La probabilità che nel 2032 l'asteroide 2024 YR4 colpisca la Terra è caduta a zero, ma resta una probabilità di circa il 4 per cento che possa colpire la Luna. Ciò - si legge in un articolo di Media Inaf - avverrebbe alla velocità di 13 km/s e, considerate le dimensioni di 60 metri per l’asteroide, si formerebbe un cratere da impatto di circa 1 km di diametro. Un cratere da 1 km di diametro sulla Luna si forma in media ogni 5000 anni, quindi sarebbe un evento del tutto eccezionale misurato nella scala di una vita umana. La formazione di un cratere porta all’espulsione, in tutte le direzioni, di rocce e polveri i così detti ejecta. Una parte di questo materiale avrebbe una velocità superiore alla velocità di fuga della Luna e si perderebbe nello spazio. Ci si aspetta che, al più, solo lo 0,2% del materiale scavato possa sfuggire alla gravità lunare, equivalente a circa centomila tonnellate di materiale. In questo scenario, solo una frazione degli ejecta emessi nello spazio raggiungerebbe la Terra. Quanto sia la percentuale è difficile dirlo perché dipende dal punto esatto di impatto che, al momento non è noto. In ogni caso, la percentuale può arrivare fino al 12 per cento degli ejecta emessi nello spazio se l’impatto avvenisse nell’emisfero rivolto verso la Terra. Sapremo se l’asteroide colpirà davvero la Luna e dove, solo quando farà il passaggio ravvicinato con la Terra nel dicembre 2028, l’ultimo prima della fatidica data del 2032. Nel caso di un impatto e con gli ejecta emessi nello spazio nella direzione della Terra, questi cadranno dall’altezza dell’orbita lunare e quindi, dopo qualche giorno di viaggio, arriveranno sul nostro pianeta con una velocità pari a quella di fuga della Terra, dell’ordine di 11 km/s. Si tratta di una velocità più modesta rispetto a quella media dei piccoli meteoroidi sporadici che si dissolvono in atmosfera generando le meteore sporadiche, che si muovono con velocità dell’ordine di 20 km/s. Di conseguenza, le meteore generate dalla polvere e dai piccoli frammenti lunari che si disintegreranno in atmosfera saranno più deboli di quelle che si possono vedere in una qualsiasi notte dell’anno, anche se il loro numero sarà da 10 a 1000 volte il fondo naturale di micrometeoroidi. Non si può escludere la presenza di qualche meteoroide più grande, di qualche centimetro di diametro. In questo caso si genererebbe un piccolo fireball, ma niente che l’atmosfera della Terra non possa eliminare rapidamente: nulla potrà arrivare sulla superficie terrestre perché il cratere di 2024 YR4 sarà piccolo ed ejecta di grosse dimensioni non si possono formare. A parte aumentare il fondo sporadico delle meteore per qualche giorno, gli ejecta lunari potrebbero colpire i satelliti in orbita terrestre. Tali impatti potrebbero sì danneggiare i satelliti, ma sono sufficientemente piccoli da non causarne la frammentazione, quindi non peggiorerebbe il problema degli space debris. Questo ipotetico scenario che vi abbiamo descritto, nel 95,7 per cento dei casi non si realizzerà, in ogni caso non costituirà un pericolo per la Terra. Tuttavia, questi risultati - conclude Media Inaf - dimostrano che la difesa planetaria, anche in vista del prossimo ritorno dell’uomo sulla Luna, dovrebbe essere estesa anche allo spazio cislunare senza limitarsi esclusivamente allo spazio circumterrestre. (8 lug - red)
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