Non è vero che la spesa sanitaria privata è aumentata nel tempo. È questa una delle principali evidenze che emergono dal nuovo rapporto del Centro Studi AIOP, dedicato all’analisi dei flussi di spesa pubblica e privata nel sistema sanitario italiano. Lo studio chiarisce che la spesa privata rappresenta stabilmente circa un quarto del totale – il 24% nel 2024 – e si qualifica come una componente strutturale e difficilmente comprimibile delle decisioni o necessità di consumo delle famiglie. In termini assoluti, sottolinea il rapporto, sia la spesa pubblica sia quella privata sono effettivamente cresciute tra il 2019 e il 2024: +20,4% per la prima e +11,9% per la seconda. Tuttavia, entrambe le componenti sono aumentate meno del Prodotto interno lordo nello stesso periodo. Di conseguenza, rispetto al Pil, la spesa pubblica nel 2023 ha toccato uno dei valori più bassi di sempre (6,19%), risalendo lievemente al 6,31% nel 2024. Ancora più marcata la riduzione della spesa privata in rapporto al Pil: scesa sotto il 2%, è ai minimi degli ultimi 15 anni. Il rapporto sottolinea che “la sostanziale stabilità della spesa privata si spiega anche attraverso la sua composizione, che per più del 60% è afferibile a beni e prestazioni extra-Lea”, cioè non incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Tra questi, figurano soprattutto servizi dentistici, farmaci, presidi medici e una quota di long term care (assistenza di lungo periodo) totalmente a carico dei cittadini.
Anche il ricorso a prestazioni "duplicative", cioè coperte teoricamente anche dal Servizio Sanitario Nazionale rimane stabile nel tempo. Si tratta di spese che riflettono da un lato bisogni insoddisfatti (ad esempio per tempi di attesa troppo lunghi), dall’altro la libera scelta del cittadino di rivolgersi a professionisti o strutture ritenute migliori in termini di qualità o personalizzazione del servizio. Il report chiarisce inoltre che “non si registra alcuna compensazione tra la spesa delle famiglie e il definanziamento progressivo del Ssn”, evidenziando che la spesa privata non riesce a colmare la riduzione della tutela pubblica. Al contrario, i due canali di finanziamento seguono dinamiche indipendenti: la spesa privata risponde alle condizioni macroeconomiche e al potere d’acquisto delle famiglie, aumentando quando cresce il Pil. Di qui la sostanziale stabilità del rapporto spesa privata/PIL nel tempo. Nel 2023, su un totale di circa 45,9 miliardi di euro di spesa privata, più della metà (circa 25 miliardi) ha riguardato prestazioni extra-LEA. Altri 17,7 miliardi hanno riguardato prestazioni LEA con una quota a carico degli utenti, mentre la restante parte è andata a coprire governance e amministrazione. Le principali voci di spesa sono rappresentate da farmaci e presidi medici (33,5% del totale) e dai servizi dentistici (21,1%) A dispetto di frequenti dibattiti pubblici sulla “privatizzazione” della sanità, AIOP sottolinea che spesso si fa confusione tra la natura privata delle strutture accreditate all’interno del SSN e il reale aumento della spesa a carico diretto dei cittadini. Il documento ribadisce che la sanità italiana è “da sempre caratterizzata da un finanziamento ibrido”, dove la componente pubblica copre circa tre quarti della spesa complessiva e quella privata un quarto, senza che quest’ultima sia aumentata in modo strutturale nel tempo.
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