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BENI CONFISCATI, FIRMATA INTESA FNSI-ANCI PER PROMUOVERE CULTURA LEGALITA’ E TRASPARENZA

Roma, 21 mag - Promuovere la cultura della legalità e della trasparenza attraverso iniziative che favoriscano la partecipazione attiva dei cittadini al riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata. È il principale obiettivo del protocollo d’intesa che il presidente di Anci nazionale Gaetano Manfredi e Alessandra Costante, segretaria generale della FNSI (Federazione nazionale della Stampa italiana), hanno firmato oggi a Roma, alla presenza del segretario generale Anci Veronica Nicotra e del presidente FNSI Vittorio di Trapani. La collaborazione tra i Comuni e la rete delle Associazioni regionali di Stampa federate nella FNSI si snoderà attraverso due aree di azione: da un lato, lo sviluppo del progetto “Spazi per informare”, finalizzato alla realizzazione, grazie all’utilizzo dei beni immobili confiscati alla criminalità, di attività promosse dalle stesse associazioni regionali per informare sui temi della legalità in favore delle collettività locali. Dall’altro, con la partecipazione ad iniziative volte alla diffusione, con particolare attenzione ai giovani, della cultura della trasparenza e della legalità: seminari e corsi di formazione per giornalisti, amministratori pubblici e cittadini, come strumenti di prevenzione e contrasto alle mafie, alla corruzione e al malaffare. Parlando dell’incontro, Costante ha affermato: “Questo protocollo nasce da un’idea del presidente FNSI Vittorio di Trapani per riuscire a far utilizzare come sedi anche alle associazioni regionali i beni confiscati dalla mafia. Abbiamo messo insieme due esigenze. Molte associazioni regionali hanno bisogno di sedi e poi ci sono questi beni che possono essere molto utili. Devono essere tenuti aperti anche come testimonianza. Di conseguenza nasce questo protocollo al quale abbiamo lavorato molti mesi per riuscire a portarlo a termine. È una collaborazione, quella con Anci, che va avanti da parecchio tempo. Con Anci abbiamo già firmato due protocolli sugli uffici stampa, sulla possibilità che i comuni si dotino di uffici stampa e addetti stampa. Dove c’è giornalismo e dove c’è il giornalista, c’è verità e c’è deontologia”. Prosegue la segretaria generale della FNSI: “Purtroppo oggi molte amministrazioni comunali sono più indirizzate verso l’utilizzo dei social media manager, in una visione distorta secondo la quale il giornalista non può fare anche il social media manager. È molto rischio, perché mentre il social media manager non ha obblighi deontologici, il giornalista ha l’obbligo deontologico previsto dalla legge ordinistica di perseguire la verità. Anche quando sembra comunicare solamente notizie che vengono dalle amministrazioni comunali. Non è banale e non è neppure semplice”. Per il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi si tratta di: “Un accordo importante quello tra Anci e Federazione nazionale della stampa per riutilizzare gli spazi confiscati alla criminalità organizzata con l’obiettivo di avviare iniziative per la diffusione dell’informazione sulla cultura della legalità e su tutte le tematiche legate alla lotta alle mafie. L’intesa di oggi rappresenta dunque la continuazione di un percorso già avviato da tempo e che rafforzerà la presenza dell’informazione non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli Comuni come importante presidio di democrazia”. Costante e di Trapani hanno anche sottolineato: “Giovanni Falcone ha voluto sempre ricordare che la mafia non è invincibile. Ma la lotta non può essere affidata ai soli magistrati, piuttosto ognuno deve fare la propria parte, deve mettere il proprio impegno. Con la firma di oggi la Fnsi assume un impegno in più, e lo fa con una scelta che è simbolica, ma anche fortemente pratica. Nel Paese dove oltre 20 cronisti sono costretti a vivere sotto scorta perché minacciati dalle mafie, il sindacato dei giornalisti si propone di prendere casa - dove possibile, in tutto il territorio italiano - in un bene confiscato. L'obiettivo è restituire quei luoghi ai cittadini sotto forma di case dell'informazione e della conoscenza per favorire la cultura della legalità e del contrasto a mafie e corruzione”, concludono i rappresentanti di FNSI. (PO / gci) ////

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