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IL PAPA: SCELTO SENZA MERITO, CHIESA UNITA SIA FERMENTO
PER UN MONDO RICONCILIATO

IL PAPA: SCELTO SENZA MERITO, CHIESA UNITA SIA FERMENTO <BR> PER UN MONDO RICONCILIATO

Inizia ufficialmente il Pontificato di Leone XIV: la Messa di insediamento del Pontefice americano, eletto lo scorso 8 maggio dal Conclave, segna ufficialmente l'inizio del suo Ministero come Vescovo di Roma. Il rito è uno dei momenti più significativi e solenni dell'elezione papale.

“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”, ha detto Papa Leone XIV durante l’omelia. Il Pontefice ricorda Papa Francesco (“La sua morte ha riempito di tristezza il nostro cuore”) e spiega che “arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”.

“Amore e unità: queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù – sottolinea Prevost -. Ce lo narra il brano del Vangelo, che ci conduce sul lago di Tiberiade, lo stesso dove Gesù aveva iniziato la missione ricevuta dal Padre: ‘pescare’ l’umanità per salvarla dalle acque del male e della morte. Passando sulla riva di quel lago, aveva chiamato Pietro e gli altri primi discepoli a essere come Lui ‘pescatori di uomini’; e ora, dopo la risurrezione, tocca proprio a loro portare avanti questa missione, gettare sempre e nuovamente la rete per immergere nelle acque del mondo la speranza del Vangelo, navigare nel mare della vita perché tutti possano ritrovarsi nell’abbraccio di Dio”.

“Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio – afferma ancora il Papa -: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno”. E questa, secondo Prevost, “è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace. Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”. “Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace?’ (Lett. enc. Rerum novarum, 21). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”, conclude Papa Leon XIV.

Sono oltre 150 le delegazioni, provenienti da tutto il mondo, che partecipano alla messa di intronizzazione di papa Leone XIV in Vaticano. Per l’Italia, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Dal Perù il presidente della Repubblica Dina Ercilia Boluarte Zegarra, a rappresentare gli Stati Uniti il vice presidente, James David Vance, e il segretario di Stato Marco Antonio Rubio. Tra gli altri capi di Stato, i presidenti di Ucraina Volodymyr Zelensky, di Israele Isaac Herzog, del Libano Joseph Aoun, della Polonia Andrzej Duda. Tra i sovrani regnanti, i Reali di Spagna Felipe e Letizia, del Belgio Filippo e Mathilde, il principe di Monaco Alberto con la consorte Charlene. Presenti anche la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. In Piazza San Pietro anche il principe Edoardo di Edimburgo. (red – 18 mag)

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