Secondo quanto stabilito dalla capigruppo di Palazzo Madama, l'approdo in aula della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati è stato spostato di una settimana, al 18 giugno, accogliendo quindi solo in parte la proposta delle opposizioni di un rinvio a settembre. “Ho proposto alla maggioranza di accettare un rinvio di 7 giorni, più 1 addirittura, dell'esame del provvedimento di riforma costituzionale" sottolinea il presidente del Senato Ignazio La Russa, rimarcando che "la maggioranza era già stata ossequiosa verso la mia proposta precedente di rinviare all'11 giugno, questo è il secondo rinvio che faccio, quindi abbiamo rinviato praticamente di almeno un mese, invitando nel frattempo la commissione a lavorare il più alacremente possibile e l'opposizione a ridurre almeno gli emendamenti ripetitivi, ce ne sono moltissimi. Ma devo dire che questi doppi appelli non è che siano serviti a molto” afferma La Russa. “La maggioranza - aggiunge - ha accolto questa mia proposta, dicendo per rispetto della proposta del presidente, e così abbiamo inserito il DL Spazio al posto di questo". “Non vedo gli spazi per esaurire l’esame – ammette poi La Russa - se non fanno una seduta notturna tutti i giorni, e se prima non vi è la volontà di ridurre gli emendamenti è anche inutile fare le sedute notturne: ci voleva un incontro, io non l'ho visto questo sforzo, devo ammetterlo da parte di nessuno e temo quindi che si andrà senza relatore, ma dipende dalla Commissione. Se poi da qui al 18 riuscissero a risolvere tutti i temi, a votare tutti gli emendamenti e il provvedimento andremo con il relatore, se no andremo senza relatore, non è la fine del mondo”. All’attacco le opposizioni: “E’ evidente che la praticabilità del confronto democratico è sempre più limitata” così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, al termine della capigruppo. “Chiediamo – aggiunge - che ci sia il rispetto delle prerogative delle opposizioni e mi pare di capire che da questo punto di vista la maggioranza sta obbedendo al governo ancora una volta, supina e si va verso un'umiliazione ulteriore del Parlamento, delle prerogative soprattutto delle opposizioni”. Secondo la vicecapogruppo M5S, Alessandra Maiorino, "lo spostamento al 18 giugno non cambia nulla, in quanto non consentirà comunque di arrivare in aula con il relatore e l'esame in commissione. Abbiamo chiesto un voto sul calendario, con cui si aprirà la seduta la prossima settimana, perché noi in capigruppo abbiamo votato no a questa nuova tabella di marcia che non cambia sostanzialmente nulla". (Roc)
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