"Ho sempre considerato che l'identità europea sia definita dalla storia più che dalla geografia. L'Albania è certamente parte dell'Europa, proprio come l'Italia, la Serbia o la Norvegia, a prescindere che facciano parte di una organizzazione o un'altra". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento al sesto vertice della Comunità Politica Europea, che si svolge per la prima volta a Tirana, subito prima di congratularsi con il primo ministro albanese Edi Rama per la sua "assolutamente inaspettata" rielezione, ha ironizzato la premier. Rama è stato infatti confermato per un quarto mandato con il 52% dei voti nelle elezioni dello scorso 11 maggio. "Sono contenta che l'Europa continuerà a contare sul suo spirito e sulla sua determinazione", ha commentato. Parlando dell'Unione europea, ha proseguito Meloni, "oggi è la casa per costruire quella che mi piace chiamare una riunificazione tra popoli, che possono anche differire tra loro ma sono parte dello stesso insieme, come le dita di una mano". E a questo proposito, "l'allargamento pone nuove sfide", ma, ha aggiunto, "sono convinta che l'integrazione europea del Balcani così come verso Est sia un investimento strategico per la sicurezza dell'Europa". Nel corso del suo intervento Giorgia Meloni ha parlato anche di Ucraina, sottolineando che "la nostra sicurezza e libertà dipendono dal restaurare la forza della legge al posto della legge del più forte". "Credo che non ci sia niente di più europeo di un popolo disposto a rischiare tutto pur di difendere la propria libertà e indipendenza", ha detto. E ancora: "Ogni giorno la tenacia e l'eroismo ucraino ci ricordano cosa sia l'Europa e quale sia l'aspetto più profondo della nostra identità comune: la libertà. Difendiamo la nostra libertà e vogliamo la pace. Volodymir - ha detto riferendosi al presidente ucraino Zelensky - e il popolo ucraino vogliono la pace. E siamo stati testimoni ieri di chi è veramente intenzionato a sedersi al tavolo dei negoziati e chi non lo è". Il riferimento è al fatto che il presidente russo Vladimir Putin ha confermato ieri che non avrebbe partecipato ai colloqui di Istanbul. L'accaduto, per Meloni, non va però interpretato come una "battuta d'arresto: invece - ha detto - dobbiamo insistere con determinazione per raggiungere un cessate il fuoco incondizionato e un vero accordo di pace". "Se a volte l'Europa si dimostra incapace di affrontare le grandi sfide, non è colpa di altri. È una nostra responsabilità. È compito nostro scegliere se rassegnarci al declino oppure combatterlo", ha detto ancora la premier Meloni. "E se decidiamo di combatterlo, per prima cosa dobbiamo ritrovare la consapevolezza di che cosa sia la civiltà europea, dei grandi risultati che ha raggiunto nel corso della storia dell'umanità. Una sintesi di valori - ha proseguito - che vengono dall'incontro della filosofia greca, del diritto romano, dell'umanesimo cristiano" e che ha permesso di "concepire un mondo in cui la persona è al centro e la vita è sacra e in cui ogni persona è libera e uguale, una civiltà che rispetta le identità degli altri senza denigrare le proprie e che costruisce la pace dove invece gli altri vivono la distruzione. Siamo questo, prima di ogni altra cosa. E ce lo dobbiamo ricordare ogni giorno", ha concluso. (16 mag-mol)
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