L’opera di digital e media art Echo of Time, promossa dal Ministero coreano della Cultura, organizzata dalla Korean Foundation for International Cultural Exchange, è stata realizzata alla fine di giugno, con il supporto del Parco archeologico del Colosseo in occasione del 140esimo anniversario dello scambio culturale tra Corea e Italia. Per la prima volta nella sua storia, le superfici esterne dell’Anfiteatro Flavio hanno accolto opere digitali di artisti italiani e coreani in un dialogo trans-culturale che ha trasformato l’antico in una piattaforma di visione condivisa. Il progetto, curato da Alisia Viola e Tommaso Venco per la parte italiana, si è posto come una riflessione sul potenziale simbolico e linguistico del patrimonio, esplorato attraverso le tecnologie dell’immateriale. “Echo of Time ha confermato il potenziale del monumento come spazio attivo e reattivo - afferma Alisia Viola, curatrice e project manager - capace di ospitare e amplificare linguaggi contemporanei. L’intervento ha messo in discussione l’idea stessa di patrimonio, come palinsesto narrativo da riscrivere, da vivere e da interpretare. L’arte digitale, in questo contesto, ha assunto il ruolo di espressione capace di connettere geografie, tempi e culture. Il Colosseo è così diventato una tela di luce, una soglia tra mondi, un eco del tempo”. Tra i protagonisti, l’artista sudcoreano Lee Lee Nam ha presentato una composizione digitale che riflette sulle possibilità di traduzione reciproca tra le culture, mentre Vincenzo Marsiglia ha proposto un’opera immersiva basata su tecnologie di mixed reality. Squatters Lab, tra i più promettenti giovani artisti digitali della scena contemporanea, ha invece rielaborato elementi dell’architettura italiana attraverso l’intelligenza artificiale, generando un flusso visivo inedito. “Il progetto ha richiesto mesi di ricerca e, con Motivi, abbiamo trasformato l’eredità architettonica italiana in un organismo vivente – spiega Squatters Lab – Grazie all’intelligenza artificiale, la storia ha preso forma rigenerandosi in tempo reale sulle superfici monumentali del Colosseo, dove abbiamo attivato un dialogo site-specific tra memoria e futuro, mai visto prima in Italia”. Le opere, proiettate sulle antiche pietre dell’anfiteatro, hanno dato vita a un dialogo transculturale che ha superato i confini geografici e temporali, fondendo tecnologie digitali e patrimonio storico in un racconto condiviso.
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