Ci sono gli strikers – specializzati nello sferrare potenti colpi di coda per stordire i pesci – e gli helpers, ovvero gli esemplari che, nelle vicinanze, agiscono come aiutanti: così uno studio internazionale, che ha riunito ricercatori e ricercatrici da Italia (Cnr-Ibf), Norvegia (Norwegian Orca Survey), Svezia (Linnaeus University) e USA (University of Hawai’s e Picture Adventures), ha ricostruito le dinamiche con cui le orche (Orcinus orca) mettono in atto le loro strategie di caccia in branco, individuando ruoli e tecniche. Lo studio, a cui per l’Italia ha partecipato l’Istituto di biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ibf) è pubblicato sulla rivista Current Biology: i ricercatori hanno utilizzato droni per filmare la caccia di questi mammiferi marini in acque poco profonde, dove è più semplice seguire gli spostamenti degli animali, in particolare nel momento della caccia alle aringhe lungo le coste della Norvegia del nord, nella zona delle isole Vesteralen. La collaborazione ha riunito esperti della biologia delle orche norvegesi (Eve Jourdain, Norwegian Orca Survey), con esperti di ecofisiologia animale (Jacob Johansen, University of Hawai’i), e di strategie di predazione dei grandi vertebrati marini (Paolo Domenici, Cnr-Ibf).
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