Alcuni giorni fa, quasi in concomitanza con la giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga (il 26 giugno) stabilita con una risoluzione del dicembre 1987 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Dea - l’agenzia antidroga americana - ha lanciato l’allarme sull’aumento registrato nel mercato illecito di carfentanil, un oppioide sintetico sviluppato per uso veterinario e destinato alla sedazione di grandi animali. Numerosi i casi di overdose in diverse zone degli USA. Il fentanyl, anche questo un oppiaceo sintetico molto più potente dell’eroina, è risultata la droga più consumata nel 2024 con un bilancio drammatico di decine di migliaia di morti per intossicazione acuta.
Già una quarantina di anni fa la Dea aveva elaborato un rapporto sulla composizione e sulla diffusione di tale droga sintetica negli Usa (con 100 grammi di fentanyl si possono ricavare due milioni di dosi) informando anche l’organismo omologo italiano, he allora si chiamava SCA, Servizio Centrale Antidroga. Il presidente americano Donald Trump, subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca ha sollecitato aspramente il governo messicano a fare di più nel contrasto al narcotraffico ed in particolare al traffico di fentanyl. Uno dei primi laboratori clandestini per la sua produzione fu peraltro localizzato nel 1993 in una villetta di Pittsburgh, in Pensylvania ed un secondo più sofisticato laboratorio fu sequestrato, sempre quell’anno, a Wichita, Kansas. Fu l’anno in cui si registrarono 120 morti per overdose a New York e Boston, ma sin dal 1984 erano stati segnalati diversi casi di overdose da fentanyl nella zona di South Bay di San Francisco, di Oakland Bay e Indio in California.
Ha avuto buon gioco la presidente messicana Claudia Sheinbaum a ricordare che “..negli Usa c’è la maggiore domanda di stupefacenti..” mentre il quotidiano La Jornada sottolineava come le segnalazioni di possibile riciclaggio di denaro legato al traffico di fentanyl negli Stati Uniti raramente diventano pubbliche per non “turbare” il settore finanziario del paese. Sono diversi i fattori che rendono la produzione del fentanyl particolarmente interessante per i narcotrafficanti: l’oppioide può essere fino a due mila volte più potente dell’eroina e, quindi, può essere “tagliato” notevolmente con un forte aumento nei guadagni; i costi riguardanti le materie prime e l’attrezzatura di laboratorio sono così bassi che un chimico è in grado di ottenere una dose da 25 dollari con una spesa di 15 centesimi; con un investimento di 200 dollari e una settimana di lavoro in laboratorio si può ricavare un quantitativo di fentanyl che, venduto al dettaglio, dà un guadagno di alcuni milioni di dollari.
Il fentanyl e l’eroina sono abbastanza simili e possono essere facilmente intercambiabili. Il fentanyl può essere confezionato in sacchetti di carta, in palloncini, nella carta stagnola ed è adulterato con gli stessi diluenti utilizzati per tagliare l’eroina (lattosio e mannitolo).
La preparazione del fentanyl, in linea di massima, è simile a quella dell’eroina. Il prodotto solitamente viene iniettato provocando una eccitazione molto più tenue di quella derivante dall’assunzione di eroina ma l’effetto di torpore è più prolungato (da 2 a 4 ore). In Italia operazioni antidroga effettuate dalle forze di polizia a Gorizia, Milano, Roma, Bari, Viterbo e Piacenza, hanno portato al sequestro di 130 grammi di fentanyl in polvere, trenta compresse e alcune confezioni in cerotti e flaconi. Ma sono dati che attendono di essere aggiornati. La realtà ci dice che avanza il disgraziato processo mondiale di narcotizzazione, mentre la “guerra alla droga” annunciata più di mezzo secolo fa è ormai persa.