Confronto telefonico tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. In una nota diramata da Mosca, si sottolinea che il Segretario di Stato americano “ha accolto con favore lo scambio di prigionieri 1.000 contro 1.000 tra Russia e Ucraina avvenuto nel fine settimana. Il Segretario ha ribadito gli appelli del Presidente Trump a un dialogo costruttivo e leale con l'Ucraina, unico modo per porre fine a questa guerra”. Intanto, nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump ha nuovamente espresso la sua frustrazione riguardo allo stato dei negoziati per un accordo di pace in Ucraina. “Non siamo soddisfatti di questa situazione”, ha affermato, dopo che – il giorno precedente - non aveva esitato a scrivere in un post su Truth che l’omologo russo Vladimir Putin sarebbe “completamente impazzito” e, in un altro messaggio, che starebbe “giocando col fuoco”.
Pur rifiutandosi di fornire dettagli sulle possibili conseguenze per Putin in caso del prolungarsi del “nulla di fatto” in campo negoziale, l’inquilino della Casa Bianca si è detto fiducioso sul fatto che entro due settimane possano registrarsi dei risultati positivi. “Presto – ha affermato - scopriremo se Putin vuole porre fine alla guerra oppure no. Sono molto deluso da quanto accaduto qualche notte fa, quando delle persone sono state uccise nel mezzo di quella che potremmo definire una negoziazione”, ha aggiunto. Perché non ha imposto nuove sanzioni contro Mosca di fronte all’inerzia di azione di Putin nei negoziati? È stato quindi chiesto a Trump. "Se penso di essere vicino a concludere un accordo, non voglio rovinarlo facendo questo”, ha risposto il presidente che ha quindi per l’ennesima volta rigettato la responsabilità del conflitto sul suo predecessore. Quella in atto, a detta di The Donald, sarebbe infatti: “la guerra di Biden, la guerra di Zelensky e la guerra di Putin. Questa non è la guerra di Trump”. (29 MAG - DEG)
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