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direttore Paolo Pagliaro

CARITAS: 5,7 MLN POVERI
ASSOLUTI IN ITALIA

CARITAS: 5,7 MLN  POVERI <BR> ASSOLUTI IN ITALIA

“In un periodo segnato da crescenti tensioni commerciali e conflitti geopolitici, che producono evidenti effetti su economia globale e fiducia internazionale, la povertà continua a mantenersi su livelli record”. Lo evidenzia oggi Caritas Italiana presentando il Rapporto sulla Povertà in Italia. Il nostro Paese è il settimo Paese per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale (al 23,1%, in aumento rispetto al 22,8% del 2023): in Europa solo Bulgaria, Romania, Grecia, Spagna, Lettonia e Lituania registrano valori più alti, spiega l’organismo pastorale della Cei. Oggi si contano complessivamente 5 milioni e 694 mila poveri assoluti, per un totale di 2 milioni e 217 mila famiglie, che “non dispongono delle risorse necessarie per una vita dignitosa, impossibilitati cioè ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali”, quali ad esempio alimentazione adeguata, abbigliamento, abitazione, si legge nel Report. L’istruzione si conferma ancora un importante fattore protettivo: la povertà assoluta colpisce il 13% delle famiglie con bassi titoli di studio, mentre scende al 4,6% tra quelle in cui almeno un membro possiede un diploma.Al contrario, il lavoro smette di rappresentare un’efficace barriera: il 16,5% degli operai o figure assimilate sperimenta condizioni di povertà assoluta e complessivamente il 21% dei lavoratori ha un reddito troppo basso per vivere in modo adeguato. “Pesante” nel corso degli anni l’effetto del “caro vita” – denuncia la Caritas Italiana - che ha progressivamente eroso il potere d’acquisto delle famiglie, rendendo sempre più difficile il far fronte alle spese quotidiane”. Anche se l’inflazione nel 2024 ha rallentato la propria crescita (+1%) rispetto al 2022 e 2023 (rispettivamente +8,1% e +5,7%), questo “non si è tradotto in una diminuzione dei costi ma, al contrario, in una crescita più contenuta, innestatasi su livelli generali di prezzi divenuti insostenibile per molti nuclei familiari”. Nel rapporto emerge che tra il 2019 e il 2024 le retribuzioni “reali” in Italia sono diminuite del 4,4%; dal 2008 al 2024, la perdita complessiva del potere d’acquisto dei salari è stata dell’8,7%, dato peggiore tra tutti i Paesi del G20 (fonte: ILO). (Leo) 

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