Alla fine le minacce di Donald Trump relative a una decisa frenata agli aiuti militari a Kiev si sono trasformate in azioni concrete. Ieri, infatti, il presidente americano ha annunciato una “pausa” nella consegna di quei sistemi antiaerei americani che per l’Ucraina sono letteralmente vitali per contrastare il quotidiano bombardamento di missili e droni lanciato dalla Russia. La mossa del tycoon fa seguito ai dubbi da lui espressi al recente vertice NATO dell'Aia del 24 e 25 giugno, quando l’inquilino della Casa Bianca ha riaffermato la necessità – del resto più volte ribadita anche in passato, e che è stata uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale - di “dare priorità agli interessi americani”.
OBIETTIVO ASIA. La “mente” che diversi osservatori ipotizzano sia dietro all’accelerazione di questa decisione potrebbe essere il Sottosegretario alla Difesa per le Politiche Elbridge Colby, convinto sostenitore della svolta statunitense verso l'Asia e figura di grande influenza al Pentagono. Secondo le nuove linee di Washington, dunque, si va verso la sospensione delle consegne all'Ucraina tanto dei missili antimissile Patriot, che dei proiettili d'artiglieria da 155 mm (una delle munizioni di grosso calibro di fatto più utilizzate sul campo di battaglia), dei missili terra-terra GMLRS, dei missili anticarro Hellfire, dei missili terra-aria Stinger e dei missili aria-aria per gli F-16.
CITTÀ VULNERABILI. La conseguenza di tutto questo appare quantomai ovvia, almeno nel breve termine: le principali città ucraine saranno più vulnerabili ai bombardamenti russi in quanto gli europei non sono in grado di colmare rapidamente il vuoto lasciato nell'arsenale di Kiev anche se in serata Washington ha cercato di minimizzare l’impatto della sospensione delle consegne di armi al paese invaso. Incontrando i giornalisti, il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha infatti affermato che il presidente Donald Trump ha ancora “solide” opzioni militari per aiutare Kiev.
WASHINGTON MINIMIZZA. “Il Dipartimento della Difesa continua a fornire al presidente solide opzioni per l'assistenza militare all'Ucraina, in linea con il suo obiettivo di porre fine a questa tragica guerra”, ha dichiarato Parnell. Ha aggiunto che il dipartimento sta “rivedendo e adattando rigorosamente il proprio approccio per raggiungere questo obiettivo, preservando al contempo la prontezza militare e le priorità di difesa degli Stati Uniti”. “Non si tratta di una cessazione degli aiuti statunitensi all'Ucraina o della fornitura di armi. Si tratta di un evento isolato”, ha dichiarato da parte sua la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce, begando che Kiev non fosse stata informata della sospensione delle consegne. (segue)
“NIENTE ARMI? LE AFFITTEREMO”. Da parte sua, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha in un post su X ha dichiarato che il paese è pronto ad “acquistare o affittare” sistemi di difesa antiaerea per far fronte al “grande numero di droni, bombe e missili” lanciati dalla Russia. “Nel giugno 2025, la Russia ha lanciato più di 330 missili, tra cui quasi 80 missili balistici, contro città e comunità pacifiche in Ucraina, oltre a più di 5.000 droni da combattimento e 5.000 bombe plananti”, ha ricordato il ministro, denunciando “il chiaro rifiuto della Russia” a dare seguito “agli sforzi di pace guidati dagli Stati Uniti” e il suo “rifiuto di fermare le uccisioni”. Sybiha ha anche chiesto “maggiori investimenti nella produzione per la difesa ucraina”. “Non è il momento di prendere decisioni deboli. È il momento di mostrare forza e inviare i segnali giusti a Mosca”, ha insistito. (3 lug – deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)