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Paolo Petrocelli, l’ambasciatore della cultura italiana tra Roma e Dubai

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Paolo Petrocelli, l’ambasciatore della cultura italiana tra Roma e Dubai

Promuovere la cultura e le arti a livello globale, rafforzare il dialogo tra istituzioni artistiche e diffondere il patrimonio musicale italiano. È una missione ambiziosa quella di Paolo Petrocelli, dal 2023 Sovrintendente della Dubai Opera: l’aspirazione, per questa grande istituzione culturale degli Emirati, è «consolidarne il ruolo come hub internazionale per le arti performative, puntando sull’eccellenza artistica, l’accessibilità e il dialogo interculturale». A Dubai vuole «promuovere al meglio la bellezza e la grandezza del patrimonio culturale e musicale italiano», anche attraverso l’opera lirica: «Una forma d’arte totale che ha portato con sé la lingua italiana nei teatri più prestigiosi del pianeta, un veicolo straordinario per l’internazionalizzazione della lingua». Manager, accademico e giornalista, Petrocelli ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo del management culturale, artistico e musicale in ambito nazionale e internazionale. Con una convinzione: la cultura, le arti e l’educazione rappresentano una delle principali forze positive di sviluppo, crescita e innovazione a livello globale.

Di recente è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Come ha accolto questo riconoscimento?
«Con profonda gratitudine e senso di responsabilità. Ricevere questa onorificenza da parte del Presidente della Repubblica a Dubai, nella città in cui svolgo il mio attuale incarico internazionale, ne accresce ulteriormente il significato. Lo considero un riconoscimento non solo personale, ma simbolico del valore che la cultura e le arti possono avere nel rappresentare l’Italia nel mondo. È anche un incoraggiamento a proseguire con ancora maggiore determinazione il mio impegno come ambasciatore culturale del nostro Paese».

Dal 2023 è sovrintendente della Dubai Opera, quali sono i suoi obiettivi per questo grande centro di arti performative? E quali i primi risultati?
«Dubai Opera è oggi una delle istituzioni culturali più dinamiche e vibranti della Regione del Golfo. Il mio obiettivo è consolidarne il ruolo come hub internazionale per le arti performative, puntando sull’eccellenza artistica, l’accessibilità e il dialogo interculturale. Negli ultimi due anni abbiamo registrato una crescita significativa del pubblico giovane: oltre il 40% dei nostri spettatori ha meno di 45 anni. La scorsa stagione ha segnato un anno record, con il più alto numero di spettatori e il maggior volume di ricavi nella storia del teatro. Questi risultati confermano il ruolo sempre più centrale che la nostra organizzazione sta assumendo nel promuovere le arti e la cultura in modo incisivo e innovativo, anche in contesti emergenti come quello degli Emirati Arabi Uniti».

In che modo il suo lavoro contribuisce alla diffusione della cultura e della musica lirica italiana?
«Nel corso della mia carriera, mi sono sempre impegnato per cercare di promuovere al meglio la bellezza e la grandezza del patrimonio culturale e musicale italiano, che considero uno dei vertici assoluti dell’espressione artistica umana. A Dubai Opera, ad esempio, ospitiamo regolarmente produzioni, compagnie ed artisti italiani, collaborando in modo sinergico ed efficace con la nostra rappresentanza diplomatica negli Emirati e con le principali istituzioni culturali italiane, con l’obiettivo di rafforzare la presenza del nostro repertorio e dei nostri talenti sulla scena globale. Numerose le realtà italiane che hanno debuttato negli Emirati negli ultimi due anni: tra queste, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma».

L’italiano è considerata la lingua della musica. La lirica può essere uno strumento per imparare la nostra lingua?
«L’italiano è molto più di un idioma: è un patrimonio immateriale, una grammatica della bellezza, un tessuto vivo di storia, arte, scienza ed emozione. E tra tutte le sue espressioni culturali, ce n’è una che più di ogni altra ha saputo far risuonare l’italiano ovunque nel mondo: l’opera lirica. L’opera non è solo un genere musicale. È una forma d’arte totale che ha portato con sé la lingua italiana nei teatri più prestigiosi del pianeta, dalla Scala al Metropolitan, da Tokyo a Buenos Aires. È un veicolo straordinario per l’internazionalizzazione della lingua, perché chi studia canto lirico, ovunque si trovi, deve avvicinarsi all’italiano, comprenderlo, sentirlo, viverlo».

A che punto è la promozione della lingua e della cultura italiana negli Emirati?
«Negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse per la cultura e la lingua italiana negli Emirati Arabi Uniti. Istituzioni, scuole, università e centri culturali stanno sviluppando programmi sempre più strutturati, anche grazie allo straordinario lavoro della nostra rappresentanza diplomatica sul territorio. Mi piace pensare che anche attraverso l’attività di promozione del melodramma italiano che portiamo avanti alla Dubai Opera, contribuiamo a rafforzare questo interesse, avvicinando un pubblico sempre più ampio alla nostra lingua e alla nostra tradizione culturale».

La cultura e le arti possono rappresentare una forza di sviluppo e crescita, anche economica?
«Senza dubbio. La cultura è un motore trasversale di sviluppo: crea valore economico, genera occupazione, stimola il turismo e rafforza il tessuto sociale. In un’epoca in cui i confini geografici e culturali sono sempre più fluidi, le arti diventano strumenti fondamentali di dialogo, innovazione e crescita sostenibile. Investire nella cultura non è un lusso, ma una scelta strategica per il futuro».

Che messaggio si sente di mandare a tutti i giovani italiani, che lavorano in Italia e nel mondo per rendere la musica e le arti sempre più accessibili?
«Credete nel vostro talento e nel valore della cultura, anche quando il percorso sembra incerto. La bellezza, l’arte, la musica hanno il potere di trasformare la nostra società, di unire le persone e di lasciare un’impronta duratura. L’Italia ha una tradizione straordinaria da cui partire, ma ha bisogno della vostra visione, del vostro coraggio e della vostra passione per scrivere le prossime pagine. Portate l’Italia con voi nel mondo, ma soprattutto portate il mondo dentro l’Italia». (sip - 20 mag)


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