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direttore Paolo Pagliaro

MATURITA', TRA LE TRACCE BORSELLINO E PASOLINI

MATURITA', TRA LE TRACCE BORSELLINO E PASOLINI

Con la prima prova scritta, prendono il via oggi gli esami di maturità per 524.415 studenti italiani, che hanno dovuto fare i conti, tra gli altri, con Paolo Borsellino, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un passaggio importante per il sistema educativo del Paese, che ha visto i maturandi affrontare la prima tappa dell’Esame di Stato a partire dalle 8:30. Non è mancato, da parte del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, un ‘in bocca al lupo’ a tutti gli studenti: “Oggi è il grande giorno - ha affermato sui social - forza ragazzi, siete il nostro orgoglio”. Stamattina, infatti, è stata la volta del tema di italiano, con sette tracce tra cui scegliere, divise in tre tipologie diverse. La tipologia A riguardava l’analisi del testo, la B il testo argomentativo e la C il tema d’attualità. Nel primo caso, la scelta era tra una poesia tratta dall’opera “Dal diario” (“Appendice 1”) di Pasolini e un passaggio del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Per quanto riguarda il testo argomentativo, le possibilità erano quattro: una riflessione su “Gli anni Trenta. Il decennio che sconvolse il mondo” di Piers Brendon (Carocci Editore); riassunto e riflessione a partire da un testo di Riccardo Maccioni sulla parola “rispetto”, che era stata la parola dell'anno Treccani nel 2024; una riflessione sull’epoca attuale come “un quarto d’era (geologica) di celebrità”, partendo da un brano di Telmo Pievani; infine, un’argomentazione su “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?” di Anna Meldolesi e Chiara Lalli. Per il tema di attualità, c’era un messaggio Borsellino, “I giovani, la mia speranza”, nel quale il giudice invita a una riflessione sul ruolo dei giovani nella lotta per la legalità. Federica Celestini Campanari, Presidente dell’Agenzia Italiana per la Gioventù – AIG, ha commentato positivamente la scelta di Borsellino tra le possibilità: “È un’occasione preziosa per invitare i maturandi a riflettere sul valore della giustizia, della responsabilità e dell’etica pubblica, in un momento cruciale del loro percorso di crescita”. “Borsellino ci ha lasciato un’eredità non solo di rigore e coerenza, ma anche di speranza. La speranza – come lui stesso ricordava – è un valore rivoluzionario, che trova forza nelle scelte quotidiane, anche piccole, di chi crede in una società più giusta. È questa la speranza, che ci auguriamo accompagni i nostri giovani - ha proseguito - certi che spes non confundit”. Ha concluso: “Lo scorso anno, a Palermo, abbiamo accompagnato centinaia di giovani a onorare la memoria di tutte le vittime di mafia: lo rifaremo quest’anno. Continueremo percorsi che promuovano cittadinanza attiva, cultura della legalità e partecipazione, affinché il ricordo di figure come Paolo Borsellino non resti confinato alla memoria, ma diventi motore di impegno. La maturità non è solo una prova scolastica, ma un passaggio verso una cittadinanza consapevole e partecipe. L’augurio a tutti gli studenti è di affrontarla con coraggio, passione e senso di responsabilità”. Adesso, l’attenzione si sposta sulla seconda prova.

L'ANALISI. La Fondazione Openpolis ha analizzato i divari di origine territoriale, familiare e sociale con i quali si arriva a questo appuntamento.  Dall’indagine emerge chiaramente che esiste un gap di competenze  scolastiche visibile già alla fine delle scuole delle medie, cioè prima della scelta dell’indirizzo delle superiori e che si ripercuote sui risultati di questo ciclo scolastico. L’origine sociale della famiglia è connessa all’ampio divario educativo tra gli studenti di quinta superiore. Gli studenti che arrivano alla maturità con i punteggi più alti provengono soprattutto dalle famiglie con status economico-sociale-culturale più elevato.  Si attesta a 206 il punteggio in italiano in quinta superiore per gli studenti con famiglie economicamente e socialmente avvantaggiate. Quasi 30 punti in più di quelli più svantaggiati (176,3). Il 16,4% dei diplomati nei licei nel 2024 era figlio di operai e lavoratori esecutivi. Questi sono invece oltre un terzo del totale tra i diplomati dei professionali. Per chi viene da una famiglia svantaggiata, in caso di prosecuzione degli studi, l’opzione del liceo appare molto meno frequente. La situazione è ribaltata per chi viene dalle classi più elevate: oltre un terzo dei diplomati al liceo nel 2024 appartiene alle famiglie benestanti, mentre sono meno del 14% tra i diplomati dei professionali. Dati che raccontano come i problemi di mobilità sociale si riflettano anche nel percorso scolastico. Tendenze spesso visibili ben prima delle superiori. Il 60,1% degli studenti di terza media ha raggiunto competenze adeguate in italiano nel 2024. Una percentuale in calo rispetto al pre-Covid: nel 2018-19 circa due terzi degli alunni avevano infatti risultati accettabili. La quota era scesa al 61-62% negli anni tra 2021 e 2023 e ora sembra essere ulteriormente calata indicando una difficoltà nel recupero degli apprendimenti post-pandemia già nel primo ciclo di istruzione, da non sottovalutare.  A fronte di una media nazionale di circa il 40% di studenti al di sotto della soglia di adeguatezza, la quota risulta molto più elevata nel mezzogiorno. Alla provincia di Crotone (con il 56,9% gli studenti di terza media con competenza alfabetica non adeguata) seguono – con oltre la metà degli alunni in questa situazione – le province di Caltanissetta, Enna, Agrigento, Vibo Valentia, Trapani, Palermo, Siracusa, Ragusa e Reggio Calabria. Le 25 province con più studenti con competenze alfabetiche inadeguate sono tutte del mezzogiorno, con tre eccezioni: Prato (47,7%), Bolzano (45,5%) e Imperia (43,4%). Al contrario, con l’eccezione di Pescara in Abruzzo, le prime 25 province per quota di alunni con risultati almeno adeguati sono tutte del centro-nord.

"MATURITA' AL SICURO". Ed anche quest’anno, alla 18ma edizione, la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica lancia la campagna “Maturità al sicuro”, svolta assieme a Skuola.net, per “smontare” le principali notizie false sull’argomento. Protagonista il milionario (in termini di follower) content creator Sespo - grazie ad una collaborazione con l’Associazione Italiana Content Digital Creators - alle prese con il tentativo di diffondere le tracce in anticipo scovate in rete con una operazione che si infrangerà contro la rete di sicurezza della Polizia di Stato. Dalle risposte date dai circa 1.200 maturandi raggiunti da un monitoraggio effettuato per la campagna, emerge che quasi 1 studente su 5 è convinto che durante le prove scritte gli smartphone si possano tenere con sé in postazione quando, invece, devono essere consegnati al banco della commissione, come correttamente dimostra di sapere l’82% del campione interpellato. E se il 15% è consapevole che comunque i telefoni debbano rimanere rigorosamente spenti, il 3% pensa che si possano persino usare rischiando al massimo di essere richiamati o penalizzati in fase di correzione e non, come potrebbe avvenire, di vedere invalidato l’intero esame. La quota di coloro che potrebbero incappare in un uso scorretto dello smartphone all’esame, si riduce comunque del 20% rispetto all’anno precedente. Qualcosa di simile avviene con un altro “sorvegliato speciale”: lo smartwatch. In questo caso è quasi 1 su 6 (il 16%) a pensare che l’orologio tech si possa indossare e usare tranquillamente al polso durante le prove scritte, basta che non sia connesso a Internet. Mentre il 1% è convinto che si possa usare senza alcuna limitazione anche per accedere alla Rete. Entrambe le risposte sono però sbagliate, visto che l’utilizzo dello smartwatch - di qualsiasi tipologia - è inibito tanto quanto quello del telefonino e di “dispositivi di qualsiasi natura e tipologia in grado di consultare file, di inviare ricevere fotografie, immagini e audio”.  In questa categoria rientrano anche tutti quegli oggetti smart di nuova generazione che integrano magari l’intelligenza artificiale (occhiali, assistenti vocali, ecc.): solo il 77% è consapevole che non si possono né portare né usare. Circa un sesto dei maturandi (15%) è convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone “da remoto” per capire chi eventualmente sta copiando; cosa non corrispondente al vero. E addirittura quasi la metà (41%) ritiene che, durante gli esami, i membri della commissione possano perquisire i candidati, alla ricerca di oggetti proibiti. Ad avere ben presente che online si possano trovare solo indiscrezioni, previsioni o, al massimo, degli esempi, è “solo” l’83% dei maturandi, in aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Il 12%, invece, crede che quantomeno gli argomenti vengano diffusi prima; il 5% pensa che con le giuste mosse si possano mettere le mani con qualche ora di vantaggio sulle tracce vere e proprie (un preoccupante 25% in più rispetto all’anno precedente). Ed oltre 1 su 7 immagina che il ministero possa cambiare le tracce anche all’ultimo minuto e pertanto, nell’immediata vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell’imbeccata vincente. (18 giu - red)

 

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