Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

INFORMAZIONE: 8 SU 10 NON RICONOSCONO FAKE NEWS

Si informano scegliendo gli strumenti digitali che hanno a portata di mano (social media e motori di ricerca) ma in realtà si fidano di più di giornali e telegiornali. Considerano importante l’informazione (68,4%) ma poi la maggioranza dedica meno di mezz’ora al giorno (63,5%) a scoprire cosa succede in Italia e nel mondo. Ammettono però, 8 su 10, di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Chiedono più regole, anche per chi fa informazione senza essere un giornalista, e temono l’intelligenza artificiale, che non sembra portare nulla di buono in termini di affidabilità e imparzialità. Sono gli italiani al tempo della disintermediazione, l’informazione senza filtri professionali, che arriva loro incontro da mille fonti, affidabili e non, e li disorienta. Spingendoli – è il primo paradosso fra i tanti riscontrati dalla ricerca – a un consumo dettato più dalla convenienza e dall’abitudine che da una scelta di fiducia. Gli italiani attingono da fonti che essi stessi, in larga misura, non reputano attendibili, evidenziando una vulnerabilità strutturale nel modo in cui la società accede alla conoscenza. Ecco il quadro che emerge dalla ricerca demoscopica "Senza filtri: l’informazione nell’epoca della disintermediazione tra opportunità e caos" condotta a maggio 2025 da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.023 interviste, metodo cawi, su un campione 18-70enni residenti in Italia) e promossa da INC. Emerge che gli italiani sono attivamente impegnati nel consumo di informazioni attraverso una pluralità di canali. I mezzi tradizionali mantengono una forte presa, ma convivono con l'ascesa delle piattaforme digitali e la perdurante forza del passaparola. La TV si conferma il mezzo più utilizzato regolarmente (70,8%), seguita a ruota da familiari, amici e conoscenti (61,6%), dai social network (60,0%) e dagli strumenti di messaggistica con canali dedicati (57,1% - un ‘salto’ in avanti enorme). Interessante notare come gli aggregatori di notizie (46,5%) e i siti/portali Internet (42,6%) siano anch'essi ampiamente utilizzati, superando in diffusione i quotidiani (40,4%) e i periodici/riviste (29,7%), sia cartacei che online. Questo evidenzia il cambiamento nelle abitudini di consumo, con un'utenza che cerca rapidità e aggregazione di contenuti. I podcast e i video, sebbene in crescita (38,1%), non raggiungono ancora la radio (43,7%) e sono sempre più percepiti come intrattenimento a discapito dell’informazione.

(© 9Colonne - citare la fonte)