DEBUTTA “OTELLO” DI GIORGIO PASOTTI CON GIACOMO GIORGIO E CLAUDIA TOSONI
Una nuova produzione teatrale fa rivivere l’eterno classico shakespeariano della letteratura mondiale dai caratteri così drammaticamente attuali anche dopo secoli, vista la cronaca di oggi: “Otello” di William Shakespeare, per la drammaturgia di Dacia Maraini e la regia di Giorgio Pasotti, con Giacomo Giorgio nel ruolo di Otello, Giorgio Pasotti interpreterà Iago e Claudia Tosoni sarà Desdemona. Nel cast anche Davide Paganini, Gerardo Maffei, Salvatore Rancatore, Andrea Papale e Dalya Aly. Il debutto avrà luogo il 10 e 11 luglio al Teatro Romano di Verona per il festival “Estate Teatrale Veronese”; lo spettacolo andrà poi in scena a L’Aquila il 13 luglio, presso la Scalinata San Bernardino per la rassegna estiva “I Cantieri dell’immaginario”. La lunga tournée teatrale toccherà poi i principali teatri italiani, in cui porterà il logo di L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026, che è ambasciatore di un progetto di ricostruzione e di rinascita. Il calendario è in aggiornamento; nelle prossime settimane saranno annunciate le nuove date. Giorgio Pasotti si interroga sulla forza di un grande classico come il testo shakespeariano di parlare alle giovani coscienze, di insegnare attraverso la morale, di mostrare senza mediazioni tecnologiche il dolore e lo sgomento per le vite non rispettate. “Dopo un tempo così lungo quest’opera ci mette ancora di fronte a una realtà malata e incattivita - dice Pasotti - l’Otello è tragicamente attuale. Proveremo a parlare alla generazione di oggi con una compagnia di giovani attori di straordinario talento, gli parleremo di quello che accade tutti i giorni con le parole di quattro secoli fa, parole forti, senza tempo, che raccontano la storia di una donna che ha avuto il coraggio di fare la sua scelta, in una società che come quella in cui viviamo temeva diversità e differenza, e ne ha dovuto pagare la funesta conseguenza. Un punto di vista poco frequentato, ma che restituisce al dramma una incredibile, cruda modernità”.
“E tu...come sei pallida! e stanca, e muta, e bella, pia creatura nata sotto maligna stella. Fredda come la casta tua vita... e in cielo assorta. Desdemona! Desdemona!...Ah... morta! morta! morta!...” e poi “Otello fu”.Finisce qui la storia di Desdemona e Otello: lei lo aveva sposato per amore contro i cliché dell’epoca; lui, lo straniero, il moro, lo aveva voluto reclamando libertà di scelta e autonomia, lottando con il padre perché lo accettasse. Otello, incapace di gestire le emozioni, capitano coraggioso e leale ma marito insicuro e geloso. Forse lei era troppo: troppo bella e troppo ingenua, troppo sicura del suo amore e dell’amore di lui. Così Otello la uccide e poi mette fine alla sua stessa vita, per gelosia e per possesso, come gli uomini di oggi e come gli uomini di domani in questa società patriarcale, se non si educano le nuove generazioni. Ma cosa succede quando l’amore si trasforma in controllo? Quando il desiderio di libertà viene soffocato dal bisogno di possesso? E soprattutto: possiamo ancora imparare qualcosa da Otello? A interpretare Otello è Giacomo Giorgio, giovane attore amato dal grande pubblico, che sintetizza con queste parole questa nuova esperienza teatrale: “L’Otello è tra le opere shakespeariane più importanti e, davanti ad un capolavoro come questo, il mio lavoro da attore si limita all’ascolto – per poi proseguire - È il testo stesso ad interrogarci grazie alle tematiche che affronta, purtroppo ancora molto attuali, come il femminicidio e la diversità intesa come arricchimento e non come qualcosa di cui avere timore. È un’ardua impresa quella che mi accingo a intraprendere con grande gioia ed impegno: dare vita alle tormentate emozioni di uomo che da vittima diventa carnefice sconfinando nella follia, trasferendole in un intenso dialogo con la realtà del tempo presente.” Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile d’Abruzzo, Marche Teatro, Stefano Francioni Produzioni e Virginy l’Isola Trovata ed è in collaborazione con il Teatro Maria Caniglia.L’adattamento scenico è a cura di Antonio Prisco, le musiche sono di Patrizio Maria D’Artista.
(red)
L’UOMO SBAGLIATO - UN’INCHIESTA DAL VIVO”: PABLO TRINCIA DEBUTTA A TEATRO
Dalla penna al palcoscenico, dalla cronaca alla scena: Pablo Trincia, uno dei più talentuosi narratori del nostro tempo, porta in teatro “L’Uomo Sbagliato – Un’inchiesta dal vivo”, prodotto e distribuito da Gianluca Bonanno e Vincenzo Berti per Ventidieci e Stefano Francioni Produzioni. Un racconto sconvolgente su un caso di malagiustizia che ha distrutto la vita di diverse persone. La tournée, che partirà a dicembre 2025, attraverserà i principali teatri italiani, accompagnando il pubblico dentro una storia oscura e una verità scomoda. Al centro dello spettacolo, firmato allo stesso Trincia con Debora Campanella, la storia agghiacciante di Ezzeddine Sebai, serial killer tunisino che, nel 2006, confessa dal carcere ben quattordici omicidi di donne anziane commessi nel sud Italia a metà anni '90. Una rivelazione che mette in crisi decine di processi già conclusi e sentenze passate in giudicato: per alcuni di quei delitti, infatti, sono state condannate persone innocenti, che da anni si battono per dimostrare la propria estraneità ai fatti. “Porterò a teatro un terribile caso di cronaca giudiziaria – spiega Trincia – una vicenda piena di errori investigativi che hanno avuto conseguenze pesantissime su intere famiglie già indebolite dalla povertà e dall'indigenza. L’idea è quella di trascinare il pubblico dentro alla storia, di fargli vivere un viaggio attraverso le ombre della malagiustizia italiana, per uscire dal teatro con la testa piena di domande e il cuore colmo di indignazione”. Attraverso video, testimonianze originali, documenti processuali e immagini d’archivio, “L’Uomo Sbagliato” racconta una vicenda vera e disturbante, un’inchiesta giornalistica che diventa spettacolo dal vivo e si trasforma in un’esperienza immersiva, capace di scuotere coscienze e riportare sotto i riflettori una verità scomoda. Questo progetto rappresenta un punto di svolta nel modo di raccontare l’attualità e la cronaca: un modo nuovo, coraggioso e profondamente umano. “Era da tempo che sognavo di raccontare una storia nei teatri del nostro Paese – conclude Trincia – ora finalmente ho l’opportunità di farlo. Adoro il palco, l’attesa, l’energia, l’idea di stare in mezzo alle persone, sentirle respirare mentre ascoltano una storia che brucia. Il teatro segna per me l’inizio di un nuovo percorso professionale e di una nuova fase della mia vita”. (red)
“SOLO UNA DONNA, FELICIA IMPASTATO” DI E CON VITA VILLI
Era “solo una donna”. Ma ha voluto sfidare il suo destino a testa alta. Nell’ambito del Campania Teatro Festival, domenica 13 luglio alle ore 22.00 al Teatro Tedér – Teatro Del Rimedio di Napoli andrà in scena “Solo una donna, Felicia Impastato” di Vita Villi, diretto da Miriam Mesturino e interpretato da Vita Villi e Davide Diamanti. Sul palco con loro il cantautore Il Solito Dandy (all'anagrafe Fabrizio Longobardi, finalista X Factor 2023) con canzoni eseguite dal vivo tratte dal grande repertorio nazionale e brani personali, come la ninna nanna inedita Lunga è la notte, composta appositamente per lo spettacolo, e i Germana Erba’s Talent, grande coro di questa tragedia contemporanea. Nel piccolo comune siciliano di Cinisi nel 1930 si consumano brutali lotte tra le famiglie mafiose. In questo clima di soffocante violenza cresce Felicia. Sfida il suo destino con l’ingenuità dell’adolescenza rifiutando il matrimonio programmato dai suoi genitori e si innamora perdutamente di Luigi Impastato, un ragazzo per cui il rispetto e l’onore sono i fondamentali pilastri, insegnatigli da suo padre. I suoi ideali lo portano ad intrecciare la vita della sua famiglia con quella del boss Gaetano Badalamenti. Felicia è categorica: nella sua casa gli uomini di Cosa Nostra non devono entrare. Essendo una donna le sue parole sono flebili, ma non lo è il suo cuore. Protegge, difende e nasconde suo figlio: il ribelle Peppino, che denuncia suo padre e il mondo che lo circonda. Le speranze si infrangono la notte del 9 maggio 1978, quando Peppino Impastato viene assassinato. La vicenda viene archiviata come un atto terroristico da parte del giovane rivoluzionario. Felicia non cede. Deve scoprire la verità, portare avanti le idee e le parole di suo figlio, sfidando la rete mafiosa, l’omertà che aleggia nel suo paesino. Lotta alleandosi con la giustizia. Il pubblico segue la protagonista da ragazzina fino alla sua morte, ripercorrendo attraverso intensi monologhi i momenti più incisivi della sua vita. I ricordi si susseguono attraverso dialoghi emozionanti. Nel suo percorso Felicia è accompagnata passo passo da un Coro - diretto rimando al teatro greco antico - quasi onnipresente e che incarna il mondo di Felicia. Il Coro agisce come un’onda trasportando con sé le regole di una vecchia Sicilia, gli obblighi familiari, le paure e le speranze della giovane donna e incarnando via via vari personaggi (dalla personificazione della Sicilia, alla polizia che cerca Luigi Impastato). Figura incisiva è quella del Cantastorie simbolo della tradizione narrativa che, accompagnandosi con il suo strumento, segue l’anima sincera della ragazza, l’esuberanza della fanciullezza, il timore e la dolcezza dell’amore, sussurrando parole di tenerezza al triste epilogo che avrà quel bambino che gelosamente Felicia tiene stretto tra le braccia. Ci racconta la storia di una Sicilia tremante di dolore, senza mai poter intervenire sugli eventi. Lo spettacolo porta in scena Felicia Bartolotta, che, prima di diventare “moglie”, “madre”, “simbolo”, era Solo una Donna. “Mi sono appassionata al progetto di questa giovanissima donna e artista, Vita Villi, per il valore dell'argomento e per lo stile nuovo con cui l'ha sviluppato, poetico e ironico al tempo stesso”, racconta la regista Miriam Mesturino. “L’autrice è rimasta affascinata dal personaggio di Felicia, dal suo coraggio – il coraggio di una madre – e dall’ eroismo di cui le donne sono capaci, e su cui vogliamo porre l'accento in questo nostro racconto”.(PO red)
A CATANIA “L’ODISSEA DELLE DONNE”
Nell’ambito del Catania Summer Fest, il Teatro Stabile di Catania presenta “L’Odissea delle donne” che andrà in scena sabato 5 e domenica 6 luglio alle 20.45 nella Corte Mariella Lo Giudice di Palazzo Platamone. Lo spettacolo, tratto dal romanzo di Marilù Oliva, nasce da un progetto di Federica Di Martino e ha la regia di Cinzia Maccagnano. Un cast al femminile per questa riscrittura del celebre poema omerico, che vedrà in scena Federica Di Martino insieme a Sonia Barbadoro, Eleonora Bernassa, Beatrice Ceccherini, Liliana Massari e Silvia Siravo. In questo nuovo allestimento prodotto da Effimera, l’Odissea viene raccontata dal punto di vista delle donne che si imbatterono in Ulisse, ed è vista non solo come viaggio di un uomo, ma anche come la storia d’amore di molte donne. Calipso, avvinta dalle sue stesse reti di seduzione, si innamora di Ulisse ma deve lasciarlo andare. C’è Euriclea, la nutrice che lo ha cresciuto e ci sono le Sirene, ciecamente decise a distruggerlo. C’è Nausicaa, seduttrice immatura ma potente, che non osa nemmeno toccarlo. C’è Circe dominatrice, che disprezza i maschi finché non ne incontra uno diverso da tutti gli altri. E naturalmente c’è lei, Penelope, la sposa che non si limita ad attendere il marito, ma gli è pari in astuzia e caparbietà. Alle loro voci fa da controcanto quella di Atena, “dea ex machina”, Intelligenza, che sprona sia Telemaco che Ulisse a fare ciò che devono. In un curioso e riuscito alternarsi di punti di vista torna in vita e vibra di nuovi significati un classico immortale, in una narrazione che vola alta sulla varietà e sulla verità dei sentimenti umani. In questo libro e nel nostro spettacolo saranno le donne a cantare le peregrinazioni dell’eroe inquieto, ciascuna protagonista di una tappa della grande avventura, ribaltando la prospettiva unica del maschile, nella polifonia del femminile: che conquista risolve, combatte. (Red)
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