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RUBIO: NEGOZIATI INUTILI
SENZA TRUMP E PUTIN

RUBIO: NEGOZIATI INUTILI <BR> SENZA TRUMP E PUTIN

Il primo incontro senza intermediari tra le delegazioni russa e ucraina da marzo 2022 si è concluso attorno alle 15 ora italiana a Istanbul, dopo circa un'ora e quaranta minuti di colloqui. A renderlo noto il Ministero degli Esteri turco. Alla riunione ha partecipato anche il ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan. Parlando con i giornalisti, un membro della delegazione di Kiev – che ha chiesto di restare anonimo - ha accusato Mosca di voler far fallire i negoziati, avanzando la richiesta della cessione di nuovi territori. Secondo quanto riportato dalla CNN, i rappresentanti ucraini si sono rivolti alla controparte russa tramite un interprete, per chiarire che il russo non è più la lingua dell'Ucraina. Non è ancora chiaro se nella giornata odierna ci sarà un “secondo tempo” dei negoziati.  Al tavolo delle trattative erano presenti nove rappresentanti della Russia e 11 membri della delegazione ucraina. “La Turchia è lieta di vedere i rappresentanti dei due Paesi a Istanbul” ha dichiarato Fidan, sottolineando che “Ankara ritiene importante che Russia e Ucraina abbiano ascoltato gli appelli alla pace di Trump ed Erdogan” aggiungendo che “Le delegazioni di Mosca e Kiev devono decidere autonomamente se giungere alla pace o continuare il conflitto distruttivo”. Secondo Fidan, “Il primo incontro in tre anni tra i rappresentanti di Russia e Ucraina è un'opportunità che dovrebbe essere apprezzata, poiché ogni giorno di conflitto provoca vittime”. Inoltre, “I colloqui di Istanbul sono importanti per preparare un possibile incontro dei leader dei due Paesi. Crediamo sinceramente che l'incontro di Istanbul possa portare alla pace se le parti adotteranno un approccio costruttivo”.

È però, purtroppo, un dato di fatto che il vertice odierno, che si svolge à Palazzo Dolmabahçe, nel centro di Istanbul, appaia ormai come un appuntamento dal quale difficilmente potranno uscire, almeno nell’immediato, soluzioni capaci di frenare la violenza della guerra in Ucraina. Ad affermarlo è stato anche il Segretario di Stato Marco Rubio in un'intervista a Fox News secondo il quale un incontro tra i Trump e Putin è “l'unica possibilità” per raggiungere un accordo. “Non ho ancora una data o un orario, ma questa è davvero l'unica possibilità. Credo che molti Paesi condividerebbero privatamente questa valutazione”, ha detto Rubio, facendo eco alle parole dell’inquilino della Casa Bianca che una manciata di ore prima, parlando sull’Air Force One ai giornalisti, si era detto convinto per l’appunto che “Non succederà niente finché io e Putin non ci incontreremo”, giudicando “ovvio” il fatto che il leader del Cremlino non si sia recato in Turchia. Putin, ha argomentato The Donald, avrebbe lasciato intendere che sarebbe andato perché “pensava che sarei andato io”. Era dunque scontato, secondo il tycoon, che il presidente russo “Non sarebbe andato se non ci fossi stato io e non credo che succederà nulla, che vi piaccia o no, finché io e Putin non ci incontreremo. Ma dovremo risolvere la questione perché troppe persone stanno morendo”.

A tale proposito l'amministrazione statunitense prevede che un faccia a faccia Trump-Putin potrebbe avere luogo molto presto. Ad affermarlo è stato Sebastian Gorka, vice assistente del presidente degli Stati Uniti e direttore senior per l'antiterrorismo. “Gli accordi sono tutta una questione di tempistiche. Il momento giusto sarà quando il presidente sarà nella stessa stanza con Putin, ma la mia aspettativa è imminente”, ha dichiarato a una conferenza sulla sicurezza internazionale organizzata da Politico. “Dobbiamo assicurarci – ha aggiunto Gorka - che non ci sia intransigenza da nessuna delle parti coinvolte. Ma potete stare certi che quando l’accordo per l’Ucraina verrà messo nero su bianco, il presidente Trump sarà la persona, l'uomo dietro quell'accordo, e sarà lui che lo sigillerà”.

A una domanda relativa al destino dei territori conquistati da Mosca, Gorka ha risposto che “L'amministrazione Trump vive nel mondo reale”. “Riconosciamo la realtà sul campo e abbiamo una priorità- Questa priorità, che si tratti del Medio Oriente o dell'Ucraina, è fermare lo spargimento di sangue. Tutto il resto verrà dopo che lo spargimento di sangue sarà stato fermato”. 

PECHINO. Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha affermato questa mattina di auspicare un accordo di pace “giusto” e “duraturo”, mentre Mosca e Kiev si preparano a tenere i loro primi negoziati diretti dal 2022 a Istanbul. “Ci auguriamo che tutte le parti interessate continuino i colloqui e le negoziazioni al fine di raggiungere un accordo di pace giusto, duraturo e vincolante, accettabile per tutte le parti, al fine di giungere a una soluzione politica della crisi ucraina”, ha affermato. Da parte sua, la rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ribadito che “La parte russa è pronta a intraprendere negoziati seri in Turchia”. Zakharova ha aggiunto che Mosca sta “monitorando attentamente la retorica di Kiev”.

YERMAK. Intanto Andriy Yermak, capo dell'amministrazione presidenziale ucraina e braccio destro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha ribadito qual è la priorità di Kiev a Istanbul. “La delegazione ucraina è oggi a Istanbul per raggiungere un cessate il fuoco incondizionato: questa è la nostra priorità”, ha scritto Yermak su X. Per avviare un processo diplomatico volto a risolvere il conflitto, Kiev, come l'amministrazione di Donald Trump, chiede da diverse settimane un cessate il fuoco “incondizionato” di 30 giorni prima dei negoziati. I suoi alleati europei, insieme agli americani, hanno dato un ultimatum alla Russia lo scorso fine settimana: accettare una tregua mentre sono in corso i negoziati o affrontare sanzioni "massicce" per rappresaglia. Vladimir Putin, finora, ha ripetutamente respinto le richieste di cessate il fuoco avanzate da Kiev e dai suoi alleati, ritenendo che ciò avrebbe consentito alle forze ucraine, in difficoltà sul fronte, di riarmarsi grazie all'Occidente. Poco fa Yermak ha avuto un colloquio preliminare con i consiglieri per la sicurezza nazionale di Francia, Germania e Gran Bretagna, nonché con il rappresentante speciale degli Stati Uniti Kellogg, per concordare le posizioni prima dell'inizio dei negoziati. (16 mag – deg)

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