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Sì generale, in guerra c’erano anche i gay

Sì generale, in guerra c’erano anche i gay

di Paolo Pagliaro

Quando il generale ed eurodeputato Vannacci chiede retoricamente "chi va a combattere in guerra? Quelli del Gay Pride?", la risposta è semplice: sì, anche loro. Da sempre. Gli omosessuali hanno combattuto e sono morti per la patria in ogni conflitto della storia italiana ed europea. È storia antica, generale.  Nell'antica Grecia, il Battaglione Sacro di Tebe era composto da 150 coppie di amanti maschi e rappresentava una delle unità militari più temibili del mondo di allora. La loro efficacia in battaglia era leggendaria proprio perché combattevano l'uno per l'altro. Durante la Prima Guerra Mondiale, migliaia di omosessuali tedeschi, francesi, inglesi e italiani si arruolarono volontariamente, considerando il servizio militare un'opportunità per dimostrare il loro patriottismo e la loro appartenenza alla nazione.  Tra i monumenti ai caduti italiani, nei sacrari militari di Redipuglia, Asiago e Monte Grappa, riposano anche soldati omosessuali che hanno dato la vita per l'Italia. I loro nomi sono incisi nella pietra accanto a quelli dei loro compagni eterosessuali, perché di fronte alla morte e al sacrificio per la patria, l'orientamento sessuale diventa irrilevante. La medaglia d'oro al valor militare non chiede l'orientamento sessuale di chi la riceve. E lei, generale, dovrebbe saperlo. Durante la Resistenza, partigiani omosessuali hanno combattuto contro il nazifascismo rischiando doppiamente: come resistenti e come appartenenti a una minoranza perseguitata dal regime. Alcuni di loro sono stati deportati nei campi di concentramento con il triangolo rosa, simbolo dell'infamia nazista che oggi è diventato simbolo di orgoglio e memoria.  La sua provocazione, generale, rivela una profonda ignoranza storica e un disprezzo inaccettabile verso cittadini italiani che hanno sempre risposto presente quando la patria chiamava. Gli omosessuali non solo vanno in guerra, ma ci sono sempre andati, con coraggio e onore, meritando rispetto e non scherni da chi dovrebbe rappresentare i valori costituzionali di uguaglianza e dignità di tutti i cittadini.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)