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direttore Paolo Pagliaro

FORZE SPECIALI AZERE
IN SEDE SPUTNIK A BAKU

FORZE SPECIALI AZERE <BR> IN SEDE SPUTNIK A BAKU

Stamattina le forze speciali azere hanno fatto irruzione nella sede di Baku dell'agenzia russa Sputnik. Lo ha riferito Ria Novosti, che ha fatto sapere che ai funzionari dell’Ambasciata russa non è stato permesso di incontrare i giornalisti di Sputnik. La conferma dell’operazione è arrivata anche dal ministero dell'Interno dell’Azerbaigian. È solo l’ultimo atto della crescente crisi diplomatica tra Azerbaigian e Russia, che da mesi ha visto salire la tensione tra i due Paesi nel Caucaso. Venerdì scorso, l’ennesimo innesco della crisi diplomatica: l’uccisione di due cittadini azeri durante un raid della polizia russa a Ekaterinburg. Come protesta, Baku ha cancellato ieri tutti gli eventi culturali di istituzioni statali e private russe. L’accusa degli azeri è di violenza etnica mirata e, di conseguenza, è stata chiesta un’indagine su quanto avvenuto. Nello specifico, secondo quanto ricostruito dal Ministero degli Esteri dell’Azerbaigian, le forze dell'ordine russe avrebbero fatto irruzione nelle abitazioni di residenti azeri, uccidendo i due 60enni Ziyaddin e Huseyn Safarov. Inoltre, sarebbero state ferite gravemente varie persone e arrestati nove cittadini. Tra le conseguenze della morte dei due azeri, Baku ha annullato la visita prevista del vice primo ministro russo Alexey Overchuk. La versione del Ministero degli Esteri russo, che non ha confermato le morti, è che il raid era parte di un’indagine su crimini precedenti e che ad essere fermati sono stati cittadini russi di origine azera. Ma i motivi del deterioramento dei rapporti sono molti di più: da una parte c’è stata l’assenza del presidente azero Ilham Aliyev alla parata del 9 maggio a Mosca, dall’altra l’aereo azero precitato in Kazakistan a dicembre, che le autorità di Baku sospettano sia stato abbattuto accidentalmente da un missile russo.

Sullo sfondo della crisi diplomatica tra Mosca e Baku, invece, ci sono i tentativi di dialogo da parte dell’Armenia. Il ministro degli esteri armeno Ararat Mirzoyan, infatti, durante una conferenza stampa congiunta con Kaja Kallas, alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha affermato che l’Armenia è pronta a discutere il luogo e la data per la firma dell’accordo di pace sul Nagorno-Karabakh. Le sue parole sono arrivate dopo quelle dell’omologo azero Jeyhun Bayramov. Quest’ultimo nelle scorse settimane, in occasione del 12° Global Baku Forum, aveva dichiarato il completamento del processo di negoziazione proprio sul testo dell'accordo di pace sulla regione contesa dai due Stati. Soddisfatta anche Kallas, la quale ha sottolineato che l’Unione europea incoraggia “il processo di normalizzazione tra Armenia e Azerbaigian e, naturalmente, vorremmo vederne la conclusione il prima possibile. Penso a quello che sta succedendo nel mondo. Abbiamo bisogno di più stabilità, non di meno. E, naturalmente, ho sollevato questo problema anche durante la mia visita a Baku”. Ha aggiunto, poi, che è interesse europeo “quando parliamo di connettività, quando parliamo delle diverse possibilità che ci sono per entrambi i Paesi e anche per l'Europa e il collegamento con l'Asia centrale” che “questo processo di pace si concluda il prima possibile”. (30 GIU - gci)

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