Gli Stati Uniti hanno sanzionato ieri quattro giudici della Corte penale internazionale (CPI), ritenendo che i procedimenti da loro avviati nei confronti dei soldati americani o dell'esecutivo israeliano siano “illegittimi” e “politicizzati”. “Non abbiamo preso questa decisione alla leggera. Essa riflette la grave minaccia rappresentata dalla politicizzazione e dall'abuso di potere presso la CPI”, ha affermato il Dipartimento di Stato in una nota. Nel mirino di Washington sono finite le toghe Solomy Balungi Bossa e Luz del Carmen Ibánez Carranza, che hanno avviato le indagini della CPI su presunti crimini di guerra commessi dai soldati statunitensi in Afghanistan. Tra loro ci sono anche Reine Alapini Gansou e Beti Hohler, che hanno autorizzato la CPI a emettere mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant.
Dunque, ai quattro giudici sarà impedito l'ingresso negli Stati Uniti e i loro beni nel Paese saranno sequestrati, una misura solitamente utilizzata contro i funzionari di Paesi ostili all'America. “Gli Stati Uniti intraprenderanno tutte le azioni che riterranno necessarie per proteggere la nostra sovranità, quella di Israele e di qualsiasi altro alleato degli Stati Uniti dalle azioni illegittime della CPI”, ha affermato in una nota il Segretario di Stato americano Marco Rubio. “Faccio appello ai paesi che ancora sostengono la CPI, molti dei quali hanno ottenuto la libertà al prezzo di grandi sacrifici americani, a combattere questo vergognoso attacco alla nostra nazione e a Israele”, ha aggiunto. La corte ha replicato a stretto gito, affermando in una nota che “Queste misure rappresentano un chiaro tentativo di minare l'indipendenza di un'istituzione giudiziaria internazionale che opera sotto il mandato di 125 Stati parte provenienti da ogni angolo del mondo”.
A febbraio, gli Stati Uniti avevano già imposto sanzioni al procuratore della CPI Karim Khan, che aveva avviato il procedimento contro il governo israeliano. Il procuratore si è poi dimesso, essendo sotto inchiesta per “presunta cattiva condotta”. Va sottolineato che né gli Stati Uniti né Israele sono membri della CPI, la corte permanente incaricata di perseguire e processare gli individui accusati di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Non ne riconoscono l'autorità di perseguire i propri cittadini. L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, questa mattina, ha dunque salutato con favore le sanzioni, ringraziando l'amministrazione Trump per averle imposte. “Grazie, Presidente Trump e Segretario di Stato Rubio, per aver imposto sanzioni contro i giudici politicizzati della CPI. Avete giustamente difeso il diritto di Israele, degli Stati Uniti e di tutte le democrazie a difendersi dal terrore selvaggio”, si legge in una nota dell'ufficio del Primo Ministro pubblicata su X. (6 GIU - deg)
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