VACCARO (CGIE): DIGITALIZZARE VOTO, TUTELARE SICUREZZA
“La tematica da affrontare con maggiore priorità è il diritto di voto all’estero, perché rappresenta la base su cui si fonda ogni altro processo di partecipazione e cittadinanza. Senza un sistema di voto estero affidabile, trasparente e moderno, parlare di diritti, di rientro o di cittadinanza piena rischia di diventare retorico”. Lo sottolinea a 9colonne Carmelo Vaccaro, Consigliere CGIE (Circoscrizione Svizzera). “Oggi milioni di italiani nel mondo partecipano alla vita del Paese con competenze, risorse e valori, ma spesso si trovano esclusi dai processi decisionali, o demotivati da un sistema che non garantisce trasparenza, tempestività o rappresentanza reale. Digitalizzare il voto, tutelarne la sicurezza e ridurre tempi e irregolarità è un passo necessario per ricostruire la fiducia nelle istituzioni” aggiunge Vaccaro. A proposito delle priorità per il Cgie aggiunge: “E’ fondamentale poi affrontare nuovamente la questione della cittadinanza, specialmente per i discendenti degli italiani emigrati. Il recente decreto sulla cittadinanza, approvato il 28 marzo 2025, penalizza e discrimina le nuove generazioni di italiani all’estero nel riconoscimento del diritto. Il sangue italiano non può fermarsi a una data, né essere regolato da norme che non riflettono la storia dell’emigrazione. Infine, gli incentivi al rientro sono importanti, ma da soli non bastano: servono politiche sistemiche, legate al lavoro, all’assistenza sanitaria, alla scuola e alla fiscalità. Incentivare il rientro significa anche valorizzare chi è partito, e non trattare il ritorno come una concessione temporanea. In sintesi, bisogna ripartire da un diritto basilare: dare voce agli italiani all’estero e ascoltarla con serietà. Solo così cittadinanza e rientro potranno essere strumenti concreti, e non soltanto slogan” conclude Vaccaro. (EMG Gil)
VACCARO (CGIE): POLITICHE INTELLIGENTI PER I GIOVANI
“Le azioni da mettere in campo per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero? Bisogna puntare su cinque leve chiave: lingua e cultura (più corsi, scuole e risorse digitali); viaggi e scambi (esperienze in Italia accessibili e stabili); spazi digitali (piattaforme per informare, connettere e coinvolgere); Associazionismo rinnovato (eventi e iniziative pensati per i giovani); Partecipazione civica (dare loro un ruolo nei Comites e nel CGIE). Lo sottolinea a 9colonne Carmelo Vaccaro, Consigliere CGIE (Circoscrizione Svizzera). “Investire nei giovani all’estero significa costruire il futuro dell’Italia nel mondo” sottolinea ancora Vaccaro. “I giovani nati all’estero non hanno un legame scontato con l’Italia: va curato, nutrito e riconosciuto. Servono politiche intelligenti, inclusive e orientate al futuro. Perché un giovane che sente di appartenere sarà un ponte vivente tra culture, e un alleato prezioso per il nostro Paese” conclude. (EMG Gil)
VACCARO (CGIE): PROMUOVERE SINERGIE CON RETE DIPLOMATICO-CONSOLARE
“CGIE e Comites soffrono spesso di un finanziamento residuale, insufficiente per realizzare progetti concreti. Serve invece un budget strutturale, capace di sostenere iniziative culturali, sociali, formative e informative all’estero. Per quanto riguarda le risorse, si potrebbero destinare fondi derivanti dalle tasse pagate dagli italiani all’estero su conti bancari e immobili utilizzati solo per brevi periodi”. Lo sottolinea a 9colonne Carmelo Vaccaro, Consigliere CGIE (Circoscrizione Svizzera). “Come membro della Commissione III del CGIE, mi impegno a promuovere modifiche radicali per rafforzarne il ruolo futuro. Valorizzare il CGIE come organismo di rappresentanza, e non solo consultivo, è per me una priorità per renderlo all’altezza delle esigenze degli italiani all’estero nel 2025. Inoltre, sono necessarie maggiori sinergie con la rete diplomatico-consolare. A tal fine, propongo incontri sul territorio della Svizzera francese per costruire alleanze concrete tra CGIE, Comites e istituzioni cantonali, migliorando servizi e progetti culturali con la partecipazione di tutti gli attori locali” spiega Vaccaro. “Comites e CGIE dovrebbero diventare veri centri di coordinamento territoriale, promuovendo eventi e interventi culturali, educativi ed economici, con il supporto diretto delle comunità. Solo così il CGIE potrà svolgere un ruolo incisivo, efficace e realmente rappresentativo, sia all’estero che in Italia. Non una struttura simbolica, - conclude il consigliere - ma un vero acceleratore delle istanze degli italiani nel mondo”. (EMG Gil)
TADDONE (CGIE): GOVERNO CI ASCOLTI
È necessario “dimostrare che l'Italia è fiera delle proprie comunità all'estero”: secondo Daniel Taddone, Consigliere del CGIE eletto in Brasile, l’Italia deve riallacciare il legame con i suoi emigrati analizzando i temi più sentiti: cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro. “Dobbiamo approfondire questi temi a livello interno, in modo da garantire alle nostre comunità di origine una risposta chiara e articolata, considerando che il Governo Meloni tenderà a perseguire i propri interessi senza consultare il CGIE”, afferma Taddone a 9colonne. Le politiche dell’esecutivo, denuncia il Consigliere del Cgie, “evidenziano un segnale negativo per i nostri giovani, nati e residenti all'estero. L'Italia - Governo, Parlamento e le altre istituzioni - si è storicamente limitata a belle parole, mentre sul piano operativo il risultato è stato un eclatante nulla”. Un “passo fondamentale” per rafforzare il legame dei giovani nati all’estero con l’Italia, è “aprire scuole italiane all'estero, specialmente nei paesi sudamericani, ma al momento non si intravede alcun segnale concreto in tal senso. Non siamo nemmeno capaci di avviare l'apertura di nuovi Istituti Italiani di Cultura. Allo stesso modo, mancano programmi idonei a premiare e rafforzare il ‘legame effettivo’ (il cosiddetto genuine link) degli italo-discendenti, un concetto che, in realtà, è stato utilizzato dal Governo come pretesto per imporre una stretta incostituzionale sulla cittadinanza”, conclude Taddone rilevando che “spetta agli organi di Stato riconoscere e attribuire al Cgie l'importanza che merita. Tuttavia, osserviamo che, anno dopo anno, il suo peso e la sua rilevanza sembrano diminuire, tanto che, attualmente, persino la rete diplomatico-consolare fatica a comprenderne appieno il valore strategico per l'Italia all'estero”. (sip)
GURRIERI (CGIE): RIFORME NECESSARIE, GIOVANI AL CENTRO
Le istituzioni italiane devono “riconoscere e rafforzare” il ruolo del Consiglio generale degli italiani all’estero dando anche “finanziamenti adeguati”. Ne è convinto Silvestro Gurrieri, Consigliere del CGIE eletto in Germania. Le priorità sul tavolo del Cgie, per Gurrieri, sono cittadinanza, voto all’estero e riforma della rappresentanza: temi di cui si discuterà nei prossimi giorni a Roma in occasione della plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Sul fronte cittadinanza, “il governo non ci ha coinvolti e non ci ha chiesto un parere come invece prevede la legge: un tema così importante per milioni di cittadini in tutto il mondo si doveva affrontare diversamente, senza creare delle fratture fra l’Italia e le nostra comunità all’estero”, afferma Gurrieri a 9colonne. Sul voto all’estero il Cgie “è disponibile a una riforma, necessaria e indiscutibile”; lo stesso vale per le riforme che riguardano le rappresentanze degli italiani all’estero, come Comites e lo stesso Cgie: “E’ un tema che deve essere affrontato e noi abbiamo fatto delle proposte”. Infine, per rafforzare il legame dei giovani nati all’estero con l’Italia, Gurrieri propone di organizzare una nuova Conferenza dei giovani italiani nel mondo, “dando seguito a quella che si è tenuta a Palermo nel 2019, per discutere sulle esigenze delle nuove generazioni”. (sip)
CAMPANALE (CGIE): AFFRONTARE TEMA CITTADINANZA
“Cittadinanza, voto estero e incentivi al rientro: sono tutti e tre temi prioritari per il Cgie, ciascuno per ragioni diverse, ma strettamente connessi”. A parlare - in occasione della prossima Assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), che si terrà nei prossimi giorni a Roma – è Lidia Campanale, Consigliera CGIE per l’Austria. Campanale, pugliese, rappresenta la comunità italiana residente in Austria all’interno del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Nata ad Acquaviva delle Fonti (Bari), vive da anni a Vienna, dove è attiva nel panorama culturale ed educativo. Docente di musica presso un istituto IB (International Baccalaureate), è anche pianista e direttrice di coro. Il suo impegno professionale e culturale si riflette nel ruolo che ricopre nel CGIE, dove è attualmente Presidente della Commissione IV – Lingua e Cultura, e parte attiva del gruppo di lavoro sul Turismo delle Radici. “Sul tema della cittadinanza, il recente decreto legge ha avuto un impatto profondo sulle nostre comunità all’estero, generando forti disparità di trattamento. In molti casi, il cambiamento di regime senza un periodo transitorio ha prodotto situazioni paradossali: figli con passaporto italiano accanto a fratelli che non hanno più diritto a richiederlo; costi e procedure non uniformi che contribuiscono a creare confusione e diseguaglianza. Questo è inaccettabile e va affrontato con urgenza” dichiara a 9colonne la consigliera. “Il diritto di voto all’estero è fondamentale per garantire piena partecipazione democratica. È da anni oggetto di dibattito, ma se da un lato è essenziale mantenere la trasparenza e combattere ogni forma di illegalità, dall’altro è necessario lavorare verso una semplificazione e digitalizzazione delle procedure. Partecipare non deve diventare un ostacolo. Serve anche qui maggiore omogeneità tra aree geografiche e strumenti a disposizione. Per quanto riguarda gli incentivi al rientro, questi sono fondamentali ma non sufficienti: serve una visione più ampia. Non si tratta solo di favorire il ritorno, ma di rendere l’Italia un Paese attrattivo, in cui i giovani e le famiglie all’estero scelgano di costruire un futuro, lavorare, investire, contribuire. Senza politiche serie su lavoro, imprese e sostegno alla famiglia, il rimpatrio resta un’opzione residuale”. (PO Gil)
CAMPANALE (CGIE): ANCHE MOBILITA’ RAFFORZA IDENTITA’
A proposito dei giovani italo discendenti e del loro legame con l’Italia, Lidia Campanale, Consigliera CGIE per l’Austria spiega: “Prima di parlare di giovani, dobbiamo chiarire: quali giovani? Bambini nati all’estero? Adolescenti? Universitari? Ogni fascia ha bisogni diversi, ma il filo comune è il rafforzamento dell’identità culturale italiana, che non coincide sempre con la sola lingua ma che può essere alimentata anche attraverso esperienze di mobilità, scambi e confronto. Oggi siamo cittadini globali, con identità ibride: dobbiamo valorizzare questa pluralità culturale, costruendo opportunità che non impongano un modello unico, ma che favoriscano un legame attivo, consapevole, scelto”. (PO Gil)
CAMPANALE: NECESSARIA RIFORMA CGIE
“Il CGIE può e deve tornare a essere un punto di riferimento per le comunità italiane all’estero, ma non sarà possibile farlo senza una riforma profonda. Oggi ci troviamo davanti a un paradosso: da un lato abbiamo un organismo che per legge rappresenta gli italiani nel mondo, dall’altro una realtà che, per limiti strutturali e funzionali, spesso non riesce ad assolvere questo compito in modo efficace”. A parlare - in occasione della prossima Assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), che si terrà nei prossimi giorni a Roma – è Lidia Campanale, Consigliera CGIE per l’Austria. “La mancanza di risorse, strumenti moderni e una reale capacità di interazione con le comunità ha minato la credibilità del CGIE presso molti connazionali. In troppi non si sentono rappresentati, e alcuni non sono nemmeno a conoscenza del nostro lavoro. Questo ci impone un cambio di passo netto. Se vogliamo che questa consigliatura abbia senso, allora deve avere anche il coraggio di parlare apertamente di riforma. Una riforma che non sia solo formale, ma che riguardi: le modalità di elezione e composizione del CGIE, rendendole più trasparenti, inclusive e rappresentative della realtà attuale delle nostre comunità; le competenze e i poteri del CGIE, per passare da un ruolo solo consultivo a un ruolo più incisivo nella definizione delle politiche per gli italiani all’estero; la digitalizzazione e il rinnovamento degli strumenti, per favorire una comunicazione reale e continua con i cittadini e con le nuove generazioni; l’obbligo per le istituzioni italiane di un dialogo attivo, non solo su invito o per protocollo, ma come parte di una visione politica condivisa. La scelta è chiara – conclude Campanale - : o il CGIE si riforma per contare davvero, o continuerà a essere percepito come un’istituzione distante, poco utile, e in molti casi, superata. La nostra responsabilità oggi è riaccendere la fiducia, non solo attraverso le parole, ma con azioni concrete. Questo è il momento giusto per una svolta vera”. (PO Gil)
BOCCALETTI (CGIE/LEGA): URGE RIFORMA DEL VOTO ALL’ESTERO
“Il tema cittadinanza, essendo ora approvato da legge ordinaria, diventa tema secondario. Rimangono in essere i ricorsi unificati presso Corte Costituzionale con data fissata il 24 giugno 2025 dei tribunali di Bologna, Firenze, Milano Roma”. Lo dice a 9colonne Alessandro Boccaletti, Consigliere di Nomina Governativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.). Per Boccaletti la priorità per il Cgie ora è il voto: “Con le elezioni politiche programmate con la scadenza naturale nel 2027, urge ora il tema della riforma del voto all’estero, dopo troppe elezioni dal 2006 ad oggi compromesse da brogli, errori, costi elevati, affluenze sempre più basse, e un'elevatissima percentuale di plichi restituiti per irreperibilità o mancata consegna dell'elettore. Una visione futuristica, economica, personale, sarebbe il voto su piattaforma sicura digitale con relativo riscontro biometrico dell'elettore (come oggi si accede online con le banche). Ogni tornata all'estero – aggiunge Boccaletti -, con la base AIRE sempre più ampia, diffusa e mobile, oggi prevede costi spropositati per lo Stato e quindi per i contribuenti e una democrazia sempre più costosa ed inefficiente. Il voto all'estero come elemento prioritario deve essere riformato entro la primavera 2026, sperando in soluzioni meno gravose per lo Stato e che stimolino di più i cittadini all'espressione del voto”. Non solo il voto, per Boccaletti anche il Cgie andrebbe riformato: “Il CGIE deve pensare a modernizzarsi, riformarsi nella sua composizione attuale, sradicarsi da un pensiero vecchio, obsoleto e troppo ideologico e di parte, evidenziando e potenziando nella sua rappresentanza più criticità analitiche e utili al sistema Italia, per il bene del Paese”.
BOCCALETTI (CGIE/LEGA): RIENTRI, SERVONO INCENTIVI AD HOC
“Gli incentivi al rientro vanno scomposti a seconda delle categorie di cittadini e italo discendenti che optano di rientrare, precisamente tra cittadini in età lavorativa e con diverse professionalità individuali; italo discendenti con passaporto straniero che optano di venire a lavorare in Italia e con l'accessibilità a permessi di soggiorno semplificati; italiani AIRE e italo discendenti interessati ad investire in Italia; pensionati che optano di rientrare in Italia”. Lo dice a 9colonne Alessandro Boccaletti, Consigliere di Nomina Governativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.). “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro – sottolinea Boccaletti -, quindi come tale si deve sempre privilegiare il lavoro e la parte contributiva e partecipativa dei cittadini e di chi rientrando poi o con il lavoro o gli investimenti contribuisce direttamente o indirettamente con il nostro sistema imprenditoriale e quindi commerciale import/export”. Sono necessarie quindi “iniziative che favoriscano il lavoro in Italia facilitato nella sua attuazione e composto dall'incrocio tra le domande delle nostre imprese e del sistema Italia con le offerte di lavoro e varie professionalità riscontrabili nei nostri giovani (anche italo discendenti) all'estero” conclude.
CIAVAGLIA (CGIE-CGIL): INCENTIVARE AL RIENTRO CON NUOVE OPPORTUNITA’
Il Consiglio generale degli italiani all’estero si prepara alla plenaria (in programma a Roma dal 16 al 20 giugno) in cui saranno approfonditi diversi temi “caldi” legati alle nostre comunità nel mondo: cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro. “La tematica principale da affrontare è quella di incentivare il rientro” dall’estero, attraverso “opportunità non solo lavorative, ma anche relative ai servizi sul territorio”, afferma Filippo Ciavaglia, Consigliere del CGIE di nomina governativa (Cgil) e Presidente della Terza Commissione. Per quanto riguarda il voto all’estero, secondo Ciavaglia il sistema va “semplificato con metodi anche nuovi” mentre sul fronte cittadinanza “si può rafforzare il legame con la nostra Italia attraverso lo ius sanguinis che già conosciamo”. Per rafforzare il legame con l'Italia dei giovani nati all'estero, sono necessarie anche “strutture nei paesi dove risiedono che offrono percorsi formativi, e canali preferenziali con il nostro paese per migliorare l'integrazione”. Anche se, riflette il Consigliere del Cgie, “tutta la nostra rete, diplomatica, associativa e quella legata in modo particolare al CGIE e ai Comites, si sta indebolendo a fronte del fatto che occorrono risorse: credo quindi che andrebbe rafforzata tutta la filiera per creare un legame più forte con il nostro paese”. Il Cgie “può rafforzare il suo ruolo solo se la struttura ha veramente un ruolo istituzionale”, un ruolo – conclude Ciavaglia – che “nel corso del tempo è stato indebolito, dal punto di vista economico ma anche del riconoscimento di chi ne fa parte. Il Governo deve avere un'attenzione maggiore, questo rafforzerebbe il ruolo del CGIE in quanto struttura ma rafforzerebbe anche la partecipazione e quindi il ruolo attivo dei nostri connazionali attraverso uno strumento istituzionale”. (sip)
STABILE (CGIE): SU CITTADINANZA NO A POLEMICHE, ESSERE COSTRUTTIVI
“La questione della cittadinanza ha sicuramente occupato un posto centrale nel dibattito recente. La scelta del Governo di intervenire con urgenza è stata giustificata dalla presenza di un fenomeno sociale di vasta portata, che ha messo in allarme le istituzioni. Va riconosciuto, però, che ogni misura è sempre migliorabile: il CGIE, se avesse mantenuto il proprio ruolo istituzionale di organo consultivo (più che di soggetto politico-rivendicativo), avrebbe potuto contribuire con suggerimenti e raccomandazioni costruttive, elaborate in modo collegiale e non con comunicati stampa critici, addirittura su provvedimenti già adottati, e pareri che suonano come “piagnistei”. Questo scivolamento verso dinamiche reattive e polemiche rischia infatti di snaturare la funzione del Consiglio”. Così il consigliere del Cgie Giuseppe Stabile. Per Stabile il CGIE potrebbe rafforzare il suo ruolo in Italia e all’estero: “In un tempo in cui le sfide che riguardano gli italiani all’estero richiedono risposte concrete e tempestive, non c’è più spazio per il ‘dolce filosofare’, per analisi astratte o riflessioni fini a sé stesse, scollegate dalla realtà dei bisogni. L’autocompiacimento della parola rischia di allontanare il CGIE dalla sua missione istituzionale e rendere inefficace il suo ruolo consultivo. Oggi più che mai serve attivismo, pragmatismo, capacità di sintesi e orientamento al risultato: pareri fondati su dati oggettivi, proposte precise e realizzabili, elaborate in tempi certi, affinché il Consiglio possa essere percepito come interlocutore serio e utile sia dal Governo, sia dalle comunità italiane nel mondo” conclude il consigliere. (Gil)
STABILE (CGIE): VOTO, RIFLETTERE SU FENOMENO ASTENSIONE
“Sul fronte del voto degli italiani all’estero, è necessario avviare una riflessione approfondita non solo sull’esercizio del diritto, ma anche sul senso civico del dovere di voto. Un tempo l’astensione elettorale poteva persino comportare limitazioni temporanee di alcuni diritti civici o impedimenti all’accesso a cariche pubbliche, proprio per sottolineare l’importanza della partecipazione. Oggi, con tassi di partecipazione molto bassi nella circoscrizione estero, occorre valutare seriamente se e come l’astensionismo sistematico debba produrre effetti anche sul piano giuridico ed economico, senza però compromettere l’accessibilità al voto, che deve restare garantita”. Così il consigliere del Cgie Giuseppe Stabile. (Gil)
STABILE (CGIE): POLITICHE PER INCENTIVARE RIENTRI
Tra le priorità del CGIE ci sono gli incentivi al rientro: “In termini di PIL resta fondamentale la questione degli incentivi (in senso lato) al rientro. Per rendere l’Italia davvero attrattiva agli occhi di chi vive o lavora all’estero, non bastano solo agevolazioni fiscali o incentivi economici (che comunque debbono essere maggiormente pubblicizzati): occorre agire anche sulla percezione complessiva del Paese come luogo dove sia possibile crescere professionalmente in tempi ragionevoli, senza restare prigionieri di barriere burocratiche o di sistemi rigidi”. Così il consigliere del Cgie Giuseppe Stabile. “La velocità di accesso e di scalata dell’ascensore sociale, insieme alla qualità degli ambienti di lavoro — dove il merito, l’innovazione e il benessere dei lavoratori siano realmente valorizzati — rappresentano fattori decisivi nella scelta di rientrare o di investire il proprio futuro in Italia. Questo cambio di paradigma culturale e organizzativo – spiega Stabile - è fondamentale se si vuole recuperare la fiducia delle giovani generazioni italiane all’estero, spesso abituate a contesti più dinamici e aperti”. “Il CGIE, - conclude il consigliere - forte del protocollo di collaborazione con il Commissario straordinario per la ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto, potrebbe raccogliere feedback strutturati dalla rete degli italiani nel mondo e proporre, con metodo e tempestività, correttivi e potenziamenti agli strumenti esistenti, oltre a sollecitare le Regioni italiane a varare politiche autonome di incentivazione al rimpatrio in coerenza con gli indirizzi nazionali”. (Gil)
STABILE (CGIE): PROMUOVERE PROTAGONISMO GIOVANI ITALIANI ALL’ESTERO
“Per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero occorre agire su più piani. In primo luogo, incrementare le occasioni di scambio, formazione e stage tra l’Italia e le comunità all’estero, con programmi mirati e sostenuti anche da accordi con le Università, le imprese e le istituzioni locali. Fondamentale è inoltre una comunicazione moderna, sfruttando canali digitali, social media, eventi culturali e sportivi”. Così il consigliere del Cgie Giuseppe Stabile. “Il CGIE - aggiunge - può svolgere un ruolo di raccordo tra le diverse reti associative giovanili esistenti nel mondo, adeguate alla realtà attuale, promuovendo il protagonismo di questa nuova generazione italiana all’estero e favorendo iniziative di cittadinanza attiva che li rendano partecipi della vita culturale e civile del Paese d’origine”. (Gil)
SORCE (CGIE): DA VOTO A RIENTRI, ITALIA VALORIZZI COMUNITA’
Cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro: “Tutte queste tematiche sono prioritarie e strettamente connesse, poiché incidono in modo diretto sull’identità, la partecipazione e il futuro delle comunità italiane nel mondo”. Lo afferma Barbara Sorce, Consigliera eletta in Svizzera del Cgie, che si prepara a riunirsi in plenaria, a Roma dal 16 al 20 giugno. Secondo Sorce “la cittadinanza è il primo strumento di riconoscimento del legame con l’Italia. Per questo, desta forte preoccupazione il nuovo disegno di legge in discussione che intende restringere ulteriormente i criteri per il riconoscimento della cittadinanza ius sanguinis. Una simile misura penalizza milioni di cittadini di origine italiana nel mondo, colpendo in particolare le nuove generazioni nate all’estero e minando la continuità culturale e affettiva con il Paese d’origine. Difendere e semplificare l’accesso alla cittadinanza significa invece rafforzare il senso di appartenenza e valorizzare una comunità globale di italiani”. Il voto estero, prosegue la Consigliera del Cgie, “richiede una riforma strutturale e non più rinviabile. È necessario garantire trasparenza, tracciabilità e sicurezza nel processo elettorale, introducendo anche modalità di voto digitale, in linea con gli standard internazionali e con le esigenze di una cittadinanza sempre più mobile e interconnessa”. Infine, gli incentivi al rientro “rappresentano una leva strategica per valorizzare il capitale umano che l’Italia ha formato e che oggi vive e lavora all’estero. Servono politiche fiscali stabili, percorsi di reinserimento professionale, e un quadro normativo che favorisca il ritorno non solo per motivi economici, ma anche culturali e familiari”, conclude Sorce sottolineando che “affrontare con serietà queste tre priorità, così come si sta facendo, significa costruire un’Italia più giusta, aperta e globale, capace di riconoscere e valorizzare i suoi cittadini ovunque essi si trovino”. (PO / sip)
SORCE (CGIE): CREARE SINERGIE E PUNTARE SU GIOVANI
Il Consiglio generale degli Italiani all’estero si prepara a riunirsi in plenaria, a Roma dal 16 al 20 giugno. “Il CGIE deve diventare un interlocutore ancora più autorevole e presente, sia verso il Parlamento e il Governo, sia verso le comunità italiane all’estero. Serve una comunicazione più efficace e accessibile, ma soprattutto un cambio di passo: il CGIE deve essere percepito non solo come un organismo consultivo, ma come un motore di proposta e innovazione”. Ne è convinta Barbara Sorce, Consigliera del Cgie eletta in Svizzera. “Potremmo rafforzare la nostra azione creando sinergie con enti locali, associazioni di categoria, camere di commercio e università, valorizzando le competenze della rete degli italiani all’estero come risorsa strategica per l’Italia”, prosegue Sorce spiegando le azioni da mettere in campo per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero. “È fondamentale parlare ai giovani con strumenti e linguaggi contemporanei. Servono programmi di scambio, tirocini in Italia, percorsi scolastici e universitari che valorizzino la lingua e la cultura italiane, anche attraverso l’uso del digitale. Allo stesso tempo, è necessario creare spazi di partecipazione per i giovani italiani all’estero, rendendoli protagonisti e non semplici destinatari di politiche calate dall’alto. Promuovere una rete di giovani ambasciatori del Sistema Italia nel mondo può essere una strategia vincente per costruire un legame identitario solido e dinamico”, conclude Sorce.(PO / Sip)
PAGLIALUNGA (CGIE): COINVOLGERE ORGANISMI RAPPRESENTANZA
Il Consiglio Generale degli italiani all’Estero si riunisce in plenaria a Roma dal 16 al 20 giugno. Tra i molti punti all’ordine del giorno ci sono cittadinanza, messa in sicurezza del voto all’estero e incentivi al rientro: temi prioritari dell’agenda del primo semestre 2025 che saranno al centro del dibattito assembleare e del confronto con gli interlocutori istituzionali. Secondo Juan Carlos Paglialunga, Consigliere del Cgie eletto in Argentina, è necessario “coinvolgere di più il Cgie e i Comites” nelle politiche per i nostri connazionali nel mondo “per capire davvero la realtà degli italiani all’estero”. Anche perché, sottolinea Paglialunga, questi organismi di rappresentanza “sono quelli che conoscono veramente le nuove generazioni”. E proprio per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero, bisogna puntare sulla “promozione linguistica come strumento di diffusione del Made in Italy” mentre per quanto riguarda il voto all’estero, per il Consigliere del Cgie “è necessario cambiare modalità per un sistema più sicuro e moderno”. (Sip)
ARCOBELLI (CGIE): INCENTIVI AL RIENTRO È PRIORITÀ
“Cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro: sono tutte tematiche sono da affrontare con celerità. Secondo il mio parere, gli incentivi al rientro, rappresentano la priorità più urgente per la rilevanza economica e sociale per la Nazione. Infatti , potrebbero contrastare ad esempio la fuga di talenti (secondo l’ ISTAT circa 120.000 sono stati gli espatri nel 2023) e il declino demografico, rafforzando il capitale umano in settori strategici , come la tecnologia, sanità, e ricerca. Le misure esistenti (imponibilità al 50% per lavoratori impatriati e al 10% per docenti/ricercatori, D.Lgs. 147/2015 e 209/2023) sono operative e possono essere ottimizzate attraverso semplificazioni burocratiche e campagne informative”. A parlare è Vincenzo Arcobelli, membro del Consiglio generale degli italiani all'estero per gli Stati Uniti. “Per la riforma sulla cittadinanza, - aggiunge - credo che fosse necessaria metterla in atto, e sa da un lato e’ molto positivo aver stabilito la riapertura dei termini per il riacquisto, un atto dovuto e giusto, nei confronti di tutti coloro che hanno perso un diritto a causa della naturalizzazione nei vari paesi ospitanti. Per quanto riguarda gli altri aspetti quali lo ius sanguinis, ius soli, o ius cultura e per i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, oltre alle procedure per gli italiani all'estero che richiedono il riconoscimento della cittadinanza, bisognerà attendere il 24 Giugno il parere della corte costituzionale. In sede parlamentare le leggi si possono migliorare e perfezionare. Certamente, questa riforma avrebbe effetti a lungo termine sull'integrazione e sulla demografia”. “Anche per il voto all’estero, - aggiunge Arcobelli - è arrivato il lungo ed atteso momento per una riforma seria e concreta. È cruciale per garantire la partecipazione democratica, ma il sistema attuale (voto per corrispondenza) presenta criticità, come frodi elettorali, inefficienze logistiche e bassa partecipazione, con circa il 30% degli aventi diritto. Il voto elettronico potrebbe essere una delle soluzioni, ma l’amministrazione è pronta per affrontare questo potenziale metodo per assicurare la sicurezza e la segretezza del voto, facendo anche dei test, prima della prossima tornata elettorale?” si chiede il consigliere eletto negli USA. (Gil)
ARCOBELLI: CGIE TORNI AD ESSERE PLURALISTA E INDIPENDENTE
Per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero è necessario “offrire corsi di lingua italiana accessibili tramite Istituti di Cultura, piattaforme digitali e borse di studio per programmi estivi in Italia . Organizzare eventi culturali e sportivi (es. cinema, musica, tornei di calcio) con coinvolgimento di associazioni e piattaforme online. Promuovere gemellaggi tra scuole italiane e istituzioni estere per scambi virtuali o in presenza. Tirocini presso imprese italiane, nel settore pubblico e privato”: ne è convinto Vincenzo Arcobelli, membro del Consiglio generale degli italiani all'estero per gli Stati Uniti. Per Arcobelli il CGIE potrebbe rafforzare il suo ruolo in Italia e all’estero: “Bisognerebbe rilanciare e rafforzare il ruolo dei comites e del Cgie attraverso una riforma che li modernizzi e li renda più efficaci, sia in Italia che all’estero. Purtroppo si è evidenziato, soprattutto nelle ultime consiliature, un male che incombe su questi organismi, che si traduce in una cinica partitocrazia che li sta portando alla polverizzazione. Di fatto è senza giochi di parole, oggi il CGIE è prevalentemente di parte, non autonomo ed indipendente, stampella del solito partito monocolore, formato da PD e affiliati, e che corrisponde ad una sorta di filiale del ‘Nazareno’” sottolinea il Consigliere eletto negli USA. “A dare supporto ad un meccanismo non bilanciato per quanto riguarda le nomine governative previste dalla normativa e che per la maggioranza dei componenti sono espressione di patronati, sigle sindacali e caf. Purtroppo, l’ atteggiamento della maggioranza, e soprattutto del comitato di presidenza, anche di questo CGIE, con un modus operandi platonico, logorroico, di parte e non pragmatico, danneggia quel significato nobile di organo equilibrato, pluralista, indipendente, apartitico ed istituzionale per l’esclusivo interesse delle collettività italiane all’estero. (Gil)
BRACCIALI (CGIE-ACLI): ISTITUZIONI INVESTANO SU COMUNITA’
Cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro: sono “temi interdipendenti” che “hanno a che fare con la capacità del nostro Paese di dare sostanza al concetto di circolarità e riconoscimento della nostra emigrazione”: lo ha detto a 9colonne Matteo Bracciali, Consigliere del Cgie di nomina governativa, Vicepresidente FAI - Federazione ACLI Internazionali. “Il tema degli incentivi di rientro è fondamentale perché ritengo che il primo incentivo sia la capacità di rendere i ragazzi, loro in particolare, liberi di partire, liberi di restare e liberi di tornare. Questo vorrebbe dire un Paese all'altezza delle loro aspettative, per cui più giusto nelle retribuzioni e nelle opportunità, più accogliente per chi cerca la propria realizzazione personale. Gli incentivi al rientro, per come li intendiamo nel dibattito pubblico, sono un pezzo importante ma devono essere messi all'interno di questa logica”. Per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero, secondo Bracciali è necessario “investire nella promozione della lingua e della cultura italiana all'estero. La nostra diaspora ha un potenziale straordinario ma rischiamo di rendere il legame con chi con nasce italiano all'estero solo retorico o, peggio, burocratico. Solo un grande investimento fatto dalle istituzioni pubbliche, in rete con tutti i soggetti associativi sul territorio, può dare forza al concetto di ‘cittadinanza consapevole’ che è centrale per dare senso e peso sociale alle nostre comunità all'estero”. “Scegliere le tematiche, approfondirle e costruire proposte di policy pubbliche è la via giusta per dare forza al CGIE. Nel nostro piccolo, con le attività della VII commissione, abbiamo aperto una relazione di confronto con i Comites sul supporto ai nuovi expat nel percorso migratorio e ai nuovi cittadini italiani. La costruzione di questo rapporto è utile per riportare il nostro lavoro nelle nostre comunità e raccogliere proposte e criticità nel segno della reciprocità”, ha concluso Bracciali. (sip)