competitor extra-UE: l’emblema del fallimento di Timmermans”.
Sulla questione energetica, la presidente del Consiglio ha assicurato che il governo sta lavorando al dossier del caro energia, così come al tema del nucleare e a Transizione 5.0. Lo stesso vale per giovani e sicurezza. Su quest’ultimo punto ha dichiarato che c’è stata una “scarsa attenzione che la politica ha avuto in passato sul comparto” delle forze dell’ordine e vigili del fuoco, ma “la nostra è una scelta diversa che raccontiamo con i fatti”. “Ci sarà sempre la libertà di protestare e manifestare in questa nazione, ma finché saremo noi al governo non ci sarà la libertà di insultare o malmenare chi ha scelto di sacrificarsi per difendere le persone perbene - ha continuato - Sono felice di annunciare che il governo ha disposto l’invio di oltre 13.500 unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri per potenziare la sicurezza nei territori, a cui si aggiungono circa 3.000 vigili del fuoco”. La sanità? È qui che si è acceso lo scontro tra Schlein e Meloni. Alla prima che ha chiesto conto dei cittadini che rinunciano alla propria salute perché sempre più costosa e del problema delle liste d’attesa, la seconda ha risposto alzando i toni: “Il Fondo sanitario nazionale è stato portato a 136,5 miliardi nel 2025. È il livello più alto di sempre. Quando noi ci siamo insediati nel 2022 quel fondo era di 126 miliardi, 10 in meno di adesso. Il Pd quando è stato al governo non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni”. Ha aggiunto che è “complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire” e “siamo stati noi a fermare il fenomeno dei medici a gettone. Fenomeno odioso che è sì una privatizzazione della sanità, con medici dipendenti degli ospedali che guadagnavano molto di meno di quelli provenienti, guarda caso, dalle cooperative. Così come ci siamo occupati noi di mettere un limite all’intramoenia”. Tra le rivendicazioni citate dalla premier anche i LEA: “Sono entrati in vigore grazie a noi i LEA. I cittadini potranno accedere a nuove prestazioni a carico del SSN che in alcuni casi aspettavano da vent’anni”. Poi l’accenno in relazione alle competenze regionali esclusive in sanità: “Il governo è anche disponibile ad attivare i poteri sostitutivi nei casi in cui le regioni dovessero incontrare difficoltà. Il decreto per attivare poteri sostitutivi è pronto da tempo, non si è ancora raggiunta un’intesa ma sono molto ottimista che ce la faremo nei prossimi giorni”. A controbattere proprio Elly Schlein, in un botta e risposta sul delicato tema della sanità che ha chiuso un premier time burrascoso. (14 MAG - gci)