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direttore Paolo Pagliaro

DL SICUREZZA: ESAME
TRA SCONTRI E FIDUCIA

DL SICUREZZA: ESAME <BR> TRA SCONTRI E FIDUCIA

Tra Piazza Barberini e la Camera dei deputati la distanza è di circa un paio di chilometri. Ma politicamente, nel giorno di una discussione generale fiume, durata diverse ore e al termine della quale il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge sicurezza, lo è stata molto di più.  

GLI SCONTRI. In una Roma ‘blindata’ dai cordoni delle forze dell’ordine, qualche centinaio di manifestanti hanno partecipato al sit-in organizzato dalle associazioni contro il Dl Sicurezza nella storica piazza romana, mentre in aula a Montecitorio era in corso la discussione generale. Intorno alle 16 i manifestanti – alcuni dei quali con il volto coperto da caschi - hanno tentato di sfondare per due volte il cordone di polizia su via del Tritone, venendo respinti dalle forze di polizia. Durante gli scontri che ne sono seguiti è rimasto ferito Luca Blasi, assessore al III Municipio di Roma con delega in materia di Politiche Culturali e Diritto all'Abitare e portavoce della rete nazionale No Ddl Sicurezza, che ha riportato un grosso bernoccolo sulla tempia destra e una ferita all’orecchio, causata da uno strappo subito all’orecchino. Blasi sostiene di essere rimasto contuso mentre tentava di calmare gli animi tra forze dell’ordine e manifestanti, e di essere stato circondato da tre agenti che lo avrebbero colpito.  Presenti piazza diversi parlamentari, tra cui una delegazione del Pd composta dai deputati Arturo Scotto, Matteo Orfini e Rachele Scarpa e il capogruppo Avs in Senato, Peppe De Cristofaro, che afferma:  “In piazza contro il decreto Sicurezza, quella di oggi è una manifestazione giusta, sacrosanta e il decreto è stato ‘scippato’ al Parlamento, ancora una volta il governo pone la questione di fiducia e lo fa su un provvedimento serissimo, pericolosissimo, che rende molto più difficile la libertà di manifestare e di dissentire. Si aumenteranno le pene, si aumenteranno le sanzioni: insomma vogliono un’Italia silenziata, in cui non si può più protestare, non si può più dissentire. penso che si fa molto bene a stare in piazza oggi e a dire che non è certo quella che propone il governo la ricetta che serve a questo Paese”.

IL DIGIUNO. Intanto, la protesta assume forme diverse: durerà fino al 12 giugno il digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza promossa da A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Forum Disuguaglianze e Diversità e Sbilanciamoci, e che finora ha ricevuto l’adesione di 550 persone. L’iniziativa è stata rilanciata oggi alla Camera in una conferenza stampa organizzata da Riccardo Magi, deputato di Più Europa e relatore di minoranza del provvedimento, approdato questa mattina in aula, che si è augurato che allo sciopero della fame “aderiranno in molti tra i parlamentari perché c’è un salto di qualità in negativo dal punto di vista della lacerazione istituzionale che si crea” con il dl Sicurezza “ed è grave che i presidenti di Camera e Senato non abbiano detto nulla, questo vuol dire che non tutelano più le prerogative dell’assemblea ma sono asserviti a una logica di parte”. Per questo “dobbiamo usare tutti gli strumenti a nostra disposizione, anche quelli delle mobilitazioni nel paese, delle azioni non violente e anche in sede giudiziaria”.  

 

LA FIDUCIA In aula, la maggioranza difende a spada tratta il provvedimento prima che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ponga la questione di fiducia: “Un decreto molto importante, vasto ed articolato, con il quale non si crea, diversamente da quello che strumentalmente dice la sinistra, uno Stato autoritario ma si crea uno Stato autorevole: con il governo Meloni, dopo anni di lassismo dei governi di sinistra sul tema sicurezza, si sceglie la strada dell’ordine, della legalità e della sicurezza, perché diciamolo chiaramente: non c’è libertà senza sicurezza” così Alice Buonguerrieri, deputata Fratelli d’Italia, mentre il suo capogruppo Galeazzo Bignami condanna gli scontri: “Le tensioni tra manifestanti e polizia a Roma, nel corso della violenta protesta contro il dl sicurezza, confermano che l’obiettivo non è tanto opporsi a un provvedimento che noi consideriamo sacrosanto e necessario, ma contestare in maniera violenta il governo.  In questi scontri nuovamente dobbiamo segnalare il ricorso, ormai diventato abituale, ad esponenti del mondo pro Pal che in questi mesi si stanno distinguendo per essere protagonisti di violente manifestazioni. Oltre ad esprimere solidarietà alle forze dell’ordine, vittime delle solite violenze, quanto sta accadendo dimostra l’urgenza e la necessità di questo decreto sicurezza per rafforzare la sicurezza delle nostre donne e uomini in divisa che quotidianamente sono impegnati nella difesa dei cittadini”. Intanto, la capigruppo di Montecitorio ha stabilito che la votazione per appello nominale sulla fiducia si svolgerà domani dalle 18, mentre dalle 16.20 inizieranno le dichiarazioni di voto. Ulteriori fasi di esame fino alle 20 con prosecuzione fino alle 24 e seguito esame nelle giornate successive, fino a venerdì. Sabato 31, invece, nuova manifestazione a Roma contro il decreto. (Roc)                       

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