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DL CITTADINANZA, ONORI (AZ): MODALITA’ IRRECEVIBILI, ORA ALMENO FARE INFORMAZIONE

Roma, 20 mag -Il decreto su acquisto e riacquisto della cittadinanza per gli italiani all’estero, che arriva oggi alla sua conversione finale alla Camera, “è arrivato di sorpresa nonostante questa fosse una materia su cui il Parlamento avrebbe dovuto legiferare prima, colpevolmente non l'ha fatto, perché è una materia molto impopolare evidentemente. Però le modalità che il governo ha scelto per affrontare questa tematica sono assolutamente irricevibili. Quello che abbiamo provato a fare in Aula è un ragionamento sul fatto che c'era assolutamente l'esigenza di agire e probabilmente anche agire con urgenza. Ma non si può fare un decreto legge che va a cambiare i criteri di acquisizione della cittadinanza italiana senza un dibattito vero”. Così Federica Onori, deputata di Azione, eletta nella circoscrizione Estero, a 9Colonne. “Un minimo di dibattito è stato fatto al Senato, qui alla Camera noi abbiamo ricevuto questo provvedimento senza poterlo modificare: le parole che abbiamo speso sono nella pratica parole al vento, gli andamenti non avevano possibilità di passare”. L’unica eccezione, sottolinea Onori, è stato “il mio ordine del giorno che chiedeva quantomeno, avendo fatto tutte queste modifiche repentine sostanziali con tempistiche notevoli, fare in modo di farlo sapere alla Comunità italiana all'estero, perché quando ti nasce un figlio e hai un anno per registrarlo e fuori da questa finestra tutto diventa molto più complicato, se non impossibile, questa cosa deve essere comunicata con chiarezza”.

Nel complesso però, secondo la deputata di Azione, “lo scenario è drammatico, perché la materia della cittadinanza è una materia para costituzionale, avrebbe bisogno di tanti scambi, di tanto confronto: ci sarebbe bisogno anche di coinvolgere l'opinione pubblica perché cambiare il concetto di cittadino italiano dentro i palazzi senza avere un minimo di dibattito, senza coinvolgere le associazioni e l'opinione pubblica, non aiuterà a far trovare la fiducia nelle Istituzioni”. Tra le motivazioni della maggioranza per la stretta, anche il fatto che sono stati registrati abusi e truffe, soprattutto in America Latina: per Onori “gli abusi ci sono, bisogna agire: ci sono agenzie che si occupano di fare acquistare la cittadinanza a chi in realtà non è interessato minimamente a tornare nel nostro paese ma solo ad avere un passaporto più pesante. Ma non si può agire in questo modo: si poteva fare un decreto in cui si metteva In stand-by la richiesta delle cittadinanze e nel frattempo che si valutava una nuova normativa sulla cittadinanza. La possibilità poteva essere quella stabilire che chi l'ha acquisita finora con criteri non più condivisibili avesse comunque una finestra temporale di un anno, tre anni, 5 anni, per provvedere e manifestare l'interesse a mantenere questo collegamento col paese, magari producendo un certificato di lingua, dimostrando che è interessato in altri modi, trasferendosi. Ma quello che sta facendo il governo in maniera retroattiva, è dire a chi era italiano che non è più, e questo è gravissimo”.

(PO / Sis)

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