L’Istituto Superiore di Sanità, nella persona della dottoressa Maria Luisa Ricci, responsabile del Laboratorio di Riferimento per la Legionella dell’ISS ha individuato il Gemelli, attraverso la Asl Roma 1, come “best practice” per il programma di sorveglianza ambientale per la gestione del rischio da Legionella, chiedendogli di condividerlo con una delegazione sanitaria dalla Giordania, nell’ambito del Programma Ue TAIEX. Ad accogliere il team di ingegneri e microbiologi dalla Giordania è stato il gruppo di lavoro multiprofessionale “Legionella” di Fondazione Policlinico Gemelli. Quello del Gemelli è un sistema “multimodale”, che vede la partecipazione di diverse figure professionali, sanitarie e tecnico-impiantistiche, tra ingegneri, igienisti e clinici. Nell’ospedale i pazienti con sintomi sospetti vengono sottoposti a test diagnostico di ultima generazione permettendo così di avviare tempestivamente una terapia e mettere in sicurezza l’organizzazione. Inoltre, è stata messa in essere una sorveglianza ambientale sui circuiti di produzione e distribuzione dell’acqua sanitaria e sulle unità di trattamento dell’aria che vengono periodicamente monitorate. E oltre a presidiare di continuo il sistema, al minimo alert si interviene con misure di risanamento ad hoc. “Il modello – spiega la la professoressa Patrizia Laurenti, associata di Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttrice della Struttura complessa di Igiene ospedaliera di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS - si basa su un approccio multimodale: la direzione sanitaria si fa garante di tutto il sistema, la microbiologia offre un contributo di elevatissima qualità con le metodiche di tipizzazione molecolare, i clinici danno un supporto nella tempestività diagnostica e dell’avvio della terapia salva-vita per molte persone che hanno condizioni di rischio non solo cliniche, ma anche di abitudini di vita (ad esempio i fumatori)”.
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