Il settore calzaturiero italiano archivia un primo trimestre 2025, con indicatori che confermano una fase complessa. A dirlo, i dati elaborati dall’ultimo report del Centro Studi Confindustria Accessori Moda illustrati nel corso dell’assemblea annuale di Assocalzaturifici, l’associazione che rappresenta a livello nazionale le imprese a carattere industriale che operano nel settore della produzione delle calzature. “Non si registrano miglioramenti significativi nel panorama economico e geopolitico internazionale, segnali di tenuta ma ancora tiepida la ripresa”, evidenzia Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici. In questi primi tre mesi dell’anno, il comparto ha registrato una flessione del fatturato del -7%, ma l’export, registra con cautela un segno positivo del +2,5% in quantità, contenendo la frenata – un -4,1% in valore. I consumi delle famiglie sono in linea con l’inflazione (-1,2% in spesa e -2,1% in quantità) dovuta all’aumento dei costi energetici. La congiuntura poco positiva conferma un saldo stabile nella demografia delle imprese (-0,6% fine dicembre scorso) e nei livelli occupazionali dello -0,8%. Nel dettaglio, le esportazioni nel primo trimestre si sono attestate a 3,04 miliardi di euro per 53,2 milioni di paia, con i prezzi medi che, si sono contratti del -6,5% a 57,07 euro/paio. Come già lo scorso anno, sui mercati dell’Unione (+0,8% in valore e +6,4% in quantità) sono stati conseguiti risultati migliori rispetto alle destinazioni extra-Ue. Analizzando il dettaglio territoriale, tra le prime cinque regioni esportatrici la Lombardia, si conferma in cima alla graduatoria, denota un segno positivo nelle vendite estere (+5,9%) mentre il Veneto (-10,6%) e Toscana (-20,1%, con -24% per Firenze). Un po’ meno impattante la flessione per le Marche (-6,9%, con Fermo -12,1%, Ascoli Piceno -6,3% e Macerata in controtendenza, +1,2%).
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