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direttore Paolo Pagliaro

SICCITA’, NEL SUD ITALIA
E GIA’ EMERGENZA

SICCITA’, NEL SUD ITALIA <BR> E GIA’ EMERGENZA

Il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche evidenzia che va acuendosi l’insufficienza d’acqua nell’Italia meridionale: da ormai due settimane, la crescita dei volumi invasati si è fermata e si riducono le esigue riserve. In Puglia è il caso della Capitanata, che in 14 giorni ha assistito alla riduzione di circa 800.000 metri cubi d’acqua degli appena 113 milioni, che era riuscita a stoccare; nel confronto con il già drammatico 2024, il deficit è di mln. mc. 76,71. La principale fonte di approvvigionamento idrico del Tavoliere, seppur in territorio molisano, è la diga di Occhito, che ora contiene 76 milioni di metri cubi d’acqua (il 30% dei volumi di riempimento autorizzati) contro gli oltre 145 milioni dello scorso anno e di cui solo mln. 36 saranno utilizzabili per le varie finalità in quanto, sotto il limite dei 40 milioni di metri cubi (“volume morto”), le erogazioni saranno appannaggio quasi esclusivo dell’uso potabile. Si prevede che la disponibilità idrica dall’invaso per il comparto irriguo riuscirà a soddisfare meno del 6% del fabbisogno stimato. In 7 giorni la Basilicata ha visto ridursi di 2 milioni di metri cubi le proprie scorte d’acqua; anche qui il deficit, rispetto al 2024, è considerevole e quantificabile in – mln. mc. 56,13. Pure la Campania, dove i flussi nei corsi d’acqua risultano calanti, dovrà affrontare nei prossimi mesi le problematiche relative alla scarsità idrica. In Irpinia, l’invaso di Conza, che fornisce acqua anche ad altre regioni, tra cui la Puglia, ad aprile era al 74,52% di riempimento, registrando un deficit di 10 milioni e mezzo di metri cubi rispetto ai volumi massimi autorizzati, nonché -mln. mc. 4,76 rispetto al 2024. Sempre in Irpinia, nell’Alta Valle del Sele, la sorgente Sanità registrava, ad Aprile, la portata media più bassa del decennio: 3000 litri al secondo contro l/s 3.207 del 2020 e l/s 3.222 del 2017; lo stesso sta accadendo  alle sorgenti dei monti Picentini, Cassano e Serino. La causa di questo impoverimento delle portate sorgive è da attribuire alle scarse piogge, che stanno caratterizzando l’anno idrologico di questi territori (-15% circa da Ottobre a Marzo), ma anche alla precedente annata siccitosa. “Seppur a macchia di leopardo, considerando pure Sicilia e Sardegna, va delineandosi un aggravamento delle condizioni idriche nell’Italia meridionale con segnali di preoccupazione anche per alcune zone centrali della Penisola. A prevalere saranno inevitabilmente le logiche dell’emergenza, mentre registriamo che purtroppo continua a latitare la cultura della prevenzione: in Italia abbiamo dati, competenze e perfino risorse economiche, che necessitano solo di essere attivati dai soggetti decisori” segnala ancora una volta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).  

In Calabria i bacini artificiali Arvo, Ampollino e Passante registrano valori di riempimento in linea con la media del periodo, mentre l’invaso del Menta è pieno all’80%; fra i territori del Vibonese e del Catanzarese, il serbatoio di Alaco registra invece un deficit pari a circa il 47,5% sui volumi invasabili. Sui monti del Matese in Molise, nel primo trimestre di quest’anno è piovuto all’incirca un 25% in meno della media; le portate delle sorgenti di rio Freddo e Santa Maria dei Rivoli sono così le più basse del decennio. A livello globale, le temperature degli oceani registrano temperature record ed il mar Mediterraneo continua ad essere troppo caldo con anomalie, che vanno da +1° ad oltre +3°; secondo i dati del sistema Copernicus, oltre ai rischi meteorologici, il surriscaldamento delle acque mette in pericolo gli ecosistemi marini soprattutto in un ambiente “simil lacustre” come quello del mare Nostrum. Così, già ora, nell’Adriatico centro-settentrionale si assiste ad una proliferazione di alghe che, riducendo l’ossigeno nell’acqua, minaccia la vita marina e l’economia della pesca, con ricadute negative anche sul turismo a causa della presenza di mucillagine, come già accadde l’anno scorso nelle località costiere italiane e croate.

“E’ questo l’ulteriore indicatore dei molteplici interessi toccati dalla crisi climatica. In attesa di ancora lontane risposte planetarie in tema di mitigazione, ci appelliamo affinché, almeno dal livello nazionale a quello europeo, si abbandonino pregiudizi ed ideologismi evidentemente superati da trasformazioni epocali, che abbisognano di urgenti risposte concrete e realmente sostenibili” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. (16 mag - red)

 

 

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