Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ANDREA BAJANI VINCE
IL PREMIO STREGA

ANDREA BAJANI VINCE <BR> IL PREMIO STREGA

Andrea Bajani con il suo romanzo L’anniversario (Feltrinelli) ha vinto il Premio Strega con 194 voti. Al secondo posto dopo Bajani — che già il 3 giugno aveva vinto lo Strega Giovani — la scrittrice Elisabetta Rasy, con Perduto è questo mare (Rizzoli; 133 voti), che supera di poco la favorita Nadia Terranova, terza con Quello che so di te (Guanda; 117 voti), seguita da Paolo Nori, con Chiudo la porta e urlo (Mondadori; 103 voti) e Michele Ruol , con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa; 99 voti). Quasi rispettato, a parte l’exploit di Rasy, l’ordine che li aveva visti entrare in cinquina all’inizio di giugno nella semifinale di Benevento. “La letteratura è contestare la versione ufficiale” le parole del vincitore la cui gioia non è stata offuscata dalle polemiche Giuli-Strega “dopo il forfait del ministro Giuli (‘si vede che mi considerano un nemico della Domenica visto che non ho ricevuto nessun contatto e nessun libro’, aveva detto) e le voci trapelate ieri dal suo dicastero su un eventuale trasferimento, il prossimo anno, della finale dal Ninfeo a Cinecittà” scrive Il Corriere della Sera. “Quella di ieri potrebbe essere stata l’ultima finale del Premio Strega al Museo Nazionale Etrusco. Fonti del Collegio Romano spiegano infatti che per l’anno prossimo il ministero si riserva di offrire alla Fondazione Bellonci (che dal 1947 organizza il premio) la sede di Cinecittà in via Tuscolana 1055. Questo - viene fatto notare in coerenza con i principi del Piano Olivetti, volti alla valorizzazione delle periferie attraverso la presenza di rassegne culturali di eccellenza. Una rottura netta con la tradizione, dunque, e un missile sulla Fondazione Bellonci. Sarebbe la prima volta dopo oltre settant’anni che lo Strega lascia questo luogo. Ad eccezione di un anno, il 2016, quando per celebrare proprio la settantesima edizione il Premio tenne la finale all’Auditorium (il conduttore, corsi e ricorsi, era anche allora Pino Strabioli, a vincere fu Edoardo Albinati. A giudicare dai mormorii e dalle vibrate proteste di alcuni, allora il trasloco non piacque. Il ministro Giuli è avvisato: il pubblico abituale è per definizione abitudinario”. Riguardo il vincitore il quotidiano scrive: “Questo non è un libro che ti prende allo stomaco. Certo, le vicende narrate sono dure. Ma il libro è caratterizzato da uno stile pulito e mai violento, da una prosa misurata, a tratti delicata, che scava nel dolore - nei meccanismi soffocanti di una famiglia retta da un padre-padrone - senza far precipitare il lettore nell’angoscia”. (4 lug - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)