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direttore Paolo Pagliaro

La Sicilia del mito al Festival Lirico dei Teatri di Pietra

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

La Sicilia del mito al Festival Lirico dei Teatri di Pietra

Immagina luoghi magici, dove le antiche cavee greco-romane diventano palcoscenici naturali, e le pietre sembrano risuonare con il canto degli dei. È in questo scenario suggestivo che si svolge in Sicilia la nuova edizione del Festival Lirico dei Teatri di Pietra, un evento di grande richiamo internazionale promosso dal Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa e presieduto da Alberto Munafò Siragusa. Il festival si ispira al concept “Respirare il Mito”, un viaggio tra cultura, arte ed esistenzialità, che celebra il dialogo tra mito e storia, creando atmosfere di incanto e melodie senza tempo. La manifestazione, itinerante e articolata in oltre quaranta tappe da luglio a settembre, attraversa alcune delle location più suggestive dell’isola e del Mediterraneo, portando in scena un ricco programma di spettacoli di altissimo livello. Il grande protagonista di questa edizione sarà l’opera verdiana “Aida”, rappresentata in tre diverse location: il Teatro greco di Siracusa il 24 luglio, quello di Tindari il 26 luglio e il Teatro antico di Taormina il 29 luglio. La produzione promette di essere un evento imperdibile, con un cast di eccellenza internazionale, tra cui la soprano sudafricana Pumeza Matshizika e il tenore Walter Fraccaro, accompagnati dal Coro Lirico Siciliano e dall’Orchestra Filarmonica della Calabria, diretti dal maestro Filippo Arlia. La regia innovativa di Salvo Dolce renderà questa “Aida” un’esperienza scenica e filologica di grande impatto. Non mancheranno poi omaggi musicali a grandi artisti come Ennio Morricone, in occasione del quinto anniversario della sua scomparsa, con concerti a Siracusa e Taormina che vedranno anche la partecipazione speciale di Lorenzo Licitra. Un tributo emozionante, arricchito da novità musicali ispirate al lato più pop del compositore. Tra le novità di quest’anno, la prima assoluta in Sicilia della “Carmina Burana” in versione scenica, con regia di Salvo Dolce e protagonisti il Coro Lirico Siciliano e l’ensemble orchestrale diretto da Giovanni Ferrauto. E ancora, un suggestivo abbinamento tra Ravel e Mascagni il 20 agosto a Taormina, con un omaggio a Maurice Ravel in occasione del 150° anniversario della nascita, e l’esibizione di “Cavalleria rusticana” con la regia di Marco Savatteri. Il festival si distingue anche per il suo impegno sociale e culturale, proseguendo la collaborazione con l’Associazione “Sicilia, turismo per Tutti”, che ha portato alla realizzazione della traduzione simultanea dell’opera in Lingua dei Segni, rendendo lo spettacolo accessibile a tutti. E non finisce qui: tra le novità ci sarà anche un omaggio a Lucio Dalla con la voce di Pierdavide Carone, un’opera sensoriale e sinestetica, e una suite ispirata al “Cantico delle creature” di San Francesco, firmata da Corrado Neri, che celebrerà l’800° anniversario del testo.


L’ESTATE DEL MASSIMO DI PALERMO TRA LIRICA E DANZA

Con una nuova commissione musicale dedicata a Santa Rosalia, il Teatro Massimo di Palermo dà il via il 22 giugno al programma di concerti e spettacoli dell’estate 2025. Un percorso artistico che intreccia memoria, identità culturale e apertura internazionale e che si sviluppa lungo cinque assi tematici fondamentali: la celebrazione di Santa Rosalia a 400 anni dal primo Festino, in continuità con le attività della scorsa estate per il quarto centenario dal rinvenimento delle spoglie della patrona di Palermo; il dialogo fra musica e cinema, dai grandi classici del muto fino alla cinematografia italiana più recente, rappresentata da un compositore come Paolo Buonvino; la valorizzazione del canto lirico, patrimonio immateriale dell’umanità, con tre concerti dell’Orchestra del Teatro Massimo e cantanti affermati o giovanissimi, prevalentemente siciliani; l’ampiezza e la profondità del repertorio corale, con una particolare attenzione alla musica sacra; e infine il rinnovato impegno per la danza e per il Corpo di ballo della Fondazione, una delle uniche quattro in Italia ad avere una compagnia stabile. La programmazione dei concerti e degli spettacoli si svolgerà prevalentemente in Sala Grande, nel cuore della città che in estate accoglie migliaia di turisti, e si arricchisce di appuntamenti in sedi esterne di grande prestigio. Parallelamente a questo programma la Fondazione ha impaginato altre due sezioni: l’Estate Young e il Massimo Per La Città. L’inaugurazione della stagione, il 22 giugno alle ore 21:00 in Sala Grande, è dedicata a Santa Rosalia, patrona di Palermo, in occasione del quattrocentesimo anniversario del primo Festino. Il Teatro Massimo celebra questa ricorrenza con "Canto per Santa Rosalia", un’opera appositamente commissionata alla giovane compositrice Maria Chiara Casà, proposta in prima esecuzione assoluta. Il programma della serata vedrà protagonisti il Coro del Teatro Massimo e il Coro di voci bianche con musiche corali di Gabriel Fauré, affidate alla direzione di Salvatore Punturo, maestro del Coro della Fondazione.

AL TORLONIA UNO SGUARDO POETICO SULLA ROMA DEGLI ANNI ’50
Sul palco del Teatro Torlonia di Roma debutta La Lente Scura di Anna Maria Ortese, in scena dal 5 all’8 giugno, un’immersione profonda e suggestiva nella Roma degli anni ‘50, per la regia di Lucia Rocco, che ne rivela le sue sfumature più nascoste, tra luci abbaglianti e ombre inattese. La Lente Scura, tratto dall’omonima e celebre raccolta di racconti di viaggio di Ortese, diventa la metafora espressiva di questa nuova produzione del Teatro di Roma, con interpreti Francesca Piccolo e Federico Guariglia, che daranno corpo e voce alle parole della scrittrice, accompagnati dalle musiche di Ran Bagno e dai video di Alessandro Papa. Le note di regia di Lucia Rocco illuminano l’intento: la “lente” si frappone tra lo sguardo del pubblico e una Roma estiva degli anni '50, una città che si mostra in una luce abbagliante ma che, per converso, produce ombre altrettanto dense. Passeggiando accanto alla narratrice, lo spettatore è invitato a inforcare “occhiali dalle lenti scure” per oltrepassare la superficie luminosa e scoprire una moltitudine di zone d’ombra. Qui brulica un’umanità contraddittoria, ineffabile e perennemente in pericolo, a rischio di crollare su sé stessa. Le parole di Ortese, riprese dalla messa in scena, scrutano la povertà e la miseria di una città in costruzione sulle macerie della guerra, dove i personaggi si fondono con il paesaggio sociale e storico che popolano. È lo sguardo blasé ma al tempo stesso curioso della forestiera, attratta dalla magnificenza di Roma eppure restia a immergersi nel suo vortice urbano. Uno sguardo che si nutre di impressioni e preferisce ricostruire la realtà attraverso il filtro della memoria. La Lente Scura rappresenta la conclusione ideale del ciclo Racconti Romani, che ha esplorato Roma attraverso le voci dei suoi grandi autori, offrendo un’esperienza teatrale profonda e suggestiva.

“DELITTI ALLO SPECCHIO” IN SCENA AL BRANCACCIO DI ROMA
“Chiara Poggi e Meredith Kercher non si conoscevano e probabilmente, se avessero potuto evitare l’ineludibile destino di morte che le attendeva, a tradimento, in un giorno qualunque, non si sarebbero mai incontrate. Eppure, le vicende che le hanno viste coinvolte come vittime hanno davvero tanto in comune. Due storie e due inchieste per molti versi speculari, che si intersecano l’una nell’altra all’interno di un labirinto di specchi.” Con queste parole la criminologa e profiler Roberta Bruzzone ha aperto nei giorni scorsi il suo spettacolo "Delitti allo specchio", al Teatro Brancaccio di Roma. Lo spettacolo ha offerto al pubblico un’analisi dettagliata delle indagini, mettendo a confronto due storie tragiche accomunate da molteplici punti di contatto: lacune investigative, errori, ricostruzioni controverse e un impatto mediatico fortissimo. Bruzzone ha ricostruito con rigore i passaggi chiave delle inchieste, evitando ogni forma di spettacolarizzazione. Il tono, asciutto e preciso, ha guidato la platea dentro i dossier dei due casi, evidenziando le contraddizioni emerse nel tempo e il peso della pressione mediatica nella percezione pubblica della giustizia. Particolare attenzione è stata dedicata al caso di Chiara Poggi, tornato recentemente alla ribalta dopo la riapertura delle indagini. Tra analisi forense, lettura del comportamento criminale e riflessione sull’etica investigativa, lo spettacolo si è trasformato in un’occasione per interrogarsi sul significato più profondo del fare giustizia. A conclusione della serata, Bruzzone ha scelto di lasciare il pubblico con una citazione di Voltaire: “Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità.” (sof)

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