Grazie al grande successo di pubblico - con oltre 400.000 visitatori registrati finora - e all’eccezionale interesse suscitato a livello nazionale e internazionale, le Gallerie Nazionali di Arte Antica annunciano la proroga della mostra “CARAVAGGIO 2025” a Palazzo Barberini a Roma, che resterà aperta fino al 20 luglio. L’esposizione, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, continuerà così ad accogliere eccezionalmente visitatori da tutto il mondo. Dal 7 luglio il percorso espositivo resterà invariato nelle sue sezioni e contenuti, con la sola eccezione dell’opera I Musici (1595-1596), che tornerà al Metropolitan Museum of Art di New York, dal giorno 9, per precedenti impegni istituzionali. I restanti 23 capolavori, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, resteranno eccezionalmente esposti per altre due settimane, così come rimarrà attiva la possibilità di visitare fino al 20 luglio il Casino Boncompagni Ludovisi con un biglietto speciale legato alla mostra: un’occasione unica per approfondire la rivoluzione visiva di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (1571–1610). La proroga consentirà a un pubblico ancora più ampio di immergersi nella visione intensa e innovatrice del maestro lombardo, attraverso opere iconiche e raramente visibili – come il Ritratto di Maffeo Barberini, l’Ecce Homo riscoperto a Madrid nel 2021 e la prima versione della Conversione di Saulo – e sorprendenti accostamenti, all’interno di uno spazio che testimonia il legame tra l’artista e i suoi mecenati. Un’opportunità che risponde alla straordinaria richiesta registrata in questi mesi da parte di un pubblico vasto e internazionale, confermando quanto la potenza narrativa, la drammaticità e la verità pittorica di Caravaggio continuino a parlare con forza al mondo contemporaneo. La mostra “CARAVAGGIO 2025” è un progetto delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, realizzato in collaborazione con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei – Ministero della Cultura, con il sostegno del Main Partner Intesa Sanpaolo, con il supporto tecnico di Coopculture per i servizi al pubblico e di Marsilio Arte per la pubblicazione del catalogo. Urban Vision è media partner; Dimensione Suono Soft è radio partner. Si ringraziano i prestatori che hanno reso possibile la mostra e concesso la proroga dei prestiti, tanto le collezioni private che hanno preferito rimanere anonime, quanto i musei pubblici e privati: Detroit Institute of Art (Detroit, US), Kimbell Art Museum (Fort Worth, US), Nelson-Atkins Museum of Art (Kansas City, US), Wadsworth Atheneum of Art (Hartford, US), Museo Nacional Thyssen-Bornemisza (Madrid, ES), National Gallery of Ireland (Dublino, IE), Royal Collection Trust (Londra, UK), Galleria Borghese (Roma, I), Gallerie d’Italia (Napoli, I), Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti (Firenze, I), Musei Capitolini (Roma, I), Pinacoteca di Brera (Milano, I), Museo e Real Bosco di Capodimonte - Patrimonio FEC (Napoli, I). (gci)
63° PREMIO FAENZA, AL VIA BIENNALE INTERNAZIONALE CERAMICA D’ARTE CONTEMPORANEA
Oltre cento artisti da tutto il mondo a rappresentare il meglio della ceramica d’arte contemporanea sono in mostra dallo scorso 28 giugno fino al 30 novembre al MIC Faenza per il 63° Premio Faenza - Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea. A Faenza è possibile avere una visione aggiornatissima del panorama artistico contemporaneo internazionale che ha scelto la ceramica come materia espressiva, mezzo che negli ultimi anni sta ricevendo dagli artisti e dalla critica una grande attenzione. “È un dato molto interessante che conferma l’impegno che abbiamo profuso negli ultimi 25 anni, in cui, come ho più volte ripetuto - spiega Claudia Casali, direttrice del MIC Faenza - è cambiata la modalità di interpretare, leggere, accogliere la ceramica come linguaggio dell’arte contemporanea”. Il Premio Faenza, con oltre 80 anni di storia, è stato fin dall'inizio un importante momento nella valorizzazione, nel rinnovamento, nella promozione della ceramica sia sotto l'aspetto artistico e decorativo, sia in quello funzionale e dell'arredo, ma anche e soprattutto un modo per mappare lo stato dell’arte della ceramica contemporanea. I temi affrontati dalla 63° edizione sono ricorrenti, seppur trattati con approcci stilistici ed espressivi unici. L’incertezza del nostro tempo è alla base di tante riflessioni: dalla sostenibilità del nostro sistema sociale, alla tragicità delle guerre, dalle problematiche ambientali, alle riflessioni sul cibo e uomo, sulle disuguaglianze e sulla fragilità umana. Le sculture e installazioni sono state selezionate da una giuria internazionale composta da Claudia Casali (direttrice MIC Faenza), Hyeyoung Cho (Korea Association of Art & Design), Valentins Petjko (Latvian Ceramic Biennale) e Marco Maria Polloniato (curatore) che ha anche scelto i vincitori. In mostra ovviamente anche le vincitrici di questa edizione: due artiste che lavorano la materia in maniera tradizionale, ma con un approccio di grande sperimentazione per le superfici trattate matericamente o con smalti e colori. “November” di Hanna Miadzvedzeva - Premio Faenza over 35 - è un’opera che richiama la forma semplice del vaso trattando la superfice con una grande sapienza tecnica. Il tema trattato è intimo e personale: “‘November’ fa parte della mia serie scultorea ‘Landscapes’ - racconta l’artista stessa - in cui esploro l’impatto delle forze naturali sulle emozioni umane e sulla percezione di sé. Ho scelto una forma compatta e ripiegata verso l’interno, avvolta da una complessa superficie testurizzata, che crea un effetto morbido, quasi soffice. Novembre è un periodo di ritiro, noi entriamo in modalità di risparmio energetico, abbracciando la quiete e l’auto-riflessione”. L’Installazione “Subtle conversations of states of mind” di Léa Renard - Premio Faenza della categoria under 35 - è una sorta di wunderkammer dedicata alla ceramica, un’esposizione combinata attraverso diversi significati, colori. “Ogni pezzo racconta la sua storia - racconta Lea Renard - pur fondendosi senza soluzione di continuità nell’insieme. È un’esplorazione poetica dell’interazione tra l’individuo e la collettività, tra l’astrazione e ciò che essa evoca in ognuno di noi”. In mostra si potranno ammirare anche i premi minori come “Rovine” di Marta Palmieri, Premio Presidenza della Camera dei Deputati, “Duet” di Martin Smith, Premio Presidenza del Senato della Repubblica, “A poem for ephemeral moments” di Yaerin Pyun, Premio Monica Biserni, “Polvere” di Francesco Ardini, Premio in memoria di Eleuterio Ignazi, “Ossario Organico” di Mattia Vernocchi e Francesco Bocchini, Premio Rotary, “Homo stramonium” di Martina Cioffi, Premio Lions, “Sugar cage” di Su Yen-Ying, Medaglia d’argento della rivista “D’A e le menzioni d’onore: “Tanagra's Metamorphosis No. 1” di Claire Lindner, “Scenery in the Kiln Fire” di Wang Yuzhe “Silicon Homes IV, V” di Ruta Sipalyte, “Molorus” di Juliette Clovis. Per la terza edizione consecutiva il 63° Premio Faenza ha avuto l’onore di ricevere la Medaglia del Presidente della Repubblica. Visite guidate aperitivo gratuite (comprese nel biglietto d’ingresso) ogni martedì, ore 18:00, dal 1° al 22 luglio, in collaborazione con i Martedì d’Estate, organizzato da Faenza C’entro. Elenco degli artisti in mostra over 35: Victor Agius, Marc Alberghina, Francesco Ardini, Olivia Barisano, Simone Cassini, Daniel Joseph Cavey, Hsu Chiau Chi, David Clarke, Juliette Clovis, Mirco Denicolò, Karima Duchamp, Claude Dumas, Eglè Einikyte-Narkeviciene, Evandro Gabrieli, Sapana Gandharb, Sophie Giet, Kenji Gomi, Mark Goudy, Anna e Paola Marinuzzi (gruppo), Mattia Vernocchi e Francesco Bocchini, Yulia Batyrova e Marat Mukhametov (gruppo), Monika Grycko, Una, Gura, Malene Hartmann Rasmussen, Heidi Hentze, Douglas Herren, Miglé, Janusaité, Nathalie Kehrli, Eveline Kieskamp, Iosifina Kosma, Valdas Kurklietis, Dainis Lesins, Claire Lindner, Icaro Maiterena, Jennifer Mccurdy, Sibylle Meier, Hanna Miadzvedzeva, Aya, Murata, Paula Murray, Makiko Nagai, Simone Negri, Bahareh Nehjiri, Sayaka Oishi, Marta Palmieri, Fiorenza Pancino, Yana Payusova Farbrook, Rafael, Pérez Fernandez, Paolo Porelli, Ielizaveta Portnova, Lana Rakanovic, Marina Rodriguez, Ilona Romule, Ines Rother, Giovanni, Ruggiero Antonia Salmon, Aline Schmitt, Laura Scopa, Agnè Semberaitė, Todd Shanafelt, Liu Shi Cai, José Sierra, Ruta Sipalyte, Martin Smith, Terenzio Sonda, Pim Sudhikam, Hajnalka Tarr, Heidi Tarver, Andreas Tesch, Elina Titane, Alice Walton, Shiyuan Xu e Qiao Yunyun. Elenco degli artisti in mostra under 35: Jiwon Byun, Li Caiwen, Yeong Cho Hye, Martina Cioffi, Wang Deng, Lin Dong, June Fischer, Julia Haumont, Gu Jinkang, Jiho Kim, Aliona Kryshtofik, Kiti Kurarova, Ambra Lorito, Sandra Majecka, Li Mingshu, David Morrison, Maxwell Mustardo, Wiktoria Nedza, Kristina Okan, Silvia Piani, Yaerin Pyun, Ani Qananyan, Irina Razumovskaya, Léa Renard, Edoardo Sessa, Hori Takaharu, Zhaojing Wang, Xu Xingrui, Yangkun Wang, Yuzhe Wang, Kai Zhang e Zhangningning Zhang. (gci)
“VOI SIETE QUI”: UN VIAGGIO IDEALE NEL TERRITORIO GORIZIANO
Inaugura il 27 giugno “Voi siete qui”, la nuova esposizione che è parte del programma di “GO! 2025”, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025. Organizzata da Erpac Fvg – Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli-Venezia Giulia, la mostra è un viaggio ideale tra luoghi e memorie del territorio Goriziano dal Settecento alla Prima Guerra Mondiale, con qualche sconfinamento: un percorso fatto di oggetti, opere d’arte, fotografie, documenti e libri che raccontano una storia piena di sfaccettature, restituita al pubblico attraverso una selezione di elementi significativi ad alto valore simbolico provenienti dalle collezioni dei Musei Provinciali. Voi siete qui è ospitata a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, e sarà visitabile fino al 31 ottobre. L’idea della mostra nasce dalla volontà di definire l’identità di un territorio attraverso le raccolte che si sedimentano, nel corso dei secoli, in musei, biblioteche e archivi: in particolare, l’identità di un territorio multiculturale come il Goriziano è per sua natura sfaccettata e indefinibile, e il suo patrimonio culturale ne costituisce la cartina di tornasole. Da qui, il racconto del territorio attraverso la messa in scena delle collezioni dei Musei Provinciali di Gorizia. I visitatori di “Voi siete qui” potranno così scoprire più anime della città: dalla storia istituzionale, politica ed economica, custodita nei documenti dell’Archivio Storico Provinciale, al patrimonio librario plurilingue della Biblioteca Provinciale, che testimonia il prestigio editoriale del territorio, scelto da figure come Giacomo Casanova e Rodolfo Coronini. Il volto visibile di Gorizia prende poi forma nella Fototeca e nella Pinacoteca, che conservano le espressioni più significative della produzione artistica locale, includendo anche le celebri opere del goriziano Giuseppe Tominz, insieme a quadrerie di famiglia e di ordini religiosi. La collocazione geopolitica prima della Contea e poi della Provincia di Gorizia è illustrata da pergamene imperiali e da una serie di carte geografiche provenienti dall’Archivio Storico Provinciale. Il volto della città viene invece raccontato da mappe, dipinti e soprattutto dalle fotografie e dalle cartoline che costituiscono il ricco patrimonio della Fototeca. Uno straordinario documento del paesaggio agrario del territorio si trova invece nella Pinacoteca ed è costituito da un dipinto commissionato a fine Ottocento a Hugo Charlemont dalla Imperial Regia Società agraria di Gorizia e raffigurante la frutta del Goriziano nelle sue infinite varietà, apprezzatissime in tutta Europa: ciliegie, susine, mele, pere, lamponi, ribes, pesche, azzeruoli, albicocche, limoni, meloni, uva, noci, castagne. Il dipinto era un dono per il Presidente del sodalizio, il Conte Francesco Coronini del ramo di San Pietro, in occasione del venticinquennale della sua presidenza, iniziata nel 1870: si spiega così l’accuratezza nella resa quasi fotografica della frutta, sapientemente disposta secondo le diverse epoche di maturazione. Il Goriziano è un territorio di confine e perciò multiculturale e poliglotta, come rivelano infiniti e multiformi indizi: dalle ricette di cucina alle locandine del teatro, passando per la ricca produzione libraria multilingue e le scuole di eccellenza, come quelle dei Gesuiti, delle Orsoline e il leggendario Staatsgymnasium. Il panorama artistico vanta inoltre figure di primissimo piano come Giuseppe Tominz, Vittorio Bolaffio, Josef Maria Auchentaller, Tullio Crali, Veno Pilon e Luigi Spazzapan, senza dimenticare un gruppo di artisti potentemente innovativi come la pattuglia di futuristi giuliani. Di Tominz è stato scelto l’Autoritratto con il fratello Francesco, splendida immagine di fratellanza, in chiave simbolica e allusiva dell’unione di Nova Gorica e Gorizia, congiuntamente Capitale Europea della Cultura nel 2025. Le stesse biografie degli artisti evidenziano importanti connessioni tra il Goriziano e le capitali dell’arte, come Roma, Vienna, Parigi, Monaco e Venezia, tratteggiando un territorio pienamente inserito nella cultura europea. La chiusa su Zoran Music collega le mostre “Voi siete qui” e Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier, quest’ultima di scena sempre a Palazzo Attems Petzenstein fino al 31 ottobre e anch’essa parte del programma di GO! 2025. L’allestimento di “Voi siete qui” prevede la presenza di testi esplicativi disponibili nelle quattro lingue storiche del Goriziano (italiano, sloveno, friulano e tedesco), per offrire uno sguardo aperto e plurale della realtà culturale del territorio. (gci)
"TERRA E MARE": A GENOVA LE OPERE DI ADRIANO LEVERONE
Il Galata Museo del Mare ospita, dal 3 luglio al 19 ottobre, la mostra "Terra e Mare" dedicata all’opera di Adriano Leverone (1953–2022), artista, ceramista e scultore tra i più significativi della scena italiana contemporanea. L’esposizione, curata dalla Galleria San Lorenzo al Ducale di Genova, è stata inaugurata il 3 luglio con ingresso libero presso la Saletta dell’Arte. L’esposizione raccoglie una selezione di circa 30 sculture in grès e due opere in bronzo realizzate tra il 1990 e il 2010, periodo in cui Leverone elabora il ciclo "Terra e Mare". Attraverso forme essenziali e cromie intense – azzurri marini e ocra terrosi – l’artista mette in scena l’armonia fra opposti: mare e terra, ghiaccio e fuoco, energia e quiete. Alcune opere si articolano in corpi rotanti, evocando un dialogo dinamico e simbolico tra forze naturali. In mostra anche due sculture in bronzo della serie "Armigeri", opere del ciclo "Autorità" (1999–2011), inserite nel percorso tematico “Genova e la guerra nel Mediterraneo”. Nell’atrio del museo sarà visibile l’imponente "Terra e Mare" (1992), installazione composta da undici elementi (dimensioni complessive: 300x170x40 cm), già esposta al 48° Premio Faenza. A corredo della mostra verrà pubblicato un catalogo a colori di 100 pagine con testo critico di Luciano Caprile. "Terra e Mare" rappresenta un’occasione unica per riscoprire la visione artistica di Adriano Leverone, autore di una poetica coerente e riconoscibile, capace di fondere arte, tecnica e ricerca spirituale. La mostra intende celebrarne la memoria e riaffermarne il ruolo nella storia della ceramica e della scultura italiana. (gci)
“PAPERWORK”: A LODI LA PERSONALE DELLA BIELORUSSA ULYANA NEVZOROVA
Platea - Palazzo Galeano presenta a Lodi sino a 24 agosto la prima mostra personale dell’artista e attivista bielorussa Ulyana Nevzorova (Minsk, 2001), dal titolo “Paperwork”. La mostra costituisce il secondo episodio di Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, a cura di Gabriella Rebello Kolandra, nuova edizione del palinsesto espositivo ideato dall’associazione lodigiana. Inaugurato a marzo con la mostra “Super Super” di Margherita Moscardini, il programma prosegue da settembre 2025 a gennaio 2026 con le mostre degli artisti Rebeca Pak (Sao Paulo, Brasile, 1992), Vashish Soobah (Catania, Italia, 1994) e Marvin Gabriele Nwachukwu (Milano, Italia, 1996). Ulyana Nevzorova è un’artista visiva e attivista nata a Minsk nel 2001, che dal 2021 vive e lavora ad Amburgo, in Germania. La pratica di Nevzorova si sviluppa a partire da una riflessione profonda sulla memoria come spazio condiviso, in cui il vissuto individuale si intreccia con i traumi e le narrazioni collettive. Il suo lavoro si muove tra diversi mezzi per indagare la fragilità del ricordo, la sua deformazione nel tempo e la possibilità di una trasmissione affettiva della storia. Nel 2020, la Bielorussia è stata attraversata da un’ondata di proteste senza precedenti, scaturite dalla controversa rielezione di Aleksandr Lukashenko per il settimo mandato consecutivo e dalla violenta repressione messa in atto dal suo regime autoritario. Questo momento, pur non rovesciando il governo, ha rappresentato una svolta storica: l’emergere di un nuovo soggetto democratico collettivo, capace di ridefinire il senso di comunità e resistenza nel Paese. “Paperwork” nasce da una riflessione sulla memoria collettiva, la democrazia e la disobbedienza, e si ispira al saggio Solidarity of the Shaken. On the Collective Subject of the Belarusian Revolution of 2020 della filosofa Tatyana Shchyttsova (Bielorussia, 1970). Il testo analizza il movimento di protesta scaturito in Bielorussia nel 2020, indicando la nascita di un nuovo soggetto democratico collettivo. Cuore dell’opera è il concetto di “solidarietà degli scossi” coniato dal filosofo Jan Patocka (Repubblica Ceca, 1907 – 1977), qui applicato a una comunità che si risveglia nell’urgenza di cambiamento. Il titolo della mostra fa riferimento a un gesto tanto semplice quanto radicale: nel 2020, per contrastare l’incerto destino delle schede elettorali, l’opposizione bielorussa ha sviluppato un metodo di conteggio approssimativo dei voti che non andavano al regime. Si tratta di una piegatura “a fisarmonica” della carta, gesto sottile di disobbedienza civile organizzata che permette il contatto visivo con le schede anche dopo il deposito nelle urne. Tra i lavori presenti in mostra c’è un video girato dall’artista a Minsk a partire dall’agosto 2020, dal titolo 100 days of protest, che riunisce frammenti di marce e raduni nello spazio pubblico in cui i manifestanti utilizzano il canto come strumento per esprimere collettivamente le proprie voci. Il lavoro ricostruisce un paesaggio di memoria affettiva e politica, una narrazione che interseca fragilità e lotta in un momento storico segnato dalla repressione ma anche dalla forza di una comunità. L’intervento di Nevzorova si pone in dialogo con il lavoro che Margherita Moscardini ha sviluppato per lo spazio di Platea: la scultura-scala rimane come una presenza costante nello spazio durante gli interventi degli artisti del programma Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, favorendo una lettura stratificata di tutto il palinsesto annuale. Attraverso questo confronto, la mostra non si limita a presentare un corpus di lavori, ma contribuisce ad ampliare la stratificazione di visioni che si compone nel corso dell’anno all’interno dello spazio espositivo. In questo senso, “Paperwork” si configura come un capitolo attivo di una narrazione più ampia, che intreccia le voci degli artisti con il contesto in cui si inseriscono. Il progetto Platea - Palazzo Galeano è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus e alla generosità dei donatori che ne hanno condiviso attività e obiettivi. Platea - Palazzo Galeano desidera ringraziare i main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa, Grana Padano e OMMG Srl, i partner tecnici Solux Led Lighting Technology e Verspieren Broker di Assicurazione e la Galleria Gian Marco Casini. Il progetto grafico di Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry è realizzato da Carolina Incerti. (gci)
NELLA FOTO. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini. Installation view Caravaggio 2025. Photo Alberto Novelli and Alessio Panunzi
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