La Casa Bianca ha annunciato ieri che Israele ha accettato il piano degli Stati Uniti per un cessate il fuoco a Gaza. Secondo la portavoce Karoline Leavitt, “l'inviato speciale Steve Witkoff e il presidente hanno presentato ad Hamas una proposta di cessate il fuoco, che Israele ha approvato e sostenuto”. Da parte sua però, Hamas, attraverso uno dei suoi leader in esilio, ha affermato che il piano “spinto” dagli Usa “significherebbe, in sostanza, la perpetuazione dell'occupazione, la continuazione di omicidi e carestia anche durante il periodo di tregua temporanea, e non risponderebbe ad alcuna delle richieste del popolo palestinese”.

 Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato alle famiglie degli ostaggi che in linea di principio approva l'ultima proposta presentata da Witkoff mentre due fonti riservate hanno riferito al Times of Israel che Hamas, nonostante le dichiarazioni circolate ieri, sarebbe  propensa ad accettare l'accordo, seppure con alcune riserve. Di conseguenza, l'accordo non sarebbe ancora da considerarsi definitivo e le trattative potrebbero protrarsi ancora per diversi giorni, hanno affermato le fonti. Secondo quanto si apprende, il piano Witkoff prevederebbe da parte di Hamas il rilascio di 10 ostaggi israeliani viventi trattenuti a Gaza e la restituzione dei corpi di 18 ostaggi deceduti durante in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni.

Inoltre, Israele rilascerebbe 125 detenuti per terrorismo che stanno scontando l'ergastolo, 1.111 cittadini di Gaza detenuti dall'inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, e 180 corpi di palestinesi attualmente in mano a Israele.  Le IDF si ritireranno anche da alcune aree in cui sono attualmente schierate le truppe; i parametri del ritiro saranno definiti "durante i negoziati di prossimità". Intanto, nell’enclave si continua a morire. La Protezione civile nella Striscia di Gaza ha annunciato la morte di 44 persone nei raid israeliani di ieri, tra cui 23 in un attacco a un'abitazione a Boureij, nel centro del territorio palestinese. (30 mag - deg)