Al via oggi a Istanbul i colloqui russo-ucraini per la ricerca di una soluzione alla crisi ucraina. Si tratta dei primi incontri diretti tra i due paesi in guerra dalla primavera del 2022. Come del resto era ampiamente prevedibile, sono andate deluse le speranze dei più ottimisti che confidavano nella presenza in Turchia del presidente russo Vladimir Putin. Infatti, non solo al momento non si parla di una sua possibile apparizione nel paese anatolico, ma della delegazione di Mosca non faranno parte nemmeno il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, né il suo consigliere, Yuri Ushakov. A guidare il drappello russo sarà invece il consigliere presidenziale Vladimir Medinsky. Secondo il Cremlino, nella lista figurano anche il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il vice ministro della Difesa Alexander Fomin e il capo della Direzione principale dello Stato maggiore, il vice ammiraglio Igor Kostyukov. A questo punto è tramontata anche l’ipotesi che il presidente americano Donald Trump possa presenziare ai colloqui, mentre è annunciata la presenza del segretario di Stato Marco Rubio e dell'“inviato” Steve Witkoff.
“Anche Donald Trump non si recherà in Turchia per partecipare ai negoziati tra Russia e Ucraina”, ha confermato alle televisioni internazionali un funzionario americano dopo che Putin ha annunciato la composizione della delegazione russa. Paradossalmente, questi colloqui erano stati inizialmente chiesti proprio dal leader russo, in un momento in cui gli Stati Uniti stanno aumentando la pressione affinché Mosca avvii un processo diplomatico per trovare una soluzione al conflitto.
TRUMP. Parlando sull’Air Force One ai giornalisti nel tragitto che lo ha condotto ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti nell’ambito della sua quattro giorni nell’area del Golfo, il presidente americano Donald Trump ha si è detto convinto che, per quanto riguarda i colloqui di pace tra Russia e Ucraina, “non succederà nulla” finché lui stesso non incontrerà il presidente russo Vladimir Putin. “Non succederà niente finché io e Putin non ci incontreremo”, ha detto il tycoon, giudicando “ovvio” il fatto che il leader del Cremlino non si sia recato in Turchia. Putin, ha argomentato The Donald, avrebbe lasciato intendere che sarebbe andato perché “pensava che sarei andato io”. Era dunque scontato, secondo l’inquilino della Casa Bianca, che il presidente russo “Non sarebbe andato se non ci fossi stato io e non credo che succederà nulla, che vi piaccia o no, finché io e Putin non ci incontreremo. Ma dovremo risolvere la questione perché troppe persone stanno morendo”. In mattinata. del resto, è giunta da Mosca la conferma ufficiale del fatto che il presidente russo non si recherà oggi a Istanbul.
MEDINSKY. Da parte sua, intanto, Vladimir Medinsky, consigliere presidenziale e capo negoziatore russo, ha dichiarato che “L'obiettivo dei negoziati diretti proposti da Vladimir Putin è quello di stabilire una pace duratura e solida, eliminando le cause profonde del conflitto”. In un post su Telegram, Medinsky ha affermato che lui e la sua delegazione sono “determinati a svolgere un serio lavoro professionale”. Fin dall'inizio dell'invasione del paese confinante, Vladimir Putin ha sostenuto richieste massimaliste, sempre respinte da Kiev, argomentando la necessità di affrontare, in sede negoziale, le “cause profonde” del conflitto, prima di tutto negando una volta per tutte a Kiev una eventuale adesione alla NATO, che Mosca considera una minaccia esistenziale. La Russia pretende inoltre che la comunità internazionale appoggi l'annessione di quattro regioni dell'Ucraina meridionale e orientale che controlla parzialmente (Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhia) e della penisola di Crimea, annessa nel 2014.
ACCUSE RECIPROCHE. Va detto che i colloqui odierni, i primi senza intermediari dalla primavera del 2022, non sono iniziati sotto i migliori auspici. Ucraini e russi si sono infatti scambiati una serie di “insulti preliminari”. Zelensky ha messo in dubbio la capacità della delegazione russa di “prendere decisioni”, definendola “fasulla”. “Dobbiamo capire qual è il livello della delegazione russa, qual è il suo mandato, se è in grado di prendere decisioni da sola, perché sappiamo tutti chi prende le decisioni in Russia”, ha detto il leader ucraino, aggiungendo che “rifletterà” sul suo piano d'azione dopo l'incontro ad Ankara con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogdan. Zelensky ha aggiunto di aver portato in Turchia una delegazione “di altissimo livello”: tra i suoi membri figura Andrii Sybiha, ministro degli Esteri; Rustem Umerov, Ministro della Difesa; Andri Hnatov, Capo di Stato Maggiore Generale; e Vasyl Maliuk, capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU). Mosca ha risposto definendo il leader ucraino un “pagliaccio” e un leader “patetico”, mettendo in dubbio l'esito dei colloqui.
ANKARA. Da parte sua, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan anche oggi si è detto ottimista definendo quello odierno “Un passo molto importante verso la pace” che “sarà compiuto se le divergenze tra le parti si ridurranno. Personalmente, credo che abbiamo sufficienti motivi per nutrire speranze riguardo ai negoziati. Se Dio vuole, raggiungeremo la pace grazie ai negoziati”. Fidan ha ribadito che Ankara è pronta a svolgere il ruolo di mediatore tra Mosca e Kiev, sottolineando però le difficoltà insite nel fatto che le parti abbiano “fondamentali” differenze di opinione in merito alla modalità per giungere a un cessate il fuoco. “Per questo riteniamo importante agire come mediatori tra le parti, crediamo che abbiano bisogno di incontrarsi e discutere queste divergenze per avvicinare le loro posizioni”, ha affermato il ministro.
RUTTE OTTIMISTA. Sempre dal paese anatolico, intanto, questa mattina il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha dichiarato di essere “cautamente ottimista” circa una possibile svolta nei negoziati sull'Ucraina entro due settimane. “Continuo a nutrire un cauto ottimismo sul fatto che se i russi saranno disposti a partecipare alla partita, e non solo gli ucraini, si potrebbero fare progressi nelle prossime due settimane”, ha affermato al suo arrivo ad Antalya per un incontro dei ministri degli esteri dell’alleanza atlantica. Spetta alla Russia compiere “i prossimi passi”, ha anche affermato, aggiungendo che “la palla è chiaramente nel campo della Russia”. (15 mag - deg)
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