Intervistato dalla CBS, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi non ha aperto alla possibilità di una veloce ripresa dei negoziati sul nucleare con gli Usa sottolineando la necessità di “tempo e garanzie” da parte di Washington. Il rappresentante di Teheran ha inoltre sottolineato che la repubblica islamica sarà presto pronta a ricominciare ad arricchire l'uranio e a “recuperare il tempo perduto”. “Non credo che i negoziati riprenderanno così rapidamente”, ha dichiarato Araghchi, aggiungendo però che il ricorso alla diplomazia non è comunque precluso a priori. “Per decidere di riprendere” il dialogo, ha aggiunto, “dovremo prima assicurarci che l'America non torni a prenderci di mira con un attacco militare durante i negoziati”. Araghchi ha inoltre confermato quanto già asserito ripetutamente dal direttore generale dell'AIEA, l'organismo di controllo nucleare mondiale, Rafael Mariano Grossi, ovvero che i raid a stelle e strisce sugli impianti nucleari iraniani, “non hanno raggiunto il loro obiettivo”, nonostante le super-bombe e gli omicidi di una serie di scienziati. “Non si può cancellare la tecnologia e la scienza per l'arricchimento con i bombardamenti”, ha detto Araghchi. “Se c'è questa volontà da parte nostra, e la volontà di fare ancora progressi in questo settore esiste, saremo in grado di riparare rapidamente i danni e recuperare il tempo perduto”. Il capo della diplomazia di Teheran ha così lasciato intendere che il conflitto dei 12 giorni non ha fatto altro che rafforzare la determinazione dell'Iran a continuare ad arricchire l'uranio. “Il programma nucleare pacifico dell'Iran è diventato motivo di orgoglio e gloria nazionale”, ha dichiarato. “Abbiamo anche attraversato 12 giorni di guerra imposta, quindi la gente non si tirerà indietro facilmente dal sostegno alla politica dall'arricchimento dell’uranio”. (1 LUG - deg)
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