L’inasprimento delle barriere doganali potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, presentando la relazione annuale sul 2024, spiegando che i dazi potrebbero comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase già caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo e che stanno già incidendo negativamente sulla fiducia di famiglie e imprese, con possibili ripercussioni su consumi e investimenti. “Le politiche protezionistiche stanno spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa”. è l’allarme lanciato dal governatore. Nel dettaglio, “i dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali”. Le conseguenze comporterebbero “un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente, i cui effetti rischiano di travalicare la sfera commerciale, alterando la struttura del sistema monetario internazionale, oggi incentrato sul dollaro, e limitando i movimenti dei capitali. Potrebbero spingersi oltre, frenando la circolazione di persone, idee e conoscenze. L’indebolimento della cooperazione globale, anche in campo scientifico e tecnologico, finirebbe per ridurre gli incentivi all’innovazione e ostacolare il progresso. A lungo andare, verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa”.
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