Oggi, come ogni 7 luglio, si celebra la Giornata internazionale del cacao, un’occasione importante per riportare l’attenzione su questa materia prima, oggi attraversata da momenti di crisi e cambiamento, come evidenzia Mani Tese, organizzazione non governativa impegnata da oltre sessanta anni sulla giustizia economica, sociale, e ambientale. L'Europa è uno snodo centrale nel commercio e nella trasformazione del cacao e domina la produzione globale di cioccolato, e l’Italia è la seconda manifattura per prodotti finiti. Inoltre il prezzo di quella che viene considerata una commodity è aumentato del 170% durante il 2024, superando la quotazione di 12mila euro alla tonnellata nei mercati internazionali. Situazione che è il risultato di differenti fattori ambientali, sociali, economici e politici. Per comprendere queste dinamiche Mani Tese richiama l’attenzione sulla Costa d’Avorio, che l’organizzazione sta seguendo con un focus specifico dal 2023 e sul quale sta avviando alcuni interventi. A partire dalla fine degli anni Settanta il Paese dell’Africa occidentale si è infatti affermato come il primo produttore mondiale di cacao con un volume oggi pari al 45% di quello globale. Una posizione che ha mantenuto fino a quando, tra il 2022 e il 2024, ha registrato una perdita di produzione del 30%, che ha avuto conseguenze sulla popolazione locale e ha provocato squilibri sul mercato mondiale. “Quando per la prima volta nel 2023 abbiamo visitato alcune piantagioni di cacao in Costa d’Avorio, incontrando i membri di diverse cooperative di produttori, abbiamo toccato con mano il fatto che molte famiglie sia ivoriane sia migrate da Paesi vicini dipendono dalla coltivazione del cacao - dichiara Giuseppe Stanganello, presidente di Mani Tese -. Questa era a rischio a causa dell’impoverimento delle terre, delle malattie delle piante e del prezzo troppo basso riconosciuto ai produttori. Abbiamo scoperto inoltre che molte delle persone incontrate lavoravano da sempre nella coltivazione del cacao ma non avevano mai assaggiato il cioccolato”. Questi processi non sono però irreversibili. Iniziano infatti a essere sempre più diffusi gli esempi di sistemi rigenerativi che abbattono l'impatto dei patogeni, aumentano la produttività per ettaro e migliorano le remunerazioni dei coltivatori, rendendo di nuovo sostenibile la coltivazione di cacao. “È dagli incontri con storie di vita di donne, uomini e famiglie che nasce l’impegno di Mani Tese nella filiera del cacao in Costa d’Avorio - conclude Stanganello -. Il nostro obiettivo è accompagnare un processo di cambiamento nelle modalità di produzione rendendole più sostenibili e resilienti con le tecniche dell’agroecologia e dell’agroforestazione, per valorizzare il ruolo nella filiera di produttrici e produttori, riconoscendo loro un giusto compenso. Infine vogliamo sostenere la trasformazione locale del cacao e promuovere il consumo locale del cioccolato, che ha proprietà nutrizionali importanti per arricchire la dieta, in particolare di donne in gravidanza e allattamento e di bambini”. Mani Tese è una organizzazione non governativa che da oltre sessant’anni - è nata nel 1964 - si batte per la giustizia sociale, economica e ambientale nel mondo. Opera in Africa, Asia e America Latina con progetti di cooperazione internazionale per sviluppare insieme alle comunità locali un’economia autonoma e sostenibile. Promuove la sovranità alimentare e l’agroecologia per rendere la produzione di cibo più equa, giusta e sostenibile; sostiene la giustizia ambientale e il diritto dei popoli a esercitare il controllo sulle proprie risorse naturali; contrasta le diseguaglianze sociali e le schiavitù moderne come il trafficking, il lavoro minorile e lo sfruttamento nelle filiere. In Italia promuove buone pratiche improntate alla solidarietà e sostenibilità, progetti d’inclusione sociale e di contrasto alle povertà educative, iniziative di formazione per i giovani e laboratori di educazione alla cittadinanza globale. (7 lug – red)
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