Rapito e ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti a 101 anni dalla morte è oggi il simbolo della forza della verità contro le illegalità commesse dal nascente regime di Benito Mussolini. Giornalista e segretario del Partito Socialista Unitario, denunciò l’operato del dittatore il 3 gennaio 1925, in un discorso alla Camera dei deputati, e il suo corpo venne ritrovato il 16 agosto 1924. Non a caso, dopo circa due anni dall’intervento in Aula che gli costò la vita, arrivò l'approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell'Aventino come protesta per il delitto. La politica italiana ha voluto ricordare la sua figura: Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, ha ricordato su X che “in pieno giorno, alla luce del sole, 101 anni fa sicari fascisti assassinarono il più lucido e inflessibile nemico del regime, il deputato socialista Giacomo Matteotti. 101 anni dopo la memoria di un combattente instancabile per la libertà e per la giustizia continua a essere faro per la nostra democrazia”. Anche il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia, ha commentato l’anniversario sui social: “Giacomo Matteotti resta la voce incorruttibile della democrazia contro la violenza del potere: il suo coraggio ci ricorda ogni giorno il prezzo della libertà”.
“Il discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei deputati del 30 maggio 1924 rappresenta uno dei momenti più alti di coerenza morale e politica. È un testo che dovrebbe essere letto e studiato nelle scuole, perché racchiude la forza di un ideale e la chiarezza di una scelta: stare dalla parte giusta, anche a costo della vita. Siamo qui, ai piedi del monumento dedicato a Giacomo Matteotti, perché crediamo profondamente nei valori della libertà, della democrazia e dell’antifascismo. E perché riconosciamo il sacrificio di un uomo che ha pagato con la vita il coraggio di dire la verità, di denunciare l’ingiustizia, di opporsi al fascismo, pur sapendo che sarebbe andato incontro a conseguenze gravissime”. Sono state invece le parole della presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, che questa mattina, con delega del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha partecipato alla commemorazione presso il monumento a Giacomo Matteotti sul Lungotevere Arnaldo Da Brescia promossa dal “Circolo culturale Saragat e Matteotti”. “Oggi, in un tempo in cui avanzano nuove forme di autoritarismo, tra rigurgiti di odio, razzismo e revisionismo - ha aggiunto Celli - ricordare Giacomo Matteotti non deve essere solo un momento commemorativo. Fare nostra la sua testimonianza significa ribadire, con voce alta e chiara, che la Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza, è fondata sull’antifascismo, ed è sorretta dai valori della Costituzione. Dobbiamo parlare ai giovani e raccontare loro chi era Matteotti e perché, ancora oggi, rappresenta una luce nel cammino democratico della nostra storia”.
Sullo sfondo, nel Comasco, un ragazzo di 17 anni è stato indagato e sottoposto a una misura restrittiva dell'uso del web per due mesi da parte della Polizia, mentre altri due minori (rispettivamente in Friuli Venezia-Giulia e nuovamente nel Comasco) sono stati perquisiti in quanto promotori di un gruppo con l’obiettivo di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di odio razziale, compreso l’antisemitismo. Nello specifico, i tre apparterrebbero ad ambienti legati all'estrema destra radicale e suprematista, dedita online a richiami al fascismo e al nazismo. E proprio dal monitoraggio sul web è iniziata l’attività investigativa. Un monitoraggio che forse oggi richiederebbe nuove voci critiche a denunciare la situazione, come fu quella di Giacomo Matteotti. (10 GIU – gci)