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direttore Paolo Pagliaro

A CAPRI IL NET FORUM
SUL FUTURO DEL LAVORO

A CAPRI IL NET FORUM <BR> SUL FUTURO DEL LAVORO

Ha preso ufficialmente il via oggi il Workshop Net Forum 2025, appuntamento nazionale dedicato all’innovazione delle politiche attive del lavoro. Fino al 17 maggio, il Centro Congressi di Capri ospiterà oltre 100 protagonisti tra decisori pubblici, esperti, rappresentanti del mondo produttivo, della formazione e della ricerca. Il Workshop sarà articolato in tre giornate tematiche che alterneranno momenti di visione e confronto istituzionale con laboratori creativi, gruppi di lavoro e sessioni plenarie. Il tema trasversale è quello dell’intelligenza – naturale e artificiale – come chiave per leggere e governare le transizioni produttive, digitali e sociali in atto. La metodologia adottata, ispirata al modello Tavistock, guiderà i partecipanti in un percorso dinamico tra orizzontalità e verticalità: dall’ascolto alla sintesi, dalla co-progettazione alla proposta operativa. Il programma si è aperto oggi alle ore 15 con la sessione plenaria “L’umanità è il centro della società intelligente”, condotta da Concita De Luca e Ugo Calvaruso. Tra gli interventi: Susanna Camusso, senatrice del Pd; Vincenzo Caridi, capo Dipartimento Ministero del Lavoro; Bruno Siciliano, professore di Robotica, Università Federico II; Chiara Ghislieri, psicologa, Università di Torino; Sergio Bellucci, esperto di IA e politiche del digitale; Gian Piero Quaglino, psicologo e accademico. A chiudere ogni giornata, “momenti di restituzione collettiva”, confronto tra stakeholder e raccomandazioni strategiche. Con il Net Forum 2025, Capri si conferma spazio di sperimentazione politica e culturale, dove le istituzioni dialogano in modo strutturato con il sistema della formazione, del lavoro e dell’impresa. Un’occasione per immaginare insieme soluzioni concrete e replicabili, in un’ottica di co-responsabilità e apprendimento trasformativo.

LA DICHIARAZIONE DI CAMUSSO. “La percezione collettiva è che siamo nell’era dell’intelligenza artificiale, ma questa affermazione non è del tutto vera. Tutti noi, con gli ultimi aggiornamenti dei telefoni, possiamo usare strumenti basati sull’intelligenza artificiale, ma questo non significa essere davvero dentro l’era digitale. In realtà, siamo un’élite a usare queste tecnologie”, spiega la senatrice Camusso. “Il mondo reale e il sistema produttivo utilizzano l’intelligenza artificiale molto meno di quanto vorremmo. I dati mostrano che gli investimenti sono ancora bassi e l’innovazione, sebbene diffusa, non è all’altezza delle aspettative”, aggiunge. E prosegue: “Il primo gap è quello dell’uniformità: non tutti hanno accesso o usano l’intelligenza artificiale allo stesso modo. Il secondo gap è che non possiamo dare per scontato di essere innovatori nell’uso dell’intelligenza artificiale - afferma l’esponente dem - L’intelligenza artificiale è la somma delle informazioni che le sono state fornite; non ha esperienza propria e non riesce a comprendere il contesto in cui opera. I difetti che ne derivano si manifestano già, ad esempio, nella selezione del personale”. “Non possiamo delegare all’intelligenza artificiale la definizione del nostro contesto di vita, perché è fatto da noi umani - aggiunge - Di fronte a un fenomeno di analfabetismo di ritorno, favorito proprio dagli strumenti di connessione che abbiamo, emerge una grande contraddizione: ci si aspetterebbe che l’accesso alla tecnologia aumenti le competenze, ma spesso accade il contrario. Questo indica che l’istruzione tradizionale da sola non sarà sufficiente a garantire un’interazione positiva con le tecnologie emergenti”. Conclude: “Per affrontare questa sfida, non possiamo navigare senza una dimensione collettiva: è necessario un approccio condiviso e istituzionale per guidare l’adozione consapevole e inclusiva dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie”. (15 MAG – red)

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