Intervistato dal Tempo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea che il negoziato sui dazi “ha preso una piega positiva grazie alla leadership di Giorgia Meloni sin da quando si è recata a Washington. Durante quel periodo è stato deciso di realizzare un negoziato tra l'amministrazione americana e la Commissione Europea. Anche nel più recente momento di maggiore criticità, è stato l'intervento di Giorgia Meloni a permettere il prolungamento del negoziato fino al 9 luglio e a facilitare un confronto che va oltre le sole questioni tariffarie e commerciali; è prima di tutto un negoziato politico”. Trump è imprevedibile. C'è il rischio di una guerra commerciale? “La strategia che persegue è chiara e ha un obiettivo definito. È cruciale, come ha fatto la Gran Bretagna, lavorare per una riduzione tariffaria tra le due sponde dell'Atlantico: Unione Europea e gli Stati Uniti. È altrettanto importante considerare come si svilupperà il negoziato con altri attori internazionali, soprattutto con Cina, India e Vietnam. Se riuscissimo ad avere esiti positivi nel negoziato tra la Commissione Europea e l'amministrazione americana sui dazi, ma il dialogo con la Cina risultasse negativo, le conseguenze per l'Europa sarebbero serie. In caso di chiusura del mercato americano ai prodotti cinesi e ad altri grandi attori industriali asiatici, questi prodotti cercherebbero di entrare nel mercato europeo, che sarebbe più accessibile. Dobbiamo lavorare per ridurre le tensioni tariffarie tra le due sponde dell'Atlantico e considerare le possibili ripercussioni di un esito non favorevole con altri attori globali”. (29 mag - deg)
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