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direttore Paolo Pagliaro

POLONIA, PRESIDENZIALI
CHE “BOCCIANO” L’UE

POLONIA, PRESIDENZIALI <BR> CHE “BOCCIANO” L’UE

Colpo di scena in Polonia. Mentre i sondaggi in uscita indicavano una vittoria risicata per il filo-europeo Rafal Trzaskowski, sindaco  di Varsavia, del Partito Liberale del Primo Ministro Donald Tusk, i risultati definitivi hanno invece spinto in vantaggio il suo rivale, il nazionalista conservatore Karol Nawrocki sfegatato “fan” di Donald Trump. Alla fine del conteggio, è stato il candidato sovranista ad aggiudicarsi le chiavi del palazzo presidenziale, con il 50,89% dei voti.

Si tratta di una grave battuta d'arresto per il governo filo-europeo del paese, arrivata dopo elezioni indecise con un'affluenza alle urne superiore al 71%. I presidenti polacchi esercitano infatti una certa influenza sulla politica estera e di difesa del loro Paese. Soprattutto, hanno un potere di veto a livello legislativo, che può essere superato solo da una maggioranza di tre quinti in parlamento, cosa che l'attuale governo non ha. Le riforme pianificate dal primo ministro Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo salito al potere nel 2023, sono state bloccate a causa della situazione di stallo con l'attuale presidente nazionalista Andrzej Duda.

La vittoria di Karol Nawrocki rischia quindi di bloccare il programma progressista del governo, in particolare in materia di aborto e diritti LGBT+, e potrebbe riaccendere le tensioni con Bruxelles sulle questioni relative allo stato di diritto. Fervente difensore dei “valori tradizionali”, il sovranista si è affermato anche come paladino delle rivendicazioni dei residenti delle aree rurali, dove ha vinto con uno schiacciante 63,4%. Le imbarazzanti rivelazioni sul suo conto (partecipazione a risse tra teppisti, controversa acquisizione di case popolari) non hanno evidentemente scosso la sua base elettorale. (2 GIU - deg)

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