Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

COME COSTRUIRE LA PACE
SECONDO ZUPPI

COME COSTRUIRE LA PACE <BR> SECONDO ZUPPI

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nominato presidente della CEI nel 2022, ha partecipato anche a questa edizione 2025 del Festival dell’Economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 ORE e da Trentino Marketing, dopo avere animato quella dello scorso anno. In dialogo con Marco Magnani, che insegna International Economics alla Cattolica e alla LUISS Guido Carli, ha parlato stamani al Teatro Sociale di uno dei temi che gli sono più cari, “La pace, valore universale”. "La pace - questo il messaggio del cardinale Zuppi - si costruisce non col il riarmo ma con il ri-dialogo. E questo l'Europa che è sopravvissuta a due guerre mondiali lo sa bene". Lo strumento principe è il dialogo, come insegna l'episodio di San Francesco e il lupo. La capacità di accettare l'altro come interlocutore, e di costruire un nuovo patto, per superare la divisione, per unire. "Dobbiamo riconoscere l'interdipendenza, cioè il fatto che abbiamo bisogno dell'altro. Dobbiamo anche superare un'idea 'muscolare' della pace, ricercare un compromesso al rialzo, non al ribasso. Ma c'è anche bisogno dell'arbitro. Se il terzo non c'è, non mette in dialogo le parti, ma si schiera con una parte soltanto, non andiamo avanti". E l'eredità di Papa Francesco, con cui Zuppi ha lavorato a lungo? "La casa è una sola, impariamo a viverla non come estranei ma come fratelli. E per i cristiani, in particolare, l'idea che solo scoprendo l'altro scopri chi sei tu. Dobbiamo aprirci, non isolarci. E' l'essenza del messaggio cristiano".

Già ospite del Festival lo scorso anno, come ricordato da Magnani, il cardinale Zuppi ha spaziato nel suo intervento su molti temi. "Ha visto il film 'Conclave?" ha chiesto il moderatore in apertura per rompere il ghiaccio. "No, ma ho visto quello reale" ha risposto Zuppi, strappando un sorriso al pubblico. "Davvero c'è un aiuto superiore. - ha proseguito, sottolineando a rapidità con cui il nuovo Pontefice è stato scelto - C'è anche un insegnamento importante lasciatoci da Papa Francesco, la necessità di mettersi sempre al servizio degli altri. Qualcuno dice: attenzione, così perdi autorevolezza. Ma a me sembra che in molti con lui abbiano trovato la vicinanza con una figura che era vista forse come un po' lontana. Papa Francesco è stato fra la gente fino all'ultimo, anche in sedia a rotelle". Venendo al tema della pace, "non riusciamo a capire che la guerra è una sconfitta per tutti" ha detto Magnani. "In realtà forse lo capiamo, - ha chiosato Zuppi - i nostri costituenti ad esempio lo sapevano. Lo hanno scritto nell'articolo 11 della Costituzione. Poi lo abbiamo dimenticato. Diamo anche per scontata la pace. Io sono nato 10 anni dopo la fine della guerra e ho pensato che la pace ci sarebbe stata sempre. In realtà già solo in Europa, abbiamo visto la guerra nella ex-Jugoslavia, qui accanto. Abbiamo perciò una responsabilità enorme. A maggior ragione l'Europa, che tante guerre le ha esportate". Ma cosa vuol dire “pace”? “La nostra pace non è benessere individuale, è sempre relazione. E poi la consapevolezza che come io vivo le mie scelte non è senza conseguenze. Se non fai niente questo niente diventa alleato della divisione. Bisogna fare qualcosa. Bisogna anche combattere l’idea che quello che facciamo non serve a niente Etty Hillesum, donna straordinaria che affronta la guerra restando una donna di pace, ha detto: ognuno di noi deve distruggere in se stesso quello che pensa di dover distruggere negli altri. Ecco il messaggio, non odiare mai, non diventare mai come ‘loro’, anche in campo di concentramento. E poi l’idea agostiniana di salvare un piccolo pezzo di dio in noi stessi, quindi di aiutare dio, come uomini. Ecco l’insegnamento: ognuno di noi può dare il suo contributo, ma senza protagonismo, senza volersi appuntare una medaglia sul petto”. E se la controparte non vuole dialogare? Cosa fare? “Dialogare. È l’atteggiamento di San Francesco e il lupo. Francesco non chiede al lupo garanzie, e non cerca di ucciderlo. Lo chiama, lo riconoscere come interlocutore. Lo aiuta a ricordare, a capire perché è diventato un animale feroce. Lo fa usando parole che il lupo capisce. Gli dice: avevi fame. Poi inizia la trattativa: se noi ti diamo da mangiare, tu la smetti. Ecco la riconciliazione. Si può vivere assieme. E' tutt'altro che ingenuità. Anzi, è la capacità di capire il dolore, di riconoscerlo. Ma di superarlo, diventando architetti di pace, immaginando qualcosa che ancora non c'è". Anche la Santa Sede messa a disposizione da Papa Leone come sede per una trattativa fra Mosca e Kiev può servire, ed è importante, secondo il presidente della CEI, che il Santo Padre abbia avanzato questa proposta per primo, prima che gli venisse richiesto da qualcuno. La costruzione della pace deve essere "creativa". Bisogna inventarsi di tutto pur di raggiungere questo risultato. Il discorso alla fine è tornato all'Europa e al tema dell'ingerenza umanitaria per impedire che la violenza si realizzi. "Certo, bisogna farlo, e bisogna capire come farlo. La via per risolvere i conflitti deve però essere sempre il dialogo e la costruzione di un'architettura di convivenza, di giustizia. Gli strumenti ci sono, vanno esplorati. La guerra ha sempre un periodo di incubazione, non nasce come un incendio improvviso. Dobbiamo percepirne l'odore, subito". Zuppi in questo momento è anche impegnato sul fronte dello scambio di prigionieri fra Ucraina e Russia e sul ritorno a casa dei bambini rapiti in Ucraina. "Il dialogo per fortuna è avviato - ha detto Zuppi - e speriamo che sia un buon laboratorio per ricostruire quello che la guerra ha distrutto". (23 MAG - gci)

NELLA FOTO. Marco Magnani, Matteo Maria Zuppi. Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT

(© 9Colonne - citare la fonte)