L'aula del Senato ha approvato in via definitiva e all’unanimità, per alzata di mano, il ddl sulla conservazione del posto di lavoro per i malati oncologici, già approvato dalla Camera. La legge prevede il diritto, per i soggetti affetti da malattie oncologiche, o affetti da malattie invalidanti e croniche, anche rare, a congedi non retribuiti, o a sospensioni dell’attività autonoma; per i lavoratori dipendenti, successivamente alla fruizione del congedo, un criterio di priorità nella conclusione degli accordi individuali di lavoro agile; con decorrenza dall’anno 2026, per i lavoratori dipendenti affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce, o affetti da malattie invalidanti e croniche, anche rare, o aventi figli minorenni affetti dalle malattie in oggetto, il diritto a dieci ore annue di permesso – con relativa indennità e copertura previdenziale figurativa – per specifiche esigenze e in via aggiuntiva rispetto ai permessi già spettanti in base alla legislazione o ai contratti collettivi nazionali di lavoro; l’istituzione di un fondo per premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti affetti da malattie oncologiche; uno stanziamento in favore dell’Inps per l’infrastruttura tecnologica necessaria per l’attuazione del provvedimento. “Il 5 dicembre 2023, noi affermammo di aver iniziato un percorso, introducendo allora l’oblio oncologico: un provvedimento importantissimo perché dava dignità a coloro che dopo una malattia ritornavano alla vita, con un approccio di non discriminazione, abbattendo lo stigma e soprattutto un’equivalenza che nell’immaginario comune c ‘è, ovvero ‘cancro uguale morte’, ‘cancro uguale non guarire mai più’. Con l’oblio oncologico abbiamo dato loro una possibilità occupandoci del ‘dopo’. Oggi con questo provvedimento, un provvedimento importante e ancora una volta votato all’unanimità, noi ci occupiamo del ‘durante’, perché durante la malattia il malato oncologico, il malato invalidante ha bisogno di normalità, di serenità e di poter vivere la quotidianità pensando di poter ritornare un domani alla vita normale, come era stato il ‘prima’ di affrontare tutti i giorni un dolore così grande”. Così Paola Mancini, senatrice Fratelli d’Italia, dopo l’ok definitivo da parte dell’aula di Palazzo Madama al ddl. “Oggi – aggiunge – introducendo questa possibilità di conservazione del posto di lavoro, introducendo permessi per esami, introducendo queste forme di tutela, stiamo davvero facendo un passo avanti. Questo è un percorso che è iniziato con il governo Meloni, con due provvedimenti importanti approvati all’unanimità: è un inizio – assicura la senatrice – perché continueremo ad essere attenti alla malattia, ai bisogni dei cittadini, che ci troveranno sempre dalla loro parte su questi temi ed è un motivo anche per dire ‘grazie’ a quelli che ogni giorno accudiscono i nostri malati e spronano il Parlamento a legiferare su questi temi”. “La necessità di un provvedimento per evitare che persone che stanno affrontando la battaglia contro il cancro vengano licenziate ci fa capire quanto il nostro Paese debba ancora lavorare per tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori. Si tratta di un passo avanti, come lo è stato la legge 104 del ’92, e per questo voteremo a favore” ha affermato invece la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone (M5S), intervenendo in Aula a Palazzo Madama in dichiarazione di voto. “Certo è - ha ripreso - che si poteva fare di più e meglio, a iniziare dalle risorse stanziate la cui ricerca ha tenuto ferma la pdl alla Camera per un anno. Non solo. Anche le 10 ore in più di permesso per esami diagnostici previste dal testo rischiano di essere insufficienti. Ciò premesso, in una legislatura in cui il confronto tra maggioranza e opposizione è pari a zero il fatto che a Montecitorio un comitato ristretto sia giunto a un testo unificato è indubbiamente positivo. Così si dovrebbe operare, non come sta succedendo sul fine vita quando, dopo un anno, la maggioranza ha presentato un testo del tutto diverso rispetto a quello a cui si stava lavorando”. “Ora la speranza è che certe rigidità burocratiche non blocchino l’applicazione di questa legge. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 390mila nuovi casi di tumore, mille al giorno. Si emanino subito i decreti attuativi della legge che istituisce la Rete nazionale dei registri dei tumori, approvata nel 2019 su iniziativa del Parlamento. Ciò è molto grave, anche e soprattutto con lo spettro dell’Autonomia differenziata che si affaccia. Non si perda altro tempo prezioso” ha concluso Castellone. (PO / Roc)
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