In risposta all’audizione di ieri del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, sugli ultimi sviluppi della crisi tra Israele e Iran, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha chiarito la posizione del suo partito rispetto all’escalation del conflitto in Medio Oriente: “Il Partito Democratico esprime una enorme preoccupazione su quello che sta accadendo dopo l'attacco unilaterale di Israele all'Iran e la reazione del regime teocratico. Chiediamo per questo al governo ogni sforzo per impedire, per prevenire, per fermare un’escalation. E lo chiediamo in seno all'Unione Europea, lo chiediamo in seno a tutti gli organismi multilaterali in cui crediamo profondamente, a partire dalle Nazioni Unite, per fermare questa escalation che potrebbe avere delle conseguenze potenzialmente devastanti. Serve la diplomazia, serve la politica e, come dice la nostra Costituzione, l'Italia ripudia la guerra e lavora per la pace. Chiediamo al governo di essere conseguente”.
MINACCIA A NEGOZIATI E STABILITÀ GLOBALE. Schlein ha sottolineato come l’attacco di Netanyahu rischi di compromettere i negoziati in corso e di allargare il conflitto: “L'attacco dell’altro ieri notte, più correttamente, di Netanyahu all'Iran rischia di portare il conflitto su una scala globale e le ripercussioni possono essere di ampio raggio e anche imprevedibili nella loro portata. Due vittime di quell'attacco: il negoziato sul nucleare mediato dall’Oman e la conferenza ONU sulla soluzione a due Stati, già rinviata a seguito delle drammatiche novità”. La segretari del Pd ha continuato sostenendo che: “È impossibile non pensare che questa mossa unilaterale di Netanyahu non abbia quindi più obiettivi politici che strategici, mentre da tutto il mondo si alzava un'ondata di sdegno e condanna sui crimini che il suo governo di estrema destra sta compiendo a Gaza e in Cisgiordania, e negli stessi giorni in cui è emersa anche la fragilità politica del suo governo, costretto a trovare di notte un accordo in extremis con una parte degli ultraortodossi per evitare un voto di sfiducia”.
“NESSUNA SIMPATIA PER IL REGIME IRANIANO”. Schlein ha precisato: “Nessuno di noi qua dentro nutre alcuna simpatia per il regime teocratico e liberticida di Teheran, che anzi abbiamo sempre contestato e continueremo a contrastare, supportando gli sforzi dell'opposizione iraniana e partecipando a ogni manifestazione. Questi siamo noi, quelli che proposero una risoluzione contro le repressioni del regime di Teheran, votata da tutti”. La segretaria del Partito Democratico ha aggiunto: “Un'azione unilaterale come quella di Netanyahu rischia di infiammare e destabilizzare ulteriormente tutta la regione e tradisce anche la volontà di delegittimare le sedi negoziali e diplomatiche che stavano lavorando per impedire all’Iran di dotarsi di un’arma nucleare. L’attacco non era giustificato dalla relazione dei governatori dell’AIEA”.
“ATTACCO È PRETESTO PER L’USCITA DAL TRATTATO DI NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE”. Schlein ha ribadito: “Se siamo tutti d'accordo sull'obiettivo che l'Iran non possa sviluppare la bomba nucleare, questo va perseguito con la diplomazia e la politica. L’attacco rischia di offrire un pretesto per l’uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare, che l’Italia e l’UE devono difendere con ogni forza”. Elly Schlein ha continuato sostenendo che: “Siamo in un contesto di attacco alle istituzioni multilaterali e di delegittimazione di ONU e corti internazionali. L’Italia deve difendere la forza del diritto contro il diritto della forza e assumere un ruolo chiaro di difesa del multilateralismo e del dialogo tra i popoli”.
“L’ITALIA TORNI ALLA SUA TRADIZIONE DIPLOMATICA”. La segretaria del Partito Democratico ha inoltre affermato che “Trump è stato scavalcato, Putin si sente più forte e a Gaza è ripreso il massacro. Con l’attacco all’Iran si rischia un conflitto globale. Serve l’Italia, serve l’Unione Europea, serve la forza delle Nazioni Unite e delle sedi multilaterali”. Elly Schlein ha inoltre chiesto: “alla Presidente Meloni di non schiacciare l’Italia sugli umori alterni di Trump, ma di riportarla sulla via della tradizione diplomatica per sventare l’escalation e svolgere un ruolo all’altezza nello scenario mediorientale. Dal governo ancora non è chiaro cosa pensi davvero di quanto accaduto”. “Se bisogna frenare l’escalation – ha concluso Schlein - si dica chiaramente a Netanyahu di fermarsi e all’Iran di fermare le reazioni. Si usino tutte le leve diplomatiche. Difendere il Trattato di non proliferazione nucleare resta per noi centrale”. Elly Schlein ha infine evidenziato una contraddizione: “Vorremmo chiarezza sulle differenze di versione tra le dichiarazioni del ministro Tajani e quelle del ministro Crosetto, che ha parlato di allerta già due giorni prima dell’attacco. Serve migliorare la comunicazione per garantire la sicurezza nazionale”. La Segretaria del Pd ha concluso ricordando di: “non far passare in secondo piano Gaza. Continuiamo a chiedere cessate il fuoco, liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi israeliani, sanzioni per il governo Netanyahu e riconoscimento dello Stato di Palestina: anche i palestinesi hanno diritto a vivere in pace e sicurezza”. (15 giu - red)
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