Uno studio coordinato dal Cnr-Ibe e condotto con Ispra, nell’ambito del progetto Mirificus, e pubblicato sulla rivista Remote Sensing Applications: Society and Environment, ha analizzato il fenomeno delle isole di calore superficiali urbane (SUHI) nei venti capoluoghi di regione italiani, utilizzando dati satellitari Nasa e Copernicus relativi alle estati dal 2013 al 2023. Il fenomeno si verifica quando le superfici artificiali delle città, soprattutto in estate, si riscaldano più rapidamente rispetto alle aree naturali, generando vere e proprie “bolle” di calore. “Le SUHI sono diffuse in tutti i capoluoghi, senza distinzioni geografiche”, spiega Marco Morabito, ricercatore del Cnr e coordinatore dello studio. L’intensità del fenomeno è influenzata da topografia e urbanizzazione. Città con maggiore complessità morfologica e aree verdi, come Torino, Genova o Trento, mostrano forti differenze tra centro e periferia. In pianura, come a Milano, Roma o Napoli, il divario è più contenuto, con casi in cui le periferie risultano persino più calde del centro. Fondamentale il ruolo del verde urbano, soprattutto alberi: un incremento del 5% della copertura arborea può abbassare la temperatura media superficiale di oltre mezzo grado. I dati offrono spunti concreti per strategie urbane di adattamento climatico.
(© 9Colonne - citare la fonte)