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direttore Paolo Pagliaro

ROMA, POLEMICHE DOPO L’INCENDIO:
'SFIORATA LA STRAGE'

ROMA, POLEMICHE DOPO L’INCENDIO: <br> 'SFIORATA LA STRAGE'

“In via dei Gordiani, è successo ciò che da tempo era scritto. Non è fatalismo: è memoria, osservazione, esperienza. Non riusciamo a limitarci a un semplice post di vicinanza verso chi sta soffrendo. Lo siamo, vicini. Ma siamo anche profondamente arrabbiati. Perché questa volta è stato troppo”. Inizia così un lungo post pubblicato su Facebook da L’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros,  un’organizzazione fondata nel 2012 da un gruppo di associazioni locali e di cittadini residenti nel territorio che ha l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale del Comprensorio Archeologico Casilino Ad Duas Lauros e dei quartieri limitrofi, attraverso la costituzione e la gestione di un Ecomuseo Urbano. A Roma, il giorno dopo l’esplosione in via dei Gordiani, zona Prenestina, nel Municipio V, dove ad andare a fuoco è stato un distributore di carburante mentre era in corso un'operazione di rifornimento e che ha causato il ferimento di 50 persone, le polemiche non mancano. “Solo un anno fa raccontavamo l’incendio al deposito giudiziario di via Artena; poche settimane fa, l’ennesimo rogo al Pratone di Torre Spaccata e al Parco di Centocelle. A Roma Est, ogni mese ha il suo disastro, ogni anno la sua ferita. Un filo rosso unisce luoghi diversi, segnati non dalla sfortuna, ma da una visione vecchia, logora, della città, dello sviluppo e della gestione del territorio. Zone ad alto rischio incastonate tra le case, a pochi passi da scuole e centri ricreativi: un azzardo quotidiano sulla pelle delle persone, in palese contraddizione con leggi e regolamenti comunali (basta leggere il piano carburanti del Comune per scoprire che il benzinaio esploso, semplicemente, non doveva essere lì.)” sottolinea l’Ecomuseo Casilino che denuncia “spazi verdi di grande valore abbandonati all’incuria, soffocati dall’incapacità cronica di anteporre il bene comune agli interessi privati. Mai utilizzati davvero come volano per la riqualificazione ambientale, né come strumenti per mitigare i danni dell’impatto antropico. Aree ex industriali, ex commerciali, ex qualsiasi cosa, senza uno straccio di progetto di riconversione, lasciate lì, a perpetua memoria di quei modelli fallimentari”.

L’ente museale territoriale denuncia una situazione che va avanti da anni: “Non è un problema solo di oggi. È da almeno quarant’anni che va avanti così. E noi, puntuali come un orologio rotto, ogni anno siamo qui a ripetere le stesse cose. Da quindici anni. Nel frattempo, il Comprensorio Casilino resta senza uno straccio di pianificazione, il Parco di Centocelle continua a bruciare come se fosse previsto dal piano regolatore, e l’ennesimo ferravecchio protoindustriale va in fumo, giusto per non farci mancare nulla”.

L’Ecomuseo Casilino fa poi una riflessione: “Non possiamo tacere il fatto che, se l’esplosione fosse avvenuta due ore più tardi, oggi forse conteremmo le vittime”.

Un pensiero che si rincorre sui social, specie sulle pagine dedicate al quartiere di Centocelle in cui si parla di “una tragedia annunciata e per  fortuna evitata”: “È come se fosse esplosa una bomba al centro dell’area interessata. Nell ’area interessata ci sono scuole (nido, infanzia, primaria e secondarie) attualmente inagibili, un centro sportivo (tennis e piscina) distrutto, palazzi danneggiati e un parco pubblico dove ora si contano i danni”. “Se fosse accaduto soltanto 30’ o un’ora dopo o, peggio ancora , un mese fa in piena attività scolastica, sarebbe stata una strage” sottolineano i cittadini sui social. “Eppure – l’amara riflessione dei cittadini rimani - sono anni, almeno 14, che associazioni di genitori e di residenti denunciano la pericolosità di un distributore di benzina/GPL e dell’attigua azienda di smaltimento metalli e rifiuti speciali in un’area da tutela prioritaria per l’alta densità scolastica e concentrazione di residenti e soprattutto minori”. (red – 5 lug)

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